Il ricatto di Renzi: «Tre giorni per decidere il futuro dei docenti pre­cari »

Il ricatto di Renzi: «Tre giorni per decidere il futuro dei docenti pre­cari »

Loading

Ddl Scuola. O il movimento della scuola accetta la norma incostituzionale sul «preside manager», oppure la promessa dell’assunzione non sarà mantenuta e la colpa sarà dell’opposizione. Per i sindacati è “una vendetta dopo la sconfitta elettorale”. Cinque Stelle e Sel: “Comportamento miserevole, ricatto cinico”. Forza Italia: “E’ in stato confusionale”. Oggi, in piazza del Pantheon a Roma, la protesta unitaria dei sindacati

Ulti­ma­tum di Renzi ai sin­da­cati e alle oppo­si­zioni (interne ed esterne): se entro tre giorni non si tro­verà un accordo sugli emen­da­menti al Senato, la riforma della scuola sarà rin­viata di un anno. E i 100 mila pre­cari non saranno assunti. Un ulti­ma­tum che ha il sapore di un ricatto al par­la­mento, fatto sulla pelle di 100 mila per­sone che da un anno restano sospese alla pro­messa dell’assunzione. O il movi­mento della scuola accetta la norma inco­sti­tu­zio­nale sul «pre­side mana­ger», oppure la pro­messa non sarà man­te­nuta e, dicono i ren­ziani, la colpa sarà del movi­mento che si è oppo­sto alla con­te­stata riforma. È la rea­zione dispe­rata di un governo alle corde dopo la spal­lata colos­sale asse­stata dal movi­mento della scuola dallo scio­pero gene­rale del 5 mag­gio ad oggi. Dopo l’intervento di ieri a «Porta a Porta» di Renzi il rin­vio di un anno della riforma sem­bra ad un passo. Se così fosse sarebbe una scon­fitta netta, a tutto tondo, del pre­si­dente del con­si­glio, del Pd e del governo che hanno seguito la sua rovi­nosa china.

I ter­mini entro i quali le scuole avreb­bero dovuto chiu­dere le pro­ce­dure per gli orga­nici del pros­simo anno sono stati abbon­dan­te­mente supe­rati. Pen­sare di appro­vare (magari con la fidu­cia) il Ddl in estate si sta rive­lando impresa dif­fi­cile. Senza con­tare che, in que­sta situa­zione, 47 mila docenti pre­cari potreb­bero essere sta­bi­liz­zati a luglio (ci sarebbe biso­gno però di un decreto), men­tre gli altri 53 mila sono vit­time di un’irresponsabile poli­tica degli annunci. Biso­gna anche ricor­dare la cifra da cui Renzi è par­tito il 3 set­tem­bre 2014: allora doveva essere assunti 148 mila precari.Potrebbero essere 100 mila di meno. Il seguito di que­sta impresa bran­ca­leo­ne­sca è riman­dato ad una «con­fe­renza nazio­nale» a luglio.

Per la mini­stra dell’Istruzione Gian­nini il ricatto di Renzi al par­la­mento, e al movi­mento della scuola, è sem­pli­ce­mente il frutto di un rea­li­smo. «Il pre­si­dente del Con­si­glio — ha detto — ha oppor­tu­na­mente richia­mato a un rea­li­smo a cui dob­biamo, dal punto di vista del governo, richia­mare il par­la­mento per­chè effet­ti­va­mente gli emen­da­menti anche al Senato sono tan­tis­simi e i tempi strin­gono». Que­sto esito era, in realtà, già noto quando — era­vamo a marzo — que­sta stra­te­gia è stata annun­ciata dal silente sot­to­se­gre­ta­rio all’Istruzione Davide Faraone. Allora il governo era sicuro di potere appro­vare il Ddl in 40 giorni, in entrambi i rami del par­la­mento. Oggi, quel pro­po­sito non è solo stato smen­tito dai fatti, ma si è rive­lato per quello che è: un capric­cio, un’assurdità, un’inutile mani­fe­sta­zione di potenza non sup­por­tata dai numeri al Senato, e senza con­senso in tutta la società. E tut­ta­via, il governo, acce­cato, con­ti­nua a bat­tere lo stesso vicolo cieco. Lo dimo­stra la stessa Gian­nini che, in un inter­vento ieri a Radio 24, ha con­fer­mato l’opposizione del governo ad assu­mere con un decreto i pre­cari: «Il Ddl sarebbe sna­tu­rato» ha detto.

