Spari sul treno, tre feriti torna l’incubo in Francia “La pista del terrorismo”

Spari sul treno, tre feriti torna l’incubo in Francia “La pista del terrorismo”

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PARIGI . Cercava una strage. Forse sul treno su cui viaggiava. Forse a Parigi dove sarebbe sceso nel giro di due ore. Ha ferito gravemente due militari in borghese: un marine americano e un soldato britannico della Sas. Hanno cercato di bloccarlo. Il primo si è preso un proiettile al ventre; il secondo un fendente al petto. Versano entrambi in gravi condizioni. Ferito leggermente alla mano anche un volto noto al pubblico francese: l’attore Jean-Hugues Anglade. Ha assistito alla scena e ha tirato il freno di emergenza per bloccare il treno.
In Francia scatta di nuovo l’allarme terrorismo. Torna l’incubo di
Charlie Hebdo , la strage dei giornalisti, la fuga dei fratelli Kouachi, l’assedio alla tipografia, il sequestro degli ostaggi nel negozio kosher, la sparatoria finale per rompere il nuovo assedio, l’uccisione del terzo terrorista Amedy Coulibaly.
È finita in modo diverso. Per puro caso. Grazie all’istinto di due militari dei corpi speciali che si trovavano sullo stesso treno. Il nome dell’ultimo potenziale killer della galassia islamica resta ancora segreto. Si sa che è di origine maghrebina. Bloccato e poi arrestato si è limitato a precisare: «Sono marocchino». Si sa anche che ha 26 anni ed è una vecchia conoscenza dei servizi segreti. Faceva parte della lista delle persone “sensibili”: un combattente della jihad, uno dei tanti “lupi solitari” pronti ad immolarsi e a colpire nel nome di Allah. Era pesantemente armato. Oltre al fucile Ak-47 con cui ha ferito gravemente uno dei due militari aveva una pistola automatica, un coltello, forse un’ascia, e altri nove caricatori. Sono stati ritrovati all’interno di una sacca che appartiene all’uomo.
Accade tutto in pochi minuti. Il giovane viaggia a bordo di un treno ad Alta velocità, in viaggio da Amsterdam a Parigi. È salito nella capitale olandese ed è diretto in Francia. Sono le 17,45. Si chiude in bagno nell’ultimo vagone del convoglio.
Due militari americani in vacanza sono a pochi metri. Parlano tranquillamente. Ma si accorgono subito di un rumore che è familiare. Il tipico rumore di un’arma pesante. Un click meccanico, secco: la leva laterale che si tira per innestare la pallottola dal caricatore in canna. Sono esperti, sanno bene cosa significa. Non perdono tempo. Bussano energicamente sulla porta della toilette e si preparano allo scontro. All’interno c’è qualcuno armato. Ha il colpo in canna. Vuole sparare. Il killer imbraccia un Ak-47. Un’arma da guerra. Ha un calibro 7,62. Micidiale.
Il treno ad Alta velocità internazionale, un Thalys, sta ormai sfrecciando verso Parigi. A bordo ci sono 300 passeggeri. I due militari insistono, alzano la voce, urlano. Continuano a tempestare di pugni la porta. Due metri più avanti c’è l’attore Jean-Hugues Anglade. Assiste alla scena. Resta interdetto. Attende. La porta del bagno si spalanca. Esplodono i primi colpi di pistola. Il rumore è assordante. I proiettili schizzano dappertutto. Uno colpisce il militare che cade a terra. Il suo collega si lancia sull’aggressore, la lotta è breve ma violenta. Alla fine anche il secondo militare viene colpito. Anglade spacca il vetro del freno di emergenza e tira la leva. Si ferisce alla mano, ha due dita frattu- rate. Il treno rallenta di colpo, i passeggeri sono già scossi, non capiscono ma hanno sentito distintamente i colpi, le grida, le urla dei feriti.
Il killer non ha scampo. Pestato e ferito, resta a terra. Il convoglio è dirottato verso la piccola stazione di Arras a due passi da Pas-de-Calais, nel nordest della Francia. Le porte sono bloccate. Nessuno può scendere. È circondato dagli agenti della Brigata criminale (Bac). I passeggerivengono dirottati verso la grande sala d’aspetto della stazione: ognuno è controllato e identificato. Alcuni si sentono male. Molti sono scioccati. Arriva il ministro dell’Interno Bernard Cazaneuve. E’ scuro in volto. Si accerta delle condizioni dei feriti, li ringrazia per un intervento che è stato decisivo per evitare una probabile strage. «Hanno avuto un grande sangue freddo». Fornisce pochi dettagli ma parla apertamente di “attacco terroristico”. La matrice è ormai chiara: un nuovo assalto della jihad alla Francia.


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