Ucciso dai carabinieri intervenuti per un Tso

by redazione | 31 Luglio 2015 10:45

Loading

Doveva essere un nor­male Tso, trat­ta­mento sani­ta­rio obbli­ga­to­rio. È diven­tata una tra­ge­dia, fra i campi di Car­mi­gnano (la fra­zione di Sant’Urbano, 2.125 anime nella Bassa pado­vana).
Mauro Guerra, tren­tenne, un pas­sato da parà e un fisico mas­sic­cio (più di un quin­tale per 190 cen­ti­me­tri), nono­stante la lau­rea e la pas­sione arti­stica, con­ti­nua a mani­fe­stare disturbi. Mer­co­ledì è la fami­glia che allerta cara­bi­nieri e 118. Non è la prima emer­genza del genere: i pre­ce­denti di Mauro sono tali che si attiva la pro­ce­dura per il Tso. Ma la situa­zione sfugge di mano: il ragazzo che indossa solo mutande e cal­zini in un primo momento sem­bra «gesti­bile», ma poi giu­sto davanti all’ambulanza dà in escan­de­scenze e rie­sce a sfug­gire.
I cara­bi­nieri lo inse­guono: il bri­ga­diere Ste­fano Sarto, 47 anni, arriva a «plac­carlo». Ma una volta a terra, Mauro rea­gi­sce con tutta la sua forza. Calci e pugni, fin­ché — secondo le testi­mo­nianze — ini­zia a col­pire il mili­tare alla testa. Così il coman­dante di sta­zione, il mare­sciallo Marco Pego­raro (inse­diato da tre mesi nella caserma com­pe­tente a cavallo fra Bassa e Pole­sine) estrae la Beretta cali­bro 9 d’ordinanza. Spara in aria. Ma la col­lut­ta­zione non si esau­ri­sce. Così spara ancora e que­sta volta col­pi­sce Mauro ad un fianco.
In breve, la tra­ge­dia si con­suma per­ché i sani­tari già pre­senti non pos­sono evi­tarla. Medici e infer­mieri pre­senti per il Tso cer­cano di fer­mare l’emorragia. E intanto pro­ce­dono con il mas­sag­gio car­diaco, men­tre da Tre­viso si alza in volo anche l’elisoccorso. Tutto inu­tile. Mauro spira in mezzo ai campi, men­tre arriva la sorella dispe­rata che non rie­sce a supe­rare l’area peri­me­trata intorno al cada­vere.
Tra­scorre così più di un’ora. Il len­zuolo bianco con il cada­vere del ragazzo e il via vai di cara­bi­nieri, inqui­renti e sani­tari. Elena Guerra sbotta fra le lacrime: «Lo ha visto prima il bec­chino di me». E ancora: «Nean­che un cane si ammazza così. Lo avete ucciso, lo avete ucciso». Cerca un avvo­cato, ma anche di con­tat­tare l’associazione Fede­rico Aldro­vandi. Poi insieme ai geni­tori affronta anche i cro­ni­sti. Una fami­glia già pro­vata, alle prese con una morte impre­ve­di­bile e che è già diven­tata un caso.
Di Mauro affiora il pro­filo FB con le foto di qua­dri, magliette e dise­gni ispi­rati ad una fede reli­giosa per­so­na­liz­zata. Si era lau­reato in Eco­no­mia azien­dale, lavo­rava con un com­mer­cia­li­sta e di notte gra­zie al suo fisico faceva anche il but­ta­fuori. In gio­ventù, para­dos­sal­mente, cara­bi­niere ausi­lia­rio nel reg­gi­mento para­ca­du­ti­sti. Poi cul­tore di body buil­ding. Da tempo, Mauro era pro­ta­go­ni­sta di epi­sodi all’attenzione dei cara­bi­nieri: vio­lenza in casa, com­por­ta­menti «strani», stra­nezze in piazza.
Ma ora il Tso è sfo­ciato in ben altro. Spetta alla Pro­cura della Repub­blica di Rovigo accer­tare cos’è acca­duto a Car­mi­gnano. Primo passo dell’inchiesta sarà l’esito dell’autopsia.
I cara­bi­nieri sono nell’occhio del ciclone. Il coman­dante che ha spa­rato dovrà rispon­derne alla magi­stra­tura e all’Arma. Il col­lega è stato rico­ve­rato in pro­gnosi riser­vata: il referto del pronto soc­corso parla di frat­tura della teca cra­nica, della man­di­bola e di sei costole.
I geni­tori di Mauro hanno riba­dito: «Era da solo e in mutande, non poteva far male». E sosten­gono che nes­suno della fami­glia aveva aller­tato il 118. Mauro era a casa con il fra­tello minore. Un altro aspetto che adesso dovrà essere appu­rato nell’inchiesta.

Post Views: 343

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2015/07/ucciso-dai-carabinieri-intervenuti-per-un-tso/