Zagabria: «Stop agli arrivi»
Dopo ore di estenuante attesa al confine tra Serbia e Croazia, gruppi di persone hanno sfondato il cordone della polizia. A Tovarnik ci sono state scene di caos quando gli agenti, in assetto antisommossa, hanno tentato di respingere centinaia di persone che premevano per entrare in Croazia, stanche di attendere sotto il sole e senza viveri. L’esodo appare inarrestabile, in 24 ore in Croazia sono entrati a migliaia. Almeno 70 autobus e 180 taxi con a bordo circa 4mila persone.
Cercano di salire sui treni diretti a Zagabria in partenza dalla cittadina croata di Tovarnik. Si affollano sui binari, testimoni parlano di scontri tra la polizia croata e migranti. «Sono quattromila, cinquemila persone», dichiara Jan Kapic, portavoce Unhcr, presente alla stazione, «i treni stanno arrivando ma non riescono a farle salire tutte». La polizia aggiunge che «i migranti possono essere visti mentre entrano in Croazia da diversi punti di accesso» e che «non siamo in grado di accoglierne altri», dichiara il ministro dell’Interno croato Ranko Ostojic.
La Slovenia oggi ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere per dieci giorni mentre la Bulgaria ha mandato altre truppe al confine con la Turchia.
In Croazia sono stati mobilitati i volontari di tutte le associazioni umanitarie, la Croce Rossa e la polizia per far fronte alla marea montante dei migranti che per ora vengono accolti fraternamente. Ma se l’ondata crescerà, come ha dichiarato ieri mattina il ministro degli interni Ostojic, il governo studierà sistemi più efficaci e severi, rivolgendosi anche all’Unione Europea. Finora la Croazia ha accolto oltre 7.000 migranti, per lo più siriani, che dopo la chiusura dei valichi per l’Ungheria vengono dirottati dalla Serbia verso la Croazia appunto da dove dovrebbero proseguire per la Slovenia e l’Austria.
Purtroppo, l’affluenza aumenta di ora in ora. Inoltre le scorte alimentari e di vestiario raccolte finora dalla Croce Rossa croata vanno esaurendosi. A Tovarnik, a pochi chilometri dal confine settentrionale della Serbia, le autorità sono impegnate a trasportare i migranti verso la località di Dugo Selo. Altri proseguono per Zagabria, sistemati nell’albergo Porin che ieri sera era strapieno. Altri centri di accoglienza vengono sistemati dalla Croce Rossa in varie regioni del Paese. Da questi centri i migranti dovrebbero proseguire successivamente per la Slovenia.
Il governo di Zagabria ha espresso ieri la certezza che le autorità slovene accoglieranno i migranti senza difficoltà ai confini, ma da Lubiana è già arrivata una prima risposta negativa: la Slovenia è decisa a chiudere le proprie frontiere.
E dire che ambedue i paesi, soprattutto la Croazia, hanno alle spalle una lunga esperienza per quanto riguarda l’accoglienza e la sistemazione dei profughi che nella guerra interna del 1991–1995 si riversarono dalla Bosnia, dalla regione di Bukovar e dalle altre zone della Croazia verso le città di Fiume e dell’Istria dove furono sistemati in campi di baracche, alberghi ed altre strutture rimanendoci per circa dieci anni. In quell’epoca il loro numero raggiunse il mezzo milione di individui, in maggioranza donne, vecchi e bambini. Molte delle organizzazioni umanitarie sorte in Croazia e Slovenia negli anni ’90 del secolo appena tramontato sono tuttora in piedi nei due paesi. Purtroppo sia in Slovenia che in Croazia la situazione economica è poco confortante. Il 40% della popolazione croata vive ai limiti della povertà. In questa situazione nei primi otto mesi di quest’anno 16.000 giovani croati hanno abbandonato il Paese in cerca di lavoro all’estero.
Tornando ai migranti in marcia verso la Croazia va detto che gli unici croati a non aver aperto bocca su questa dolorosa vicenda e a non aver espresso solidarietà umana per i fuggiaschi dal medio oriente sono i vertici della chiesa cattolica. I quali hanno ignorato perfino gli appelli di papa Francesco che non hanno trovato un’eco nelle prediche degli officianti nelle chiese.
L’Associazione degli Scrittori della Croazia (di orientamento democratico rispetto all’Associazione degli Scrittori Croati, di destra) ha lanciato ai propri soci un appello a raccogliere aiuti in denaro e di ogni altro genere per i migranti arrivati o in arrivo in Croazia. All’iniziativa ha aderito anche il Centro Croato del Pen internazionale.
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