Understatement abile, ma scocca l’ora del suo grande ritorno di Machiavelli invincibile della destra polacca.
Gli ultimi dati lo confermano: il PiS, il partito nazionalconservatore di cui il taciturno, coltissimo politico 66enne celibe ostinato che sa citarti tutto della letteratura politica europea, veste sempre in nero, diserta ogni party e vive con mamma e gatto in un semplice appartamento, è stratega e padre storico, potrà governare da solo.
«Da oggi, sarà un’altra Polonia », dice Agnieszka Lada, esperta di politica estera. E al confronto con Bruxelles e Berlino, “Jarek”, il gemello superstite come lo chiamano amici ed ex compagni di lotta della rivoluzione che lui negli anni ’90 denunciò come «compromesso traditore coi comunisti», si prepara tra certezze e silenzi. Sente l’anima della “Pologne profonde” come nessun altro: più nazione e meno Europa, no alla Russia e agli intellettuali arroganti di Varsavia, più cattolicesimo e meno laicismo, no ai migranti. Slogan vincenti, adesso meno arcigno di prima affronta Berlino e Bruxelles con i suoi ammiccamenti a Orbán e le promesse elettorali (pensione a 65 anni, più politica sociale) che potrebbero divenire un salasso. «Sa costruire Muri invisibili», notano i liberal.
Il gemello della rivincita prepara la partita più difficile. Angela Merkel non ha inviato nessun messaggio di congratulazioni, Bruxelles, Roma, Parigi si mostrano inquiete. Ma Jarek il gemello superstite che ai funerali di Lech, in quel cupo aprile 2010 a Varsavia, inchinandosi davanti a quella bara sembrava definitivamente sconfitto, ha saputo imporsi intimamente — spiega chi lo conosce — di risuscitare come una fenice, affrancarsi dal ricordo e dal peso biologico della morte di Lech, «inseguire la rivincita anche per ricordarlo». Berlino e Bruxelles non lo fanno tremare. Beata Szydlo amante dei gatti anche lei, capolista e futuro premier sulla carta ha il potere, ma l’artefice della vittoria è Jarek, rivincita incarnata. «Una sola cosa non mi perdonerò mai, aver sottovalutato i gemelli», disse anni fa Lech Walesa a Repubblica, la rivincita di Jarek gli dà ragione.