In arrivo 240 milioni da Bruxelles Ma per il Viminale non bastano
Il titolare degli Esteri Paolo Gentiloni lo dice chiaramente al quotidiano dei vescovi Avvenire : «È un buon inizio. Ma ora parte una trattativa delicata, complessa e piena di incognite. Un no di Francia e Spagna sarebbe francamente sorprendente?». È fin troppo chiaro che dall’Agenda messa a punto dall’organismo guidato da Jean Claude Juncker l’Italia si aspettava maggiore collaborazione. Soprattutto, viste le reazioni dopo il naufragio che un mese fa ha provocato la morte di oltre 700 migranti, sembrava possibile un’intesa che prevedesse una distribuzione dei richiedenti asilo più ampia sia nei numeri, sia per le nazionalità e non — come invece si è deciso — limitata a eritrei e siriani.
Alfano è esplicito: «A fine giugno ci sarà il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea e lì capiremo se c’è fregatura». Esprime soddisfazione perché «sono stati aperti 24 mila buchi nel muro di Dublino», dice riferendosi a quel trattato che obbliga i profughi a rimanere nel Paese di primo ingresso fino al termine della procedura di riconoscimento dello status di rifugiati. Ma sa perfettamente che ciò non può bastare, soprattutto se dovesse esserci un’emergenza legata a nuove ondate di sbarchi.
Si fanno dunque i conti e si stima che per gestire l’accoglienza serviranno almeno 250 milioni di euro. Soldi destinati all’acquisto di nuove apparecchiature per il rilevamento delle impronte digitali, all’impiego di un numero maggiore di poliziotti da inviare nei cinque centri di smistamento da allestire entro la fine di giugno e al pagamento delle strutture private che ospitano i richiedenti asilo.
La Commissione europea ha finora stanziato 60 milioni di euro destinati a tutti gli Stati coinvolti nella distribuzione dei profughi. Una cifra ritenuta «irrisoria» dai tecnici del Viminale tenendo conto delle spese sostenute negli ultimi due anni: 650 milioni di euro nel 2014, mentre per quest’anno si prevede di arrivare almeno a 800 milioni di euro.
I ministri trattano e confidano nella collaborazione degli europarlamentari come il capogruppo dei socialisti e democratici Gianni Pittella, sin dall’inizio impegnato nell’attività di mediazione con i colleghi degli altri Stati che adesso avverte: «I governi mettano ora da parte egoismi e rafforzino una strategia che comunque rappresenta una pietra miliare verso la costruzione di una politica comune europea sulla migrazione».
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