Camusso: pensioni d’oro? Boeri è ossessionato serve una patrimoniale

by redazione | 7 Novembre 2015 10:01

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ROMA «Quello tra Tito Boeri e Matteo Renzi è un balletto che non ci è piaciuto. Serve solo a nascondere il fatto che sulle pensioni una proposta del governo non c’è, c’è solo la piattaforma del sindacato su cui il governo non ha ancora aperto alcun confronto. E poi scusi, ma il presidente dell’Inps mi sembra davvero ossessionato». Una grande foto di Anna Magnani alla parete, un caschetto bianco da operario appeso alla libreria, Susanna Camusso è nel suo ufficio al quarto piano del palazzone della Cgil. E si accende un’altra sigaretta.
Segretario, da cosa sarebbe ossessionato Boeri?
«Dal ricalcolo contributivo. Come se i contributi versati dai lavoratori dessero vita a una proprietà ingiusta».
Non c’è nulla in quella proposta che la convince?
« C’è la possibilità di riscattare in modo non oneroso i contributi versati a casse diverse, una nostra battaglia. Manca però un cosa fondamentale, lo sguardo verso il futuro. Ci dobbiamo arrendere all’idea che i giovani, quelli che oggi hanno uno stipendio basso e un lavoro discontinuo, devono rinunciare alla pensione futura, a un minimo dignitoso di vita?».
Ma nella proposta c’è la flessibilità che voi chiedete, cioè la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo.
«A che prezzo, però? Le risorse per avviare la flessibilità non possono venire tutte dal sistema previdenziale anche se nel tempo i costi si ripagano. Un conto è un tetto oltre il quale le pensioni in essere possono contribuire alla solidarietà. Altro è fare un ricalcolo generale o considerarle sullo stesso piano dei vitalizi dei parlamentari. E poi non si può ragionare solo in termini di età anagrafica, senza considerare se uno ha cominciato a lavorare a 15 anni oppure a 30. Senza fare distinzioni sul tipo di lavoro: a 70 anni puoi fare il professore universitario, non il muratore».
D’accordo, ma da dove si prendono i soldi?
«Nella nostra piattaforma c’è l’imposta sui patrimoni immobiliari al di sopra del milione di euro. Stiamo parlando di meno del 5% delle famiglie italiane, di un’aliquota progressiva tra lo 0,5 e il 2%. Ci sarebbero risorse sufficienti non solo per le pensioni ma anche per un vero piano che ci consenta di dare lavoro ai giovani».
La patrimoniale non soffocherebbe la domanda interna, proprio adesso che ci sono i primi segnali di ripresa?
«Se in famiglia entrano 160 euro in più perché è stata abolita la Tasi ma ci sono due figli disoccupati, secondo lei quella famiglia pensa alla Tasi, e si mette a spendere più di prima? O continua a pensare ai figli disoccupati?».
Per il governo il lavoro si crea aiutando le imprese a investire, non con piani calati dall’alto.
«Ci convince il super ammortamento, la misura inserita nella Stabilità che fa pagare meno tasse a chi investe in azienda: favorisce non solo l’occupazione ma anche l’ammodernamento del sistema produttivo. Ci convincono molto meno, invece, il taglio dell’Ires e dell’Irap. Sono le vecchie misure a pioggia di una volta. Un po’ come lo sconto sui contributi per gli assunti senza un vincolo a creare occupazione aggiuntiva».
Questa misura potrebbe essere rafforzata per le Regioni del Mezzogiorno. È una buona idea?
«Sì, perché sul Mezzogiorno nella Stabilità non c’è nulla. Ma lo sconto sui contributi deve avere dei vincoli, essere limitato all’occupazione aggiuntiva oppure alle donne e agli over 50 come nel vecchio provvedimento del governo Monti che, devo dire, era molto più efficace di questo. Altrimenti lo sconto si presta a usi opachi».
Vi state preparando allo sciopero generale?
«Abbiamo avviato la mobilitazione. Vedremo quello che succede nelle prossime settimane ma non è che approvata la Stabilità ripieghiamo le bandiere e torniamo a casa».
E l’idea di una tregua sugli scioperi per il Giubileo, sul modello di quanto fatto per Expo?
«Non c’è e non ci può essere un misterioso bene superiore che impedisca ai lavoratori di rivendicare i loro diritti. È interesse di tutti che il Giubileo si svolga serenamente ma ricordo che il contratto del trasporto pubblico è scaduto da sette anni. In un Paese normale questo non dovrebbe avvenire».
Oggi si riuniscono i fuoriusciti del Pd. C’è spazio a sinistra per un nuovo partito?
«Continuo a pensare che le frammentazioni non siano utili. L’orizzonte deve essere quello di un grande partito socialdemocratico».
Può essere il Pd questo grande partito oppure no?
«Questo è un interrogativo che riguarda tutta la sinistra». Un’ultima sigaretta.
Lorenzo Salvia
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