Grecia, al via le prime riforme imposte dall’Europa

by redazione | 18 Ottobre 2015 16:42

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ATENE. Il par­la­mento di Atene ha varato le “riforme” impo­ste dall’Europa, con i voti della mag­gio­ranza di governo di Syriza e dei Greci indi­pen­denti di Ane. Si tratta di misure che la sini­stra greca non avrebbe voluto adot­tare ma che si è deciso di votare per rice­vere i primi 2 miliardi di aiuti da parte dei creditori.
Le con­di­tio sine qua non a cui si è dovuti sot­to­stare pre­ve­dono che la tassa sulla casa debba essere pagata da tutti, anche dei pos­ses­sori di immo­bili in stato fati­scente, che sinora erano esclusi, men­tre a chi non ha ver­sato l’Iva per una somma supe­riore a 150.000 euro ver­ranno bloc­cati auto­ma­ti­ca­mente i conti ban­cari. Per i cit­ta­dini che sono riu­sciti a farsi dila­zio­nare i pro­pri debiti con lo Stato per un totale di cento rate men­sili, viene riba­dito che dovranno effet­tuare, in con­tem­po­ra­nea, tutti i ver­sa­menti rela­tivi alle nuove impo­ste. Se lo Stato, poi, dovesse veri­fi­care che le entrate del cit­ta­dino age­vo­lato dalla rateiz­za­zione sono, in parte, aumen­tate, può richie­dere il paga­mento di quanto dovuto in tempi più veloci. La mag­gio­ranza di governo ha pre­fe­rito riti­rare, alla fine, la misura che pre­ve­deva l’aumento dell’imposizione fiscale per chi affitta un immo­bile. Ini­zial­mente si era deciso di far salire la tas­sa­zione sulla somma com­ples­siva per­ce­pita da affitti che non supe­rano i 12.000 euro annuali, dall’11% al 15%. È stato com­preso, tut­ta­via, che depri­mere ulte­rior­mente un mer­cato immo­bi­liare in cui le case hanno perso più di un terzo del loro valore a causa della crisi, avrebbe potuto avere ulte­riori effetti dele­teri. A fine mese, o al più tardi nella prima set­ti­mana di novem­bre, dovrà essere appro­vata una nuova serie di decreti attua­tivi del memo­ran­dum fir­mato dal governo in ago­sto, per rice­vere un ulte­riore miliardo di euro e poter dare il via alla trat­ta­tiva sulla ridu­zione, o alleg­ge­ri­mento, del debito pub­blico del paese.

Nel frat­tempo, però, si dovrà affron­tare anche il dif­fi­ci­lis­simo nodo delle pen­sioni. Secondo la stampa greca, se verrà attuato quanto sug­ge­rito da una spe­ciale com­mis­sione di saggi creata dal mini­stero del lavoro elle­nico, chi per­ce­pi­sce una pen­sione che supera i mille euro men­sili, potrebbe per­dere da una, sino anche a tre pen­sioni all’anno. Allo stesso tempo, l’unificazione di tutti gli enti pre­vi­den­ziali del Paese potrebbe pro­vo­care tagli auto­ma­tici a tutte le pen­sioni, anche a quelle infe­riori agli 800 euro men­sili. Il mini­stro del lavoro, Jor­gos Katrou­ga­los, ripete con forza che il governo farà tutto il pos­si­bile per evi­tare impatti trau­ma­tici e pro­teg­gere le cate­go­rie più deboli, ma che si tratti di una sfida molto dif­fi­cile, è sotto gli occhi di tutti.

Il Quo­ti­diano dei Redat­tori (Efi­me­rida Syn­dak­ton), vicino al governo di Syriza, riba­di­sce che stiamo par­lando di una «patata bol­lente», di un pro­blema che impe­gnerà al mas­simo l’esecutivo. Il pro­blema, ovvia­mente, è che tutte le nuove misure impo­ste dai cre­di­tori vanno a impat­tare su una eco­no­mia depressa da 5 anni di auste­rità, con la disoc­cu­pa­zione al 25%. La spe­ranza di Ale­xis Tsi­pras e del suo governo, è di riu­scire a inver­tire la rotta in corso d’opera, anche gra­zie a dei cam­bia­menti a livello euro­peo, di cui il Por­to­gallo sem­bra essere il primo esem­pio con­creto. Soste­nendo, con­tem­po­ra­nea­mente, l’economia reale, gra­zie anche ai pro­grammi di aiuto euro­pei. È però, una spe­cie di corsa con­tro il tempo.

La domanda, in sol­doni, è se la sini­stra riu­scirà a gestire e cam­biare l’austerità, o se sarà l’austerità ad inde­bo­lire e cam­biare la sini­stra. Il 22 e 23 otto­bre, sarà ad Atene il pre­si­dente fran­cese Hol­lande, per una visita uffi­ciale, in cui si par­lerà anche della ridu­zione del debito. La sua visita dovrebbe coin­ci­dere con quella dei rap­pre­sen­tanti delle isti­tu­zioni cre­di­trici, che con­trol­le­ranno i «pro­gressi» nell’attuazione del com­pro­messo fir­mato in estate. Il mini­stro delle finanze, Efkli­dis Tsa­ka­lo­tos, ha chia­rito che lo scopo del governo è arri­vare al più pre­sto ad una valu­ta­zione posi­tiva, da parte della nuova Troika, per potere, appunto, girare pagina e discu­tere del debito. E nel frat­tempo, il governo Tsi­pras si pre­para a met­tere sul tavolo la nuova legge sulle fre­quenze tv, per riu­scire a rego­la­men­tare la pre­senza dei pri­vati nel sistema radio­te­le­vi­sivo nazionale.

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