Famiglie, sale il potere di acquisto

Famiglie, sale il potere di acquisto

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  MILANO . Nel primo trimestre del 2015 sale il potere di acquisto degli italiani che però, almeno per il momento, preferiscono mettere da parte i soldi anziché spenderli. Questa, in sintesi, la fotografia scattata dall’Istat, secondo cui da gennaio a marzo il reddito reale delle famiglie, e dunque il loro potere di acquisto, è salito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% su base annua, incrementi che non si vedevanodal lontano 2007. Si tratta di dati “corretti” per l’inflazione. Senza tenere conto della dinamica dei prezzi, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti, nel primo trimestre, risulta in crescita dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,6% dall’analogo periodo del 2014.
Nonostante l’aumento dei redditi, la dinamica dei consumi non è apparsa brillante. La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti – calcola sempre l’Istat – è diminuita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ed è aumentata dello 0,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014. Se gli italiani, da una parte, hanno ridotto i consumi, dall’altra, hanno messo da parte più soldi. Nel primo trimestre, infatti, la propensione al risparmio delle famiglie, al netto della stagionalità, è stata pari al 9,2%, in aumento dello 0,8% dal trimestre precedente e dello 0,6% da un anno prima.
Proprio la riduzione dei consumi degli italiani spinge il sistema delle cooperative (coop) ad affrontare nuove sfide, a partire da quella dell’efficienza, anche sui costi. Tutti temi che ieri sono stati al centro dell’assemblea annuale delle coop presieduta da Marco Pedroni. L’evento ha fornito l’occasione per fotografare il sistema delle coop, che nel 2014, dopo sette anni ininterrotti di crisi dei consumi, ha mostrato una certa tenuta. La quota di mercato si è posizionata intorno al 19% con un fatturato pari a 12 miliardi e 421 mila euro, contro, rispettivamente, il 19,1% e i 12 miliardi e 724 mila euro del 2013. Quanto alla base sociale, nel 2014 ha sfiorato gli 8 milioni e mezzo, con un aumento del 3,1% rispetto al 2013. Una nota di Coop Italia sottolinea una tenuta anche sul versante occupazionale, con 54.591 dipendenti, oltre il 90% dei quali a tempo indeterminato.
Passando dalle famiglie allo Stato, l’Istat sottolinea come il deficit, tra gennaio e marzo, sia sceso al 5,6% del prodotto interno lordo (Pil). Era da otto anni che non si vedeva un valore sotto il tetto del 6 per cento.
Inoltre, la spesa per interessi passivi sul debito pubblico, nel primo trimestre dell’anno in corso, si è ridimensionata del 14% da 16,969 a 14,599 miliardi.


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