Ferguson, un anno dopo cortei blindati e proteste

by redazione | 10 Agosto 2015 8:44

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NEW YORK . Molti temevano nuovi episodi di violenza nel primo anniversario della morte di Michael Brown, il diciottenne afro-americano fermato e ucciso a Ferguson da un poliziotto bianco. E ieri le strade della cittadina del Missouri, alle porte di St. Louis, diventata il simbolo dell’America razzista e, assieme, la bandiera della nuova campagna anti-razzista “Black Lives Matter”, erano pattugliate da decine di auto della polizia, mentre le truppe statali proteggevano i centri commerciali che furono saccheggiati durante le rivolte dell’agosto 2015 seguite alla morte di Brown. Ma a dispetto di tante misure di sicurezze e dell’allarme per alcuni colpi di pistola, poi rivelatosi infondato, a Ferguson tutto si è svolto in un clima teso, ma pacifico: guidato dal padre di Michael, che indossava una maglietto con la scritta “Chosen for Change” (Prescelto per il cambiamento), un grande corteo di protesta si è snodato per le strade cittadine.
Centinaia di neri e di bianchi, di vecchi e di bambini, si erano dati appuntamento nel quartiere dove Brown, che era disarmato e assieme a un amico, fu fermato il 9 agosto 2014 dall’agente Darren Wilson. Il quale, pensando che il giovane volesse rubargli la pistola, gli sparò a bruciapelo. Il cadavere del diciottenne fu lasciato per quattro ore e mezza per la strada: un segno di incuranza e disprezzo da parte della autorità, stigmatizzato ieri da 4 minuti e mezzo di silenzio della folla di Ferguson. Poi il corteo ha ripreso il cammino, passando accanto a un memoriale improvvisato di orsetti di peluche, candele e fiori, e a una placca di metallo a ricordo di Michael Brown.
Dopo una inchiesta ufficiale sulla sua morte, che ha sollevato molta indignazione, l’agente Wilson è stato prosciolto da ogni responsabilità. In compenso un rapporto di 102 pagine del ministero della giustizia ha accusato la polizia di Ferguson di alimentare pregiudizi razziali. Ieri, in coincidenza con l’anniversario dell’uccisione di Brown, altre proteste si sono svolte in varie città americane, da New York a Baltimora. E tutte con lo stesso obiettivo: denunciare la violenza della polizia — e soprattutto dei poliziotti bianchi — contro gli afro-americani.
Negli ultimi mesi questi episodi si sono moltiplicati e sicuramente hanno colpito l’opinione pubblica, perché spesso sono stati filmati dalle telecamere indossate dagli agenti. Proprio venerdì, del resto, un altro giovane studente, nero e disarmato, Christian Taylor, 19 anni, è stato ucciso dalla polizia di Arlington, nel Texas, non lontano da Dallas. Secondo gli agenti Taylor era entrato in una concessionaria di auto e stava vandalizzando i veicoli. Ci sono alcuni filmati che lo confermerebbero, ma sul caso indagano non solo le autorità locali, ma anche l’Fbi.
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