Record di arrivi dal mare Il Viminale cerca 7 mila posti

Record di arrivi dal mare Il Viminale cerca 7 mila posti

Loading

ROMA Oltre quattromila migranti soccorsi in meno di dodici ore e il sistema di accoglienza è di nuovo al collasso. Alla vigilia delle elezioni amministrative la scelta è quella di non alimentare le polemiche politiche, ma già domani dal Viminale dovrebbe partire la circolare indirizzata alle prefetture per il reperimento dei posti dove sistemare chi è appena arrivato. Il numero dipenderà dagli sbarchi delle prossime ore: al momento bisogna trovare strutture per l’assistenza di almeno 7.000 persone, non escludendo di arrivare addirittura a 10.000.
Le condizioni del mare sono favorevoli, gli scafisti continuano a organizzare viaggi della speranza che sempre più spesso si interrompono a poche decine di miglia dalle coste libiche. Nelle ultime 48 ore la Guardia costiera ha effettuato 22 operazioni di soccorso caricando sulle navi della Marina militare, della Guardia di finanza, delle Marine inglese, irlandese e tedesca impegnate nella missione «Triton» 4.243 profughi che tentavano di raggiungere l’Italia a bordo di 9 barconi e 13 gommoni. Su una delle imbarcazioni sono stati trovati 17 cadaveri e non è chiaro se si tratti di persone morte di stenti o se, in un macabro messaggio, siano stati gli stessi trafficanti a recuperarli dopo un naufragio e abbiano mandato il mezzo alla deriva.
Quanto accaduto dimostra comunque che il flusso è ripreso costante, il timore è che nei prossimi giorni possa esserci una nuova massa di arrivi. I numeri non sono confortanti. Secondo i dati aggiornati a ieri mattina — quindi senza contare le oltre 4.000 persone approdate in serata — nel 2015 sono giunti sulle coste italiane 43.091 migranti, a differenza dei 39.929 del 2014 che viene ritenuto anno record. Trovare posti non è stato semplice: la maggior parte dei nuovi arrivati è stata trasportata nelle regioni del Sud, circa 1.000 sono stati trasferiti in Sardegna, altre centinaia in Piemonte.
Adesso si torna ad allertare le prefetture, anche tenendo conto che gli aiuti dell’Unione Europea non sono scontati e comunque non potranno arrivare entro breve. Ieri il primo ministro francese Manuel Valls, ha parlato al festival dell’Economia di Trento accanto al presidente del Consiglio Matteo Renzi e rispetto alla posizione di chiusura di due settimane fa sull’accordo per la distribuzione dei profughi si è mostrato più disponibile: «Troveremo le giuste soluzioni a livello europeo. Il diritto d’asilo è un diritto indiscutibile sancito dalle convenzioni internazionali, che i Paesi dell’Ue applicano già e deve esserlo sempre. Ciascuno deve poter accogliere i richiedenti asilo. Ci sono 5 Paesi su 28 che accolgono il 75 per cento dei richiedenti asilo in Europa: la Gran Bretagna, la Francia, l’Italia, la Germania e la Svezia. Si tratta di un problema umanitario gravissimo. I nostri due Paesi lavoreranno di sicuro assieme e non ci saranno differenze tra di noi perché solo così possiamo concepire l’idea stessa di Europa».
Domani una delegazione italiana guidata dal viceministro dell’Interno Filippo Bubbico sarà al G6 di Dresda proprio per continuare la trattativa sull’Agenda approvata dalla Commissione europea.
Renzi continua a mostrarsi fiducioso: «Quelli che dicono “teneteli a casa loro”, ricordino che l’Italia ha avuto in questi anni il taglio maggiore di risorse. Le modalità tecniche con cui avverrà la distribuzione sono ancora in discussione, ma sono ottimista che si trovi un buon accordo. In ogni caso il problema non sarà risolto perché si deve risolvere la questione Libia. Non c’è ombra di dubbio che tutti possiamo fare di più, ma per la prima volta il Consiglio europeo se n’è occupato».
Poi ribadisce l’intenzione di «recuperare il barcone affondato con 700 persone a bordo, perché abbiamo preso un impegno, quelle donne e quegli uomini in fondo al mare hanno diritto a una sepoltura. Se ci fosse qualcuno che pensa che può inabissare la coscienza a 387 metri, dico che bisogna mettere il tema del Mediterraneo al centro della discussione».
Fiorenza Sarzanini


Related Articles

Truppe di terra per fermare l’Is l’ultimo azzardo di Ankara e Riad

Loading

Ma se davvero prendesse forma un simile intervento, la soluzione politica del conflitto si allontanerebbe ulteriormente. Con gravi rischi non solo per la regione ma per gli stessi equilibri mondiali

Gli 80 euro non bastano: consumi di nuovo al palo

Loading

Istat. L’economia è in discesa. Si prospetta un arresto della mini-crescita. E si attendono gli effetti della Brexit. Cresce la sfiducia tra le famiglie, rallenta l’occupazione

Medio Oriente. Con la guerra in Yemen affonda la Nato araba

Loading

La fazione sostenuta dagli Emirati si è appena impadronita nel Sud del porto di Aden cacciando i fedeli del presidente Hadi Mansour sostenuto dall’Arabia Saudita

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment