Blocchi e aggressioni La guerra a UberPop sulle strade della Francia

Blocchi e aggressioni La guerra a UberPop sulle strade della Francia

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PARIGI A fine giornata i pochi autisti Uber ancora per strada a Parigi fanno scendere i clienti solo se vicino ci sono dei poliziotti, perché hanno paura di farsi aggredire. La protesta di 3.000 tassisti di tutta la Francia ufficialmente solo contro UberPop è degenerata subito, ieri mattina, in un violentissimo sfogo di rabbia contro l’intero servizio Uber, e anche contro le altre auto a noleggio con conducente, i moto-taxi, e pure i taxi che non aderivano allo sciopero. Tassisti contro resto del mondo.
Auto rovesciate, prese a sassate e a sprangate, pneumatici tagliati, gomme date alle fiamme nelle vie di accesso agli aeroporti a Parigi e nelle altre grandi città francesi, conducenti e anche qualche poliziotto aggrediti a calci e pugni o con lo spray urticante. Alla fine il premier Manuel Valls ha parlato di «violenze inaccettabili, da condannare con la massima severità», ma le autorità sono sembrate a lungo piuttosto comprensive con la protesta.
In base alla legge Thévenoud entrata i vigore il primo gennaio 2015, il servizio UberPop è illegale in Francia. Si tratta dell’offerta più economica di Uber: grazie all’applicazione scaricata sullo smartphone, un cliente prenota il passaggio offerto da un automobilista privo di formazione, assicurazione specifica e licenza (che ai tassisti costa intorno ai 240 mila euro). Migliaia di francesi da alcuni mesi si stanno improvvisando autisti in cambio di quattro o cinque euro a corsa; rischiano, in teoria, un anno di prigione, 15 mila euro di multa e la confisca del veicolo.
In teoria, perché anche in Francia Uber ha scelto la consueta strategia di contestare le regole a colpi di battaglie in tribunale, e intanto andare avanti: nonostante la legge Thévenoud l’8 giugno scorso il servizio UberPop è stato inaugurato anche a Marsiglia, Nantes e Strasburgo. Gli utenti in tutta la Francia sono circa 400 mila, e continuano a crescere. La scommessa è che alla fine norme obsolete e protezioniste si piegheranno alle ragioni dell’innovazione tecnologica, del mercato e dei consumatori.
Tra i testimoni delle violenze c’è la cantante americana Courtney Love Cobain, vedova del leader dei Nirvana, che su Twitter e Instagram ha raccontato in diretta l’aggressione sulla strada tra Parigi e l’aereoporto. «Stanno colpendo le auto con spranghe di metallo. È questa la Francia? Sono più sicura a Bagdad». E ancora, rivolta al presidente della Repubblica: «François Hollande dov’è la f… polizia? È legale per la tua gente attaccare i visitatori? Muovi il c… e vieni all’aeroporto!», per concludere con «talebani francesi» rivolto ai tassisti, e «amo il popolo francese, ma il governo è un disastro».
I tassisti dicono che continueranno le proteste fino alla disattivazione del servizio UberPop negli smartphone. Intanto la categoria, già poco amata, tocca nuovi abissi di impopolarità.
«Caro taxi parigino, non posso dirti quanto godo nel vederti sbraitare, piangere, agonizzare davanti al successo delle VTC (i servizi come Uber, ndr ) — si legge in una lettera su Facebook firmata Maxime Coulon —. Ti ricordi quando mi chiedevi qual era la mia destinazione prima di decidere se io, cliente di una sera, avessi il diritto di salire sulla tua carrozza? Invece di aggredire gli autisti delle VTC pensando che noi utenti ti applaudiremo, perché non cerchi per due secondi di rimettere in questione il servizio pietoso che ci offri?». In poche ore, oltre 170 mila «like».
Stefano Montefiori

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