Gli sgravi pompano le assunzioni, ma il Sud resta indietro

Gli sgravi pompano le assunzioni, ma il