Rappresaglia a Gaza,muore donna incinta

Rappresaglia a Gaza,muore donna incinta

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GERUSALEMME . Nei cieli di Gaza si incrociavano anche ieri sera i razzi sparati dai movimenti islamisti e i droni israeliani armati di missili per l’immediata rappresaglia. Ed è proprio una rappresaglia al lancio di due razzi ad aver ucciso una giovane donna incinta e la sua bambina di 4 anni sabato notte. Nella Striscia i funerali diventano manifestazioni e anche ieri centinaia di giovani palestinesi hanno tentato nuovamente di avvicinarsi alla barriera di confine con Israele. Le protesta si è allargata alla Striscia dopo aver già contagiato Gerusalemme Est e la Cisgiordania occupata.
Ieri è stata battaglia per le strade di Tulkarem, Nablus ed Hebron ma è vicino Ramallah – all’incrocio di Beit El – che un ragazzo palestinese di 13 anni è stato ucciso con proiettili veri. Colpito tre volte – alla testa, al collo e al petto – secondo il direttore dell’ospedale di Ramallah Ahmad Bitawi.
L’urban intifada potrebbe aver fatto una salto di qualità con il primo attentato sventato che una kamikaze stava per compiere. Una donna palestinese di 31 anni, secondo la versione della polizia, stava cercando di entrare nella Città santa con delle bombole di gas nell’auto ed è rimasta gravemente ferita da una deflagrazione.
Il bilancio giornaliero della Mezzaluna rossa diffuso ieri sera parla di un numero complessivo di oltre 300 feriti, fra Gaza e Cisgiordania. Di questi, decine sono stati colpiti da munizioni vere, 200 sono stati intossicati da gas lacrimogeni, oltre 50 colpiti da proiettili rivestiti di gomma.
Il coltello del “lupo solitario” è poi comparso ieri sera a Hadera, cinquanta chilometri a nord di Tel Aviv, nelle mani di un arabo- israeliano che ha ferito a colpi di coltello una soldatessa e due suoi amici alla fermata del bus nei pressi di un centro commerciale. Questo è stato il quindicesimo attacco all’arma bianca in una settimana, 4 gli israeliani morti in questo modo, 24 i palestinesi uccisi dalla polizia.
Ieri sera in una drammatica seduta del Consiglio di Difesa il premier Benjamin Netanyahu ha addossato al Movimento islamico in Israele – l’alleanza dei partiti arabi che siede alla Knesset con 13 deputati – buona parte della responsabilità di questa ondata di violenza. E ha preannunciato l’intenzione di metterlo fuori legge. La leadership politica degli arabi di Israele ha reagito con determinazione preannunciando a partire da oggi uno sciopero generale nazionale.


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