«Porteremo in cor­teo anche i rifugiati»

«Porteremo in cor­teo anche i rifugiati»

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Por­tare anche i rifu­giati e i richie­denti asilo al cor­teo di Vene­zia. Gli orga­niz­za­tori della Mar­cia delle donne e degli uomini scalzi hanno deciso di ren­dere ancora più forte la loro mani­fe­sta­zione, e per que­sto ieri hanno anche lan­ciato una sot­to­scri­zione per sov­ven­zio­nare le tra­sferte. L’Iban è IT37Z0359901899050188529276, inte­stato a Asso­cia­zione Upgrade, cau­sale «soste­gno mar­cia don­neuo­mi­ni­scalzi». L’estratto conto delle dona­zioni e la lista com­pleta delle spese verrà pub­bli­cata sul sito web della mani­fe­sta­zione.

D’altronde, lo spi­rito della mar­cia è pro­prio que­sto, e ieri gli orga­niz­za­tori lo hanno spie­gato in una con­fe­renza stampa a Mon­te­ci­to­rio: pre­ten­dere cer­ta­mente dalla poli­tica un diverso sistema di acco­glienza e di asilo, sia per l’Italia che per l’Europa, ma riac­cen­dendo la par­te­ci­pa­zione e la “cit­ta­di­nanza attiva” di cia­scuno di noi. Tutti pos­siamo andare in piazza, domani, ma dal giorno dopo si può fare volon­ta­riato per i rifu­giati, si può acco­glierli nelle nostre case, donare quanto neces­sa­rio. La società civile, insomma, si deve riattivare.

Intanto la Mar­cia si amplia e si mol­ti­plica: la “madre” vene­ziana (ricor­diamo l’appuntamento domani alle 17 a Santa Maria Eli­sa­betta al Lido) ha già pro­dotto 74 marce locali in altret­tanti comuni, grossi e pic­coli, ita­liani. Tan­tis­sime le ade­sioni di arti­sti, poli­tici, gior­na­li­sti e per­so­na­lità della cultura.

Giu­lio Mar­con (par­la­men­tare di Sel), uno degli idea­tori della Mar­cia, ha spie­gato ieri che ci sono almeno quat­tro obiet­tivi da rea­liz­zare: «Chiu­dere i cen­tri di deten­zione; porre il pro­blema del diritto di cit­ta­di­nanza e di voto; acco­gliere tutti, senza se e senza ma; inte­grare». Ma soprat­tutto, con­cor­dano le asso­cia­zioni ade­renti, si devono creare imme­dia­ta­mente dei cor­ri­doi uma­ni­tari per i rifu­giati, evi­tando gli hotspot voluti dalla Ue e già fatti pro­pri dal governo ita­liano, che rischiano di diven­tare nuovi cen­tri di iden­ti­fi­ca­zione e di sele­zione, con l’effetto quasi certo di dar luogo a discri­mi­na­zioni e a vio­la­zioni dei diritti umani.

A sot­to­li­neare l’urgenza dell’apertura di cor­ri­doi uma­ni­tari per i pro­fu­ghi è il regi­sta Andrea Segre, che spiega come alla Mar­cia si potrà vedere «un Veneto che le cro­na­che di solito non rac­con­tano, quello della soli­da­rietà e dell’accoglienza». Dall’altra parte dell’Italia, si mar­cerà a Poz­zallo, luogo sim­bolo della tratta dei migranti e delle tra­ge­die del Mediterraneo.

Gianni Ruf­fini, di Amne­sty, spiega che la Mar­cia «chie­derà il rispetto della Con­ven­zione sullo sta­tus di rifu­giato», e ricorda che «il 70–75% delle per­sone che attra­ver­sano i con­fini per rag­giun­gere l’Europa potreb­bero farlo legal­mente, per­ché hanno tutti i requi­siti per la richie­sta del diritto di asilo». «No all’ipocrisia dell’“aiutiamoli a casa loro” — con­clude Amne­sty — quando l’Europa ha già esau­rito i fondi per l’assistenza. Creiamo piut­to­sto dei per­corsi sicuri, protetti».

Loris De Filippi, di Medici senza fron­tiere, porta l’esperienza di lavoro sul campo. E, pro­prio per evi­tare che tutto si con­cluda in chiac­chiere o pas­se­relle, invita a «disob­be­dire»: «Pren­diamo esem­pio da chi in que­sti giorni non ha aspet­tato le dispo­si­zioni o i tempi delle auto­rità, si è messo in mac­china e ha accolto i rifu­giati. Andiamo a Lesbo, dove ci sono già 16 mila per­sone, pren­dia­moli con noi, por­tia­moli a Monaco, a Roma, a Parigi».

«È giu­sto e sacro­santo riven­di­care miglio­ra­menti dalla poli­tica, e guar­diamo con pre­oc­cu­pa­zione al ver­tice euro­peo del 14 — dice Gra­zia Naletto, di Sbi­lan­cia­moci — ma è fon­da­men­tale non dele­gare. Dob­biamo acco­gliere tutti, non solo i siriani, ma anche gli africani».

Don Armando Zap­po­lini, di Cnca, sot­to­li­nea che «i rifu­giati scap­pano da guerre che noi abbiamo por­tato nelle loro terre per l’acqua e il petro­lio». E invita a cam­mi­nare «scalzi», ma in più «arrabbiati».

Filippo Mira­glia, dell’Arci, segnala il peri­colo dei cin­que hotspot che il governo vuole aprire in Ita­lia, su impulso della Ue: «Non sono Cie, quindi non potrà esserci inter­vento del magi­strato. Si verrà dete­nuti quasi cer­ta­mente più di 48 ore, e per que­sto il rischio di vio­la­zione dei diritti umani è alto. Sarà impor­tante per­ciò vigilare».

In piazza anche Cgil, Cisl, Uil, la Fiom. A Vene­zia sfi­lerà Susanna Camusso. Si ter­ranno mani­fe­sta­zioni anche a Parigi e Lip­sia. Sabato 12 altri cor­tei in tante città euro­pee. La pre­si­dente della Camera Laura Bol­drini ha rice­vuto una dele­ga­zione della Mar­cia: «L’Europa 2.0 dovrà neces­sa­ria­mente guar­dare agli Stati Uniti d’Europa — ha detto — Serve un sistema con­di­viso di asilo. La mar­cia è impor­tante: aggrega e dà modo di partecipare».



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