Putin in Italia: la questione sanzioni

Putin in Italia: la questione sanzioni

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 MILANO La giornata di Putin all’Expo. La giornata di Renzi che cerca l’appoggio di Putin. Per il National Day della Russia si era molto puntato su questa presenza d’eccezione, il primo di una serie di leader internazionali attesi all’esposizione nei prossimi quindici giorni, ma forse il più importante per la strategia politica che Renzi sta tessendo. L’ospite arriva con un’ora di ritardo, accompagnato dai ministri degli Esteri Sergei Lavrov e dello Sviluppo Economico Alexei Ulyukaev, acclamato dai molti turisti volati per l’occasione dalla Russia e accolto da Renzi insieme al ministro Maurizio Martina e dal commissario unico Giuseppe Sala.
Dopo l’alzabandiera e i saluti istituzionali, la coppia Putin-Renzi va prima a visitare il padiglione russo: «Uno dei più grandi, dove abbiamo messo in mostra le nostre conquiste nella scienza come nell’agricoltura, insieme alle tradizioni secolari della Russia in campo alimentare». Renzi, dopo la battuta («Spero che nelle degustazioni del mattino non sia prevista la vodka a digiuno»), assaggia il «kvass», la classica bevanda russa fermentata poco alcolica. Il premier segue il percorso con attenzione e plaude al successo di pubblico decretato nel primo mese da oltre mezzo milione di visite. Nel frattempo, alcune delle imprese italiane che hanno lavorato alla realizzazione del padiglione lamentano il fatto di non essere state pagate.
Si prosegue con la veloce visita a Palazzo Italia: il premier insiste più volte sull’importanza dei contenuti di questa Expo, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, occasione per parlare del problema della fame e dello spreco, e presenta la Carta di Milano, eredità culturale che impegna istituzioni, aziende e singoli cittadini a impegnarsi, ciascuno per la propria parte, in questa battaglia. Alla fine della giornata, anche la Russia annuncia che sottoscriverà il documento. In una delle sale riservate del Palazzo, messa a disposizione dal commissario del Padiglione Italia Diana Bracco, si svolge l’atteso faccia a faccia fra i due leader, durante il quale si parla dei temi al centro dell’agenda politica: dalle sanzioni alla Russia, dalle minacce del terrorismo ai prossimi appuntamenti internazionali.
I leader si presentano in conferenza stampa in un clima, almeno apparente, di sintonia: Putin ribadisce che «l’Italia è un grandissimo partner istituzionale della Russia» e osserva, a proposito dei blocchi commerciali, che «gli imprenditori italiani non vogliono interrompere i rapporti con noi». Aggiunge, gelido: «Molti progetti purtroppo sono fermi e a causa delle sanzioni non possono essere realizzati. Questo ci danneggia: quindi o togliamo le sanzioni o dovremo usare altri strumenti e altre soluzioni». Renzi abbozza e si appella al protocollo Minsk II, «la nostra stella polare che ci consentirà di superare la stagione della crisi». E l’Italia si impegna a «far sì che il protocollo sia applicato nella sua interezza, che si chiuda la vicenda ucraina e si superi questa delicata fase».
C’è spazio anche per il tema del terrorismo e del Mediterraneo: «Il ruolo della Russia — sottolinea Renzi — è molto importante e la Russia deve essere in prima fila per affrontare le minacce globali». Certo, Mosca è ancora esclusa dal G7: «Noi avevamo rappresentato un punto di vista diverso, ma hanno deciso che non serviva», taglia corto il presidente russo.
Al pranzo d’onore sono presenti i manager di molte importanti aziende italiane e russe: il ceo di Generali Mario Greco, il leader degli industriali Gianfelice Rocca, Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Michele Elia (Fs), Mauro Moretti (Finmeccanica), Claudio Descalzi (Eni) e Francesco Starace (Enel). Tra i big russi Alexei Miller di Gazprom, e Igor Sechin di Rosneft. Già: perché la Russia interessa, eccome.
Elisabetta Soglio


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