Rifu­giati: i Balcani sotto pressione

Rifu­giati: i Balcani sotto pressione

Loading

Crisi umanitaria. Juncker convoca un mini-vertice domenica tra Europa del sud-est (più Germania e Austria) con Macedonia e Serbia. La politica della redistribuzione è già travolta dalle cifre in crescita. In Francia, “Appello di Calais” firmato da 800 intellettuali, per ritrovare “dignità” nell’accoglienza (nella “giungla” i rifugiati sono saliti a 6mila, raddoppiati in poche settimane). Hollande in Grecia per rassicurare dopo le promesse di Merkel alla Turchia

Jean-Claude Junc­ker ha con­vo­cato per dome­nica un mini-vertice Ue-Balcani a Bru­xel­les. Ci saranno i paesi del sud-est euro­peo, Bul­ga­ria, Roma­nia, Unghe­ria, Slo­ve­nia, Gre­cia, paesi di tran­sito dei rifu­giati, accanto a Ger­ma­nia e Austria, desti­na­zioni di arrivo. Sono invi­tate Ser­bia e Mace­do­nia, che incon­tre­ranno, oltre alla Ue e alla pre­si­denza lus­sem­bur­ghese, anche rap­pre­sen­tanti di Fron­tex, dell’Easo (Uffi­cio euro­peo per l’asilo) e dell’Alto com­mis­sa­riato dell’Onu per i rifu­giati. La Ue cerca di tro­vare una solu­zione al caos che sta sopraf­fa­cendo i Bal­cani, men­tre i piani euro­pei di ricol­lo­ca­mento di 160mila per­sone sono ormai tra­volti dalla cifre in cre­scita, 643mila entrati nella Ue dopo aver attra­ver­sato il Medi­ter­ra­neo dall’inizio dell’anno. In soli due giorni, dal 16 al 18 otto­bre, 28mila per­sone sareb­bero arri­vate in Gre­cia, secondo l’Organizzazione inter­na­zio­nale per le migra­zioni. La situa­zione è resa ancora più cao­tica dalle suc­ces­sive chiu­sure delle fron­tiere: il 16 otto­bre l’Ungheria ha bloc­cato il con­fine con la Croa­zia, dopo aver già alzato un muro, un mese prima, con la Ser­bia, la Slo­ve­nia afferma di aver accolto 19.500 per­sone nello scorso fine set­ti­mana e ha fatto inter­ve­nire l’esercito (ma solo per “assi­stenza logi­stica” assi­cura il primo mini­stro Miro Cerar). Altri paesi potreb­bero venire coin­volti in prima linea, come l’Albania e il Mon­te­ne­gro, visto che in migliaia sono bloc­cati in Ser­bia e in Macedonia.

