“Stress, dolori e gas di scarico”. Così si lavora alla Fca

by redazione | 29 Maggio 2015 9:26

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«Lo stress, la velo­cità della linea e, in ultimo, i gas di sca­rico delle auto dif­fusi in un ambiente chiuso come è il nostro in fab­brica». È solo una delle tante rispo­ste rac­colte dalla Fiom di Torino, attra­verso un que­stio­na­rio ano­nimo rivolto ai lavo­ra­tori, a pro­po­sito di con­di­zioni e pro­blemi rela­tivi alla sicu­rezza negli sta­bi­li­menti del gruppo Fca-Cnhi. In par­ti­co­lare, Mase­rati e Comau di Gru­glia­sco. Sfo­glian­dole si sco­pre una foto­gra­fia ben diversa dal rac­conto del pre­mier Mat­teo Renzi, che ieri è andato a Melfi per «vedere in fac­cia» gli operai.

Quello che esce dalle fab­bri­che è un ritratto di ansia e fatica. Pause troppo brevi; spazi ristretti; assenza di aspi­ra­tori e fil­tri non uti­liz­zati; posta­zioni fisse e poco ergo­no­mi­che che pro­vo­cano dolori agli arti supe­riori. Dolori insi­stenti alle brac­cia, ai polsi, alle spalle riguar­dano, in Mase­rati, la mag­gior parte degli addetti: 46,5% li avverte con fre­quenza, il 34% ogni tanto. Leg­ger­mente meno dra­stico, ma comun­que signi­fi­ca­tivo per il dete­rio­ra­mento del benes­sere psi­co­fi­sico, il qua­dro alla Comau: il 47% ha rispo­sto affer­ma­ti­va­mente alla domanda.

Nei risul­tati – 971 que­stio­nari com­pi­lati alla Mase­rati (2900 dipen­denti) e 345 alla Comau (mille addetti, in mag­gio­ranza impie­gati e tec­nici) – emer­gono anche pro­po­ste per miglio­rare le con­di­zioni. «Far ruo­tare le per­sone in modo da non fare gli stessi movi­menti per anni e miglio­rare le posta­zioni nate male», scrive un ope­raio. Altre vanno dalla richie­sta di un aumento delle pause, a ritmi pro­dut­tivi più ade­guati, fino a una migliore orga­niz­za­zione del lavoro. «I decan­tati sistemi orga­niz­za­tivi Ergo Uas e Vcm non ven­gono appli­cati rego­lar­mente» sostiene Gia­como Zulia­nello, ope­raio Mase­rati e dele­gato Fiom. Per Edi Lazzi, respon­sa­bile della lega di Col­le­gno, «i dati rac­colti sono la dimo­stra­zione che ancora oggi in Fca e Cnhi alcuni prin­cipi rela­tivi alla sicu­rezza e ai cari­chi di lavoro sono appli­cati solo a parole; un ambiente di lavoro migliore e più salu­tare è inte­resse di tutti».

C’è poi un dato, nei risul­tati alla Mase­rati, che balza all’attenzione: il 25,6% dei lavo­ra­tori avrebbe pro­blemi a denun­ciare un infor­tu­nio. Alcuni dichia­rano timore di ritor­sioni e pres­sione psi­co­lo­gica della gerar­chia azien­dale. Que­sti fat­tori, insieme ai ritmi intensi, cau­sano stress e ansie: nello sta­bi­li­mento ex Ber­tone il 37,8% ha rispo­sto «molto» e il 39,4% «abbastanza».

Gli ope­rai auspi­cano la pre­senza di un medico per tutti i tre turni e un ruolo più ope­ra­tivo per gli Rls (dele­gati alla sicu­rezza). «Il que­stio­na­rio – sostiene Fede­rico Bel­lono, segre­ta­rio pro­vin­ciale Fiom – con­ferma che il com­pren­si­bile obiet­tivo dell’azienda di un aumento della pro­dut­ti­vità rischia, per buona parte, di deri­vare da un’intensificazione della pre­sta­zione di lavoro, con un con­se­guente aumento della fatica e dei rischi per la salute dei lavoratori».

A pro­po­sito di Rls, ieri, sono ini­ziate le vota­zioni negli sta­bi­li­menti tori­nesi del gruppo Fca-Cnhi. Oltre ven­ti­mila lavo­ra­tori sono chia­mati a espri­mersi. I primi sono stati gli addetti di Costru­zione Stampi di Mira­fiori, oggi toc­cherà, invece, alla Comau. «Il voto – spiega Bel­lono – sarà una prova di demo­cra­zia sin­da­cale per­ché per la prima volta, dopo tanti anni, i lavo­ra­tori di Fca e Cnhi avranno l’opportunità di sce­gliere tra le liste di tutte le orga­niz­za­zioni sin­da­cali, com­presa la Fiom. Que­sto deve essere un primo passo per tor­nare a ele­zioni libere e demo­cra­ti­che anche per i dele­gati Rsa».

Alle Car­roz­ze­rie di Mira­fiori, dove la cassa inte­gra­zione è ormai una costante, si voterà pro­ba­bil­mente a settembre.

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