La Fiom muove su contratto e diritti

La Fiom muove su contratto e diritti

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L’assemblea della Fiom approva, con 487 voti favo­re­voli e 38 con­trari, la piat­ta­forma per il rin­novo del con­tratto nazio­nale di lavoro, e da domani aprirà le urne fino al 13 novem­bre per sot­to­porre il docu­mento finale (su www?.fiom?.cgil?.it) al voto di tutti i metal­mec­ca­nici. Con­fer­mata per sabato 21 novem­bre a Roma, dopo il via libera a uno spe­ci­fico ordine del giorno, la mani­fe­sta­zione a soste­gno dei con­tratti nazio­nali e con­tro il dise­gno di legge di sta­bi­lità del governo. Con la con­te­stuale richie­sta alle altre forze sociali, asso­cia­tive e poli­ti­che che cri­ti­cano l’ex finan­zia­ria di lavo­rare insieme alla riu­scita dell’iniziativa. Al tempo stesso nell’ordine del giorno l’assemblea chiama l’intera Cgil, dopo la prima gior­nata di mobi­li­ta­zione, “a una più vasta azione sin­da­cale e sociale da met­tere in campo, fino alla pro­cla­ma­zione dello scio­pero di tutte le cate­go­rie, per cam­biare radi­cal­mente la legge di sta­bi­lità e affer­mare il ruolo e il valore dei con­tratti nazio­nali di lavoro, per l’estensione dei diritti e l’incremento del potere d’acquisto di tutte le lavo­ra­trici e tutti i lavo­ra­tori”.
Le con­clu­sioni dell’appuntamento di Cer­via dei dele­gati e delle dele­gate Fiom si rial­lac­ciano anche a un pas­sag­gio della rela­zione intro­dut­tiva di Mau­ri­zio Lan­dini: “Non si può far finta che non stia acca­dendo quello che accade sulle pen­sioni, sul fisco, sulla sanità pub­blica — aveva osser­vato il segre­ta­rio gene­rale — di fronte a un governo che va avanti con una stra­te­gia pre­cisa, dob­biamo chie­derci se anche noi abbiamo una stra­te­gia, per cam­biare que­sto paese in modo oppo­sto a quanto sta facendo il governo. Ma se è pos­si­bile un’altra strada, penso che nel metodo si debba allar­gare il più pos­si­bile la par­te­ci­pa­zione”.
Urne aperte quindi, e que­sta volta fino al 30 novem­bre, ad una “con­sul­ta­zione” delle tute blu: “Per sapere se con­di­vi­dono la pos­si­bi­lità di ricor­rere ai refe­ren­dum – c’è scritto nel secondo ordine del giorno appro­vato — per can­cel­lare le leggi sba­gliate e anti­so­ciali che hanno col­pito la dignità e i diritti dei lavo­ra­tori e dei cit­ta­dini. E di con­se­guenza se riten­gono utile che la Fiom-Cgil si impe­gni in que­sta dire­zione, per favo­rire la più ampia aggre­ga­zione pos­si­bile”. Su mate­rie che spa­ziano dal lavoro tout court – il jobs act – al lato oscuro della “buona scuola” del governo Renzi, “che fa dell’istruzione e della for­ma­zione una corsa ad han­di­cap sociale”. Dai molto discussi dise­gni di legge di riforma costi­tu­zio­nale, al molto discusso dise­gno di nuova legge elet­to­rale. “Per non par­lare delle pen­sioni che, invece, giac­ciono abban­do­nate allo stato cui le ha ridotte la riforma For­nero”.
Sono mate­rie che nella quasi tota­lità dei casi segnano la vita quo­ti­diana degli ita­liani, non certo cam­bian­dola in meglio. E atten­zione: “Nei pros­simi mesi la stessa sorte potrebbe toc­care a que­stioni cru­ciali come i con­tratti nazio­nali di lavoro, il diritto di scio­pero e la sanità”. La Fiom, ricorda l’assemblea, si è oppo­sta con tutta la Cgil, mobi­li­tan­dosi, scio­pe­rando e mani­fe­stando in piazza fino dai primi giorni del per­corso par­la­men­tare del jobs act. Ora chiama a una rin­no­vata mobi­li­ta­zione. Con­ti­nuando al tempo stesso a muo­versi, come nel suo dna di sin­da­cato con­flit­tuale, a par­tire dai luo­ghi di lavoro e con la con­trat­ta­zione, azien­dale e nazionale.



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