L’eurozona torna a crescere, in Italia poco lavoro
«La principale sfida per l’economia italiana nel futuro è l’alto livello del debito pubblico con la crescita che rimane debole — ha dichiarato Moscovici —. Per questo è necessario articolare una politica di bilancio prudente e una agenda di riforme ambiziosa».
Il maxi indebitamento italiano è previsto dalla Commissione europea in salita fino al picco del 133,1% per iniziare a scendere solo nel 2016 al 130,6%. Sulla dinamica di contenimento pesa l’incertezza legata al rischio di perdite potenziali per circa 42 miliardi causato dai contratti per i derivati sui tassi d’interesse sul debito. La Commissione europea ha fatto sapere di «essere in continuo contatto con le autorità italiane» per avere chiarimenti «sul potenziale impatto dei derivati» sul debito e per applicare le regole previste per questi strumenti finanziari dai sistemi Esa 2010 ed Edp.
Moscovici ha confermato la richiesta di chiarimenti per gli effetti sul deficit della bocciatura della norma Monti-Fornero da parte della Corte costituzionale, che genera restituzioni delle indicizzazioni congelate delle pensioni più alte (stimate da varie fonti oltre 10 miliardi). La Commissione evidenzia «rischi collegati a possibili misure espansive aggiuntive annunciate nella legge di Stabilità, ma non ancora dettagliate». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha definito i dati di Bruxelles «in linea con quelli del Def», che i servizi di Moscovici dovrebbero valutare a metà mese.
Il principale traino dell’eurozona resta l’economia tedesca con crescita stimata 1,9% quest’anno e 2% nel 2016. La Germania viene comunque richiamata a investire di più i surplus di bilancio per stimolare la ripresa negli altri Paesi membri.
Ivo Caizzi
Related Articles
“Sbagliato non invitarci per nascondere dissensi”
Landini e l’assenza della Fiom alla festa Pd: preoccupa che forze della sinistra non si occupino del lavoro. E nega liste o candidature
La mediazione di Syriza
Grecia. Durissima resa dei conti nel partito al governo, ma dopo sei ore di riunione a porte chiuse anche gli aderenti alla «Piattaforma di Sinistra» assicurano il sostegno parlamentare al premier greco Tsipras
Sud-est asiatico: possibile uno sviluppo senza deforestazione?
Foto: Uomoplanetario.org
La maggior parte delle foreste che si trovavano in origine sulla terra sono andate perse e quelle che rimangono hanno un futuro molto incerto. L’Asia in particolare si colloca in cima alla classifica Wwf della deforestazione con circa 1,5 milioni di ettari rimossi ogni anno solo dalle 4 principali isole dell’Indonesia: Sumatra, Kalimantan, Sulawesi e Irian Jaya (il settore indonesiano dell’isola di Papua) a causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse legnose.