Nel nome del padre per un Cile migliore la figlia di Allende a capo dei socialisti

Nel nome del padre per un Cile migliore la figlia di Allende a capo dei socialisti

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DECISAMENTE nel nome del padre. Isabel Allende — la terza figlia del presidente dell’Unidad Popular, non la più famosa scrittrice che è sua cugina — è il nuovo segretario del Partito socialista cileno che, per la prima volta dalla sua fondazione, sarà guidato da una donna. Settant’anni, sociologa, già prima donna in Cile a presiedere il Senato, Isabel è stata eletta a grande maggioranza dagli iscritti al partito. Una scelta che denota un diffuso sentimento di ritorno alle origini in un momento nel quale tutti i partiti politici in Cile sono in difficoltà, sotto il tiro della magistratura, per gli scandali di corruzione e finanziamento illecito. Un nome, una garanzia: almeno per una sinistra alquanto stordita dall’ affaire che ha macchiato perfino la credibilità della presidente Bachelet — crollata sotto il 30% nel gradimento nazionale — per un figlio birichino, Sebastián Davalos, che ha avuto cospicui e ingiustificati finanziamenti dalle banche nel nome della madre.
Quando suo padre si uccise nel palazzo della Moneda l’11 settembre del 1973 mentre Pinochet guidava l’attacco delle Forze armate al presidente socialista, Isabel aveva 28 anni. Quel giorno, mentre l’aviazione bombardava il palazzo, Isabel corse dal padre, raggiunse la Moneda insieme alla sorella Beatriz (Tati) e vi rimase per qualche ora finché Allende, prima di togliersi la vita, non ordinò a tutti di lasciare il palazzo.
Dopo il Golpe militare andò in esilio con la madre, Hortensia Bussi, e una sorella Carmen Paz, in Messico. Mentre Tati, la figlia più grande di Allende, che era anche una dei suoi consiglieri politici, andò invece a Cuba, dove si suicidò qualche anno più tardi. Dal suo ritorno in patria, nel 1989, nell’ultima fase della dittatura di Pinochet, Isabel s’è impegnata in politica. Prima alla Camera e poi al Senato, firmando alcune leggi importanti come quella del divorzio e quella contro la violenza in famiglia. E oggi è, secondo i sondaggi, il politico più popolare del Paese, in ottima posizione per concorrere alle prossime presidenziali, in programma per il 2017.
«So che c’è sfiducia nei confronti delle autorità, scetticismo nelle istituzioni e che i partiti sono impopolari», ha detto Isabel dopo la nomina, aggiungendo «che la strada giusta è quella di restituire dignità alla politica». Così, con l’arrivo di Isabel alla guida del partito socialista, e con la sua sempre più probabile candidatura come successore di Michelle Bachelet, è destinata a continuare la saga della famiglia Allende in Cile. Considerata tra le amiche intime della Bachelet, Isabel Allende è stata sempre un personaggio molto forte e deciso nelle sue scelte politiche anche in polemica con la linea ufficiale del partito. La sua vittoria di domenica è anche un segnale positivo per la presidente cilena visto che l’avversario di Isabel nella corsa alla segreteria del partito aveva proposto l’idea di anticipare le elezioni come risposta alle attuali difficoltà della compagine governativa. Una sfida sulla lealtà all’esecutivo in carica che ha diviso i socialisti. Sposata due volte e madre di due figli, Isabel è ammirata in Cile anche per essere sempre stata capace di risorgere dalle tragedie della sua vita. L’ultima, meno di 5 anni fa, quando uno dei suoi figli si suicidò in seguito alla morte di leucemia della moglie.



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