La Fran­cia è lon­tana dalle rotte della fuga dei rifu­giati dalla Siria, ma la pre­senza di migranti è rad­dop­piata nelle ultime tre set­ti­mane a Calais, mol­ti­pli­cata per venti in due anni. Nella “giun­gla” ci sono ormai 6mila rifu­giati, che vivono in uno stato di emer­genza, sani­ta­ria, di vio­lenza. Ieri, il mini­stro degli Interni, Ber­nard Caze­neuve, si è recato sul posto per la set­tima volta. E’ una prima rispo­sta all’ “Appello di Calais”, pub­bli­cato ieri mat­tina su Libé­ra­tion e fir­mato da più di 800 per­so­na­lità del mondo della cul­tura e dello spet­ta­colo. Dai fra­telli Dar­denne a Ber­trand Taver­nier, da Omar Sy a Jeanne Moreau, da Edgar Morin a Tho­mas Piketty, Enki Bilal, Chri­stine Angot o Eric Can­tona, hanno tutti sot­to­scritto un testo di accusa al governo, per chie­dere “un ampio piano di emer­genza per far uscire la giun­gla di Calais dalla man­canza di dignità nella quale si trova”. Il mondo della cul­tura si indi­gna per il “disim­pe­gno dei poteri pub­blici”, che è “una ver­go­gna in un paese che, ben­ché in periodo di crisi, resta la sesta potenza mon­diale”. Il governo è accu­sato di “sca­ri­care sulle asso­cia­zioni e sulle buone volontà” la cura dei rifu­giati. Caze­neuve ammette che la crisi, ben­ché non sia nuova, “ha preso incon­te­sta­bil­mente una svolta par­ti­co­lare con l’accelerazione della crisi migra­to­ria in Europa”. Caze­neuve fa l’equilibrista tra l’indignazione dell’Appello e l’opinione pub­blica più in gene­rale (un ultimo son­dag­gio rileva che il 53% dei fran­cesi è ostile all’accoglienza), ricorda l’impegno di offrire un’accoglienza più degna, con 1500 posti e pro­mette “mag­giori mezzi”, ma solo 200 posti al cen­tro Jules Ferry per donne e bam­bini par­ti­co­lar­mente vul­ne­ra­bili. Il numero dei rifu­giati cre­sce e il pro­gramma di tra­sfe­ri­menti è ino­pe­rante, le per­sone allon­ta­nate da Calais vi ritor­nano, per­ché vogliono andare in Gran Bre­ta­gna. Lon­dra ha dato dei soldi alla Fran­cia per sca­ri­care il pro­blema, ha inviato dei poli­ziotti e ha costruito la gri­glia che dovrebbe bloc­care i ten­ta­tivi di pas­sag­gio clan­de­stino nel tun­nel sotto la Manica (da luglio ci sono stati già 16 morti). La sin­daca di Calais, Nata­cha Bou­chart (del par­tito di Sar­kozy), con­ti­nua a chie­dere l’intervento dell’esercito per sor­ve­gliare la “giun­gla, per­ché non sap­piamo bene cosa suc­cede li’ den­tro”. Caze­neuve cede e annun­cia l’invio di altri agenti di poli­zia, per impe­dire i pas­saggi clan­de­stini. Fra­nçois Hol­lande oggi e domani sarà in Gre­cia, per cer­care di ras­si­cu­rare Atene sulle pro­messe che Angela Mer­kel ha fatto a Erdo­gan per otte­nere che la Tur­chia freni le par­tenze di rifu­giati e accetti di riac­co­gliere chi non ha otte­nuto l’asilo in Europa. La Gre­cia vor­rebbe degli hot spots sul ter­ri­to­rio turco, ma que­sto sistema mostra già di non fun­zio­nare in Europa, molti migranti rifiu­tano que­sta pro­ce­dura e i ricol­lo­ca­menti, poi­ché vogliono rag­giun­gere spe­ci­fici paesi (Ger­ma­nia, Sve­zia, Gran Bretagna).



Related Articles

Angela Merkel condanna la caccia allo straniero a Chemnitz ma difende il ministro degli Interni

Loading

Germania. Due giorni dopo lo sconvolgente raid nazista a Chemnitz, la cancelliera preferisce la difesa d’ufficio del primo responsabile della sicurezza federale

E adesso Barack scopre la paura

Loading

Ma che cosa diavolo è successo a Barack Obama? La risposta unanime di chi lo osserva da quattro anni, prima con entusiasmo, ora con incredulità  è: purtroppo, nulla. All’uomo, al presidente, al politico Obama paralizzato dai rovesci, non è accaduto nulla, ha concluso anche il New York Times, neppure in questa aestas horribilis, in questa estate orribile che lo ho visto salire al picco della popolarità  con l’esecuzione di Osama Bin Laden in maggio e sprofondare insieme con la fiducia nell’economia americana.

Merkel trionfa: «Risultato super»

Loading

La Cdu-Csu della Cancelliera sul filo della maggioranza assoluta dei seggi Fermi al palo i socialdemocratici, fuori dal Parlamento liberali ed euroscettici

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment