Amianto Olivetti, a giudizio De Benedetti, Colaninno e Passera
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Ocse. Scenario peggiore di quello prospettato dalla Banca d’Italia. Rinnovata la richiesta di estendere i criteri del “reddito di cittadinanza”
La «decrescita» è in atto Si chiama povertà
C’è una genia che prospera su tutto lo spettro politico, italiano e mondiale: i lungoperiodisti. L’atteggiamento di chi posa a pensatore del futuro, disdegnando le misure raffazzonate o gli interventi di breve periodo. I lungoperiodisti di destra aborriscono l’inflazione e vogliono una crescita finanziariamente sana; quelli di sinistra sono preoccupati per gli sconvolgimenti causati dalla crescita incontrollata passata. I secondi hanno ragioni migliori dei primi, ma entrambi paiono ignorare che siamo in un periodo di crisi economica che sta già creando recessione e miseria, come sanno bene gli ammalati gravi greci che non possono più curarsi. I primi però non lo ignorano affatto, anzi. Hanno deciso che la crisi economica è un’occasione d’oro per una terapia di immiserimento di ampi strati di popolazione come la cura migliore. Per questo sono acerrimi nemici di Keynes.
Quando gli Stati salvano le banche
Lunedì scorso sono arrivati i primi 3,9 miliardi di euro da parte del Tesoro Italiano con destinazione Monte dei Paschi di Siena, approvati dalla Commissione Europea in cambio di un piano di ristrutturazione del debito. Questo prestito, si legge nella nota della Commissione, consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell’autorità bancaria europea (Eba) e costituirà una riserva supplementare temporanea di patrimonio per contrastare la sua esposizione al rischio di debito sovrano.