«Renzi ha preso atto che il Ddl è pes­simo – sostiene Dome­nico Pan­ta­leo (Flc-Cgil) — e ha pro­vo­cato una forte oppo­si­zione di docenti, Ata, diri­genti sco­la­stici, stu­denti e fami­glie. Non deve però sca­ri­care la respon­sa­bi­lità del suo fal­li­mento sul Par­la­mento e su tutti coloro che lo hanno con­tra­stato atti­va­mente. Biso­gna fare un decreto per le 100 mila assun­zioni e pre­ve­dere un piano plu­rien­nale di immis­sioni in ruolo». «Renzi si è arreso, ma si è ven­di­cato – sostiene Piero Ber­noc­chi (Cobas) — Si è già perso le sim­pa­tie degli sta­bili, se non fa il decreto per l’assunzione di tutti i pre­cari secondo la sen­tenza della Corte di giu­sti­zia euro­pea per­derà anche le sim­pa­tie dei pre­cari. Averlo bat­tuto è una grande vit­to­ria del movi­mento della scuola, la ven­detta di non assu­mere i pre­cari è un atto gra­vis­simo». «Renzi non pensi di cavar­sela con un pas­sag­gio sbri­ga­tivo e media­tico che ren­de­rebbe ancora più lace­rato un rap­porto già for­te­mente com­pro­messo col la scuola» avverte Fran­ce­sco Scrima (Cisl scuola). «Chie­diamo il ritiro del ddl che fa acqua da tutte le parti e la dif­fi­coltà del governo ne è l’ennesima dimo­stra­zione» aggiunge Danilo Lam­pis degli stu­denti Uds. Oggi Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola, Gilda e Snals, Cobas mani­fe­ste­ranno in piazza del Pan­theon a Roma dalle 17,30. Domani e dopo­do­mani in molte altre città. Con­fer­mata la mobi­li­ta­zione anche dal 23 al 25 giugno.

Il rischio di non assu­mere i pre­cari della scuola annun­ciato da Renzi «è una pura ope­ra­zione di ven­detta: sic­come non gli abbiamo dato ragione dice che non si assume» ha soste­nuto la segre­ta­ria della Cgil, Susanna Camusso, durante la tra­smis­sione Bal­larò. Il mini­stro del lavoro Poletti, pre­sente in tra­smis­sione, ha riba­dito la linea del governo:«le assun­zioni sono pre­vi­ste entro un dise­gno orga­niz­zato dalla scuola» e non è giu­sto «assu­mere senza defi­nire gli obiet­tivi». Poi, prag­ma­ti­ca­mente, «se non sarà pos­si­bile faremo i conti con la realtà, come negli anni pas­sati». La replica della Camusso ha colto un altro aspetto della pro­te­sta, emersa nell’ultimo mese e mezzo: «A Renzi sin­ce­ra­mente dà fasti­dio l’unità della scuola e non solo dei sindacati».

La pro­po­sta, impli­cita, di Renzi a riti­rare 2.156 emen­da­menti, 500 sub-emendamenti e 94 ordini del giorno al Ddl è stata riget­tata. «Quello di Renzi – sosten­gono i par­la­men­tari 5 Stelle – è un com­por­ta­mento mise­re­vole. Le assun­zioni non sal­te­ranno per colpa delle oppo­si­zioni e dei loro emen­da­menti. Que­sta è una men­zo­gna, è solo la dispe­ra­zione di un pre­mier che dopo la bato­sta elet­to­rale rove­scia il tavolo per­ché sa di non avere la forza poli­tica per far appro­vare il prov­ve­di­mento». «Il ricatto di Renzi è quanto di più cinico e inac­cet­ta­bile si possa imma­gi­nare» aggiun­gono Lore­dana De Petris, e Ales­sia Petra­glia (Sel) — Non c’è nes­sun ostru­zio­ni­smo e se si è appena ini­ziato a votare in com­mis­sione è solo per volontà del governo e del Pd. Pos­si­bile che pro­prio quando si tratta della vita di decine di migliaia di lavo­ra­tori non si possa ricor­rere a un decreto?». Sod­di­sfa­zione arriva dalla sini­stra Pd che, con Miguel Gotor, apprezza la «pausa di rifles­sione di Renzi» e chiede un decreto per l’assunzione dei 100 mila ostaggi in mano al governo. «La con­fu­sione totale in cui si trova il pre­mier è a dir poco pre­oc­cu­pante — osserva Forza Ita­lia in una nota — prima approva il prov­ve­di­mento alla Camera, poi annun­cia che con­vo­cherà sullo stesso tema una con­fe­renza nazio­nale con tutto il mondo della scuola e con i sin­da­cati, quindi ha addi­rit­tura il corag­gio di affer­mare che se non ci saranno le assun­zioni pro­messe la colpa è dell’opposizione che ha pre­sen­tato emen­da­menti sacro­santi e legit­timi. Ma chi vuole pren­dere in giro?».



Related Articles

Mediobanca, una poltrona per due

Loading

Fondazioni e fondi verso liste in competizione per il posto in consiglio Mediobanca, una poltrona per due. Entro pochi giorni (il 3 ottobre) vanno presentate le liste per il consiglio, e anche i soci di minoranza dovranno indicare i propri candidati per il posto loro riservato nel board e per la presidenza del collegio sindacale.

Addio definitivo ai 20 miliardi promessi ora si “trema” da Cassino a Pomigliano

Loading

Dimenticare Fabbrica Italia. Quello che appare un clamoroso autogol mediatico del Lingotto – ripetere con enfasi quanto finora si era detto sottovoce, e cioè che non si possono mantenere le promesse – diventa in realtà  il prezzo necessario da pagare al doloroso passo successivo. Che sarà , inevitabilmente, la riduzione della capacità  produttiva installata in Italia. Con tagli di personale o addirittura con nuove chiusure di stabilimenti? Marchionne scioglierà  il dilemma il 30 ottobre.

WikiLeaks: rivelati gli accordi segreti sul Tisa Ecco le future regole internazionali del mercato

Loading

Nei documenti riservati il funzionamento del futuro mercato dei servizi in base agli accordi tra 24 potenze mondiali. Liberalizzazione nei settori chiave: lavoro, sanità, ricerca scientifica, banche, finanza e trasporti

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment