«Signor Renzi, lei non si è sbarazzato di me, ma della sua anima. Torni presto fra i democratici europei». Yanis Varoufakis ha ascoltato, letto, quell’accenno del leader del Pd alle elezioni greche fatto lunedì in direzione. E non ha gradito la battuta «anche “sto Varoufakis se lo semo” tolto di mezzo». E risponde: guarda caro Renzi che io sono ancora in campo.
Fin qui nulla di molto serio. Battuta contro battuta. Ma l’ex ministro greco non ha proprio intenzione di restare inerte e parte all’attacco. «Sono vivo e vegeto politicamente — insiste — e le persone in Italia mi riconoscono quando cammino per le strade del vostro bel Paese».
Premessa per una dura stoccata politica. «No, ciò di cui si è sbarazzato, partecipando a quel colpo vile contro Alexis Tsipras e contro la democrazia greca lo scorso luglio, è stata la sua integrità come un democratico europeo. E forse si è sbarazzato anche della sua anima ». Frase al veleno, conclusa da un auspicio: «Non vedo l’ora di vedere il suo ritorno nei ranghi dei democratici europei».
Potrebbe innescarsi una bella polemica. Ma Palazzo Chigi preferisce usare l’arma dell’ironia. Il portavoce di Renzi, Filippo Sensi, posta così sul suo sito un video in cui una ragazza bionda bacia l’anaffettivo vulcaniano Spock, il personaggio di Star Trek che la Rete accosta per caratteristiche fisiche a Varoufakis.
Ma l’ex ministro ha tirato in ballo l’anima, argomento che a sinistra ha sempre un suo appeal. Anche perché la sinistra italiana su questa nuova vittoria di Tsipras si divide e si accapiglia. Con Renzi e i renziani che sono comunque capaci di innescare la polemica. Grazie soprattutto all’accenno a chi «di scissione ferisce di scissione perisce». Ma è evidente che quando Renzi, parla della Grecia e di Varoufakis l’obiettivo è la variegata minoranza interna del Pd. Sopratutto quella parte che sembra sognare la grande avventura di un nuovo partito alla sinistra dei democratici.
Il primo tirato in ballo è naturalmente Stefano Fassina, che dal Pd è giù uscito che dice «da noi sarà diverso». «Consiglierei più cautela all’attuale premier italiano », dice il vendoliano Arturo Scotto. E a chi dice che “Tsipras è il Renzi greco”, Fratoianni di Sel dice: «Non ce la fanno a capire che Syriza sta nella sinistra».
La polemica divampa così sui giornali. Con “Il Foglio” che invita Renzi ad andare fino in fondo e provocarla questa scissione. Il “Fatto Quotidiano”, invece è convinto che la vittoria di Tsipras sia la tomba della sinistra. Al Manifesto al contrario ci si spende in difesa di Tsipras e per dimostrare che Renzi è una cosa e Tsipras un’altra. Ma altre battute di Renzi arrivano anche sulla stampa estera. Finiscono nel mirino di quella inglese le frasi sul nuovo leader del Labour Jeremy Corbyn che «non canta l’inno» e sul Partito laburista che mostra di «godere nel perdere» le elezioni.
Il “Financial Times”, definisce il riferimento di Renzi un «attacco aspro» e «insolito ». Anche perché, scrive il giornale della City, «i capi di governo sono di solito attenti ad attaccare leader di opposizione con i quali potrebbero in teoria dover trattare » in futuro. Tanto più, nota ancora il giornale londinese, che «il Pd italiano e il Labour britannico sono alleati nel Pse». E anche il ”Guardian” definisce le parole di Renzi, «quasi senza precedenti» e dei veri e propri «insulti».