Oggi si vota. Lite sul silenzio

Oggi si vota. Lite sul silenzio

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ROMA «Non sarà un test su di me. Le elezioni locali servono per le elezioni locali. Non ci sarà nessuna conseguenza, ma sono ottimista». Matteo Renzi parla da Trento, al Festival dell’economia di Trento, e subito si accende la polemica con gli altri partiti che lo accusano di aver violato il silenzio elettorale. Dopo il caso «impresentabili» e le tensioni dentro il Pd, oggi si tengono le elezioni regionali, con 21,8 milioni di cittadini al voto.
Le urne si aprono alle sette del mattino e i cittadini di sette Regioni sono chiamati ad eleggere i presidenti e i consigli regionali: le Regioni interessate sono Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. I seggi chiudono alle 23. Ma si vota anche per eleggere i sindaci e i consigli comunali di 512 Comuni delle regioni a statuto ordinario, di 10 in Friuli Venezia Giulia, di 167 comuni della Sardegna e di 53 comuni della Sicilia. In quest’ultima regione l’orario è diverso: si vota oggi dalle 8 alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Tra i capoluoghi più importanti ci sono Venezia, Rovigo, Lecco, Mantova, Arezzo, Macerata, Andria, Trani, Vibo Valentia, Agrigento e Nuoro.
Renzi dichiara di attenersi al silenzio elettorale e si mostra reticente di fronte alle insistenze di Lilli Gruber, che modera il dibattito a Trento. Ma poi si fa strappare di essere «ottimista come sempre» sull’esito del voto e di non considerarlo un referendum su se stesso. Quanto basta per provocare la reazione degli altri partiti. Forza Italia chiede l’intervento della Procura di Trento e del Quirinale. Pippo Civati e Nicola Fratoianni spiegano di aver chiesto a Renzi di «evitare la comparsata al festival di Trento». Massimo Fraccaro, dei 5 Stelle, parla di «vera e propria propaganda di regime» e annuncia che presenterà un esposto in Procura. Reagisce con ironia Nichi Vendola, presidente di Sel, che scrive: «Ha ragione Renzi, oggi è silenzio elettorale. Anche io non dirò nulla contro la sinistra che spacca il muso a tutto ciò che è di sinistra, che insegue e pratica modelli autoritari, che umilia il lavoro e ferisce la scuola pubblica». Altri, tra i quali Matteo Salvini e Vincenzo De Luca («Non sprecare i voti»), parlano su Twitter e Facebook. Enrico Letta invita a «non politicizzare» il voto regionale e invita, come molti altri leader, ad andare a votare, per diminuire il rischio astensionismo.
Le regioni più in bilico sono Campania e Liguria. Nella prima, il pd De Luca deve fronteggiare non solo gli avversari (tra i quali Stefano Caldoro, centrodestra) ma anche le polemiche sugli «impresentabili» e il rischio, nel caso di vittoria, di essere sospeso subito a causa della legge Severino. In Liguria tra i due candidati di Pd, Raffaella Paita, e Forza Italia, Giovanni Toti, c’è l’outsider dei 5 Stelle, la giovane Alice Salvatore. Tra le incognite, i consensi a Luca Pastorino, fresco transfuga dal Pd, che potrebbe erodere consensi alla Paita.
Alessandro Trocino


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