Pro­crea­zione assistita, arrivano le linee guida. Restano le lacune

Pro­crea­zione assistita, arrivano le linee guida. Restano le lacune

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Final­mente ieri il mini­stro della Salute, Bea­trice Loren­zin, ha ema­nato le nuove linee guida che rego­lano la Pro­crea­zione medi­cal­mente assi­stita. Le ultime risal­gono al 2008 e secondo quanto pre­vi­sto dalla legge 40/2004 sareb­bero dovute essere aggior­nate almeno ogni tre anni. Facendo pochi cal­coli sem­plici, il mini­stero per quat­tro anni, pre­sup­po­nendo un even­tuale aggior­na­mento nel 2011, ha vio­lato la legge. Que­sto lo abbiamo fatto pre­sente più volte, pre­sen­tando anche una dif­fida for­male con­tro il ministero.

Ave­vamo pro­prio biso­gno di una bus­sola per esplo­rare il nuovo ter­reno della fecon­da­zione assi­stita che è mutato molto dalla pro­mul­ga­zione della legge. Basti pen­sare che dal 2008 ci sono state ben tre sen­tenze della Corte Costi­tu­zio­nale, che hanno rimo­du­lato la legge 40 del 2004, eli­mi­nando, rispet­ti­va­mente, il numero mas­simo di tre embrioni da creare e tra­sfe­rire in un unico e con­tem­po­ra­neo impianto, il divieto di fecon­da­zione ete­ro­loga, il divieto di accesso alla dia­gnosi pre-impianto per le cop­pie fer­tili por­ta­trici di pato­lo­gie genetiche.

Pro­prio quest’ultima deci­sione della Con­sulta, pub­bli­cata in Gaz­zetta Uffi­ciale il 5 giu­gno, è stata igno­rata nelle linee guida, nono­stante i giu­dici nel testo della sen­tenza aves­sero sot­to­li­neato la neces­sità di un inter­vento del legi­sla­tore in base all’evoluzione tec­nico scien­ti­fica. Inol­tre manca l’indicazione per una cam­pa­gna infor­ma­tiva per la dona­zione dei gameti, sia maschili che fem­mi­nili, utili per la fecon­da­zione ete­ro­loga: sono tan­tis­sime le cop­pie che scri­vono all’Associazione Luca Coscioni per denun­ciare la man­canza di ovo­citi e sper­ma­to­zoi nei cen­tri di fecondazione.

Come si può appren­dere dal sito del mini­stero della Salute nel 2014 e nel 2015 sono state effet­tuate undici cam­pa­gne infor­ma­tive: per­ché non farne una che potrebbe far capire a molti cit­ta­dini che insieme si pos­sono far nascere molti bam­bini? Eppure la piaga della bassa nata­lità che affligge il nostro Paese sta a cuore al mini­stro Lorenzin.

Poi, c’è sem­pre lo spau­rac­chio dell’eugenetica. Nel comu­ni­cato del mini­stero si può leg­gere: «Per esclu­dere ille­git­time sele­zioni euge­ne­ti­che, alle cop­pie che acce­dono all’eterologa non è con­sen­tito sce­gliere par­ti­co­lari carat­te­ri­sti­che feno­ti­pi­che del dona­tore». In Ita­lia non c’è mai stata la scelta delle carat­te­ri­sti­che feno­ti­pi­che, ma solo la richie­sta di abbi­na­mento in base alla com­pa­ti­bi­lità sani­ta­ria e di carat­te­ri­sti­che soma­ti­che della cop­pia con il futuro bambino.

Per­ché stru­men­ta­liz­zare alcuni ter­mini? Forse è solo un pre­te­sto per osta­co­lare l’applicazione della tec­nica? Inol­tre, il mini­stero con­ti­nua ad affer­mare che le tec­ni­che di Pma saranno incluse nei Livelli essen­ziali di assi­stenza. Ma quando ver­ranno aggior­nati? Anche su que­sto punto i malati e i disa­bili stanno vivendo da troppi anni una situa­zione di com­pleto abban­dono e indif­fe­renza da parte del governo che ha scelto di non impe­gnarsi nell’aggiornamento.

Si riba­di­sce, in ultimo, che è vie­tata qual­siasi spe­ri­men­ta­zione sugli embrioni non ido­nei per una gra­vi­danza: gli scien­ziati ita­liani sono oggi costretti ad uti­liz­zare cel­lule sta­mi­nali embrio­nali impor­tate dall’estero, come ha sot­to­li­neato lo scien­ziato Michele De Luca in un appello inviato pro­prio ieri ai par­la­men­tari e ai mem­bri di governo. Un para­dosso che potrebbe essere eli­mi­nato can­cel­lando que­sto divieto dalla legge 40 e per­met­tendo ai ricer­ca­tori ita­liani di ten­tare la strada per nuove cure a malat­tie al momento ingua­ri­bili. Baste­rebbe un atto del governo ad anti­ci­pare un nuovo inter­vento della Corte costi­tu­zio­nale che su que­sto si dovrà pronunciare.

*Segre­ta­rio dell’Associazione Luca Coscioni



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