ROMA. Proteste davanti al ministero dell’Economia, bagarre in Aula da parte della Lega: è di nuovo emergenza sul fronte esodati. La via crucis di chi – per via dell’innalzamento dell’età pensionabile introdotta dalla riforma Fornero nel 2011- è rimasto senza stipendio e senza pensione non è ancora finita. Sono quasi in 50 mila ad aspettare l’uscita dall’incubo e in attesa di avere una risposta definitiva da parte del governo, ieri i sindacati e la Rete dei comitati esodati ha organizzato un sit-in di protesta davanti al ministero dell’Economia.
Il nodo si è stretto dopo che, una decina di giorni fa , il governo ha deciso di incamerare le risorse risparmiate dalla gestione del Fondo esodati ( 500 milioni per il periodo 2013 e 2014) per destinarli alla riduzione del debito pubblico. Soldi «scippati » sia secondo gli esodati che secondo la Commissione Lavoro della Camera che sta discutendo sul caso. Alle sei operazioni di salvaguardia già varate dai governi negli scorsi anni, ne va infatti aggiunta una settima, destinata a tutelare i 49.500 ex lavoratori rimasti senza reddito che dovrebbero andare in pensione entro il 2018. Va fatta chiarezza sui conti (per l’Inps i risparmi del Fondo esodati ammontano a 3 miliardi e 300 milioni) e va capito come Palazzo Chigi intende procedere per trovare le nuove coperture. Ecco il perché della protesta di ieri davanti al ministero dell’Economia da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, amplificata poi dalla bagarre in Aula messa in scena dalla Lega. Guidati dal leader Matteo Salvini i deputati del Carroccio hanno infatti alzato cartelli con sopra scritto “Renzi ladro di pensioni” costringendo il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, a sospendere la seduta chiedendo l’intervento dei questori. Stesso copione al Senato dove la Lega, sempre munita di cartelli, ha occupato i banchi del governo.«Cancelliamo la Fornero e non solo la legge – ha detto Salvini con una ennesima frase choc. «Io sono pacifico – ha tenuto a precisare- ma di fronte ad una legge come quella, questo palazzo lo tiriamo giù a testate ».
La questione ora è sul tavolo del governo che dovrà decidere in tempi stretti: si sa che sul caso il ministro dell’Economia e quello del Lavoro hanno idee diverse , ma ora i due fronti dovranno dare una risposta ai 50 mila che ieri hanno fatto sentire la loro voce.
Con una nota congiunta i due dicasteri hanno fatto sapere che «Il ministro Padoan e il ministro Poletti stanno seguendo i lavori con l’obiettivo di dare una risposta alle situazioni di disagio». Parole che lascerebbero intendere che la questione sarà affrontata nel suo complesso, assieme a quella sulla introduzione della flessibilità previdenziale. La risposta non ha convinto per niente né i comitati degli esodati, che non vedono di buon occhio una soluzione inquadrata nella legge di Stabilità, né i sindacati. «Ci sono 50 mila persone nel limbo» ha commentato Vera Lamonica per la Cgil, «la situazione è scandalosa: le risorse ci sono e la salvaguardia va completata». Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che ieri ha ricevuto i manifestanti, si è impegnato in un prossimo confronto entro due settimane. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, chiede di «accelerare i tempi» e di sanare la questione prima della legge di Stabilità. «Non stiamo chiedendo soldi – ha detto – stiamo chiedendo di utilizzare i risparmi che ci sono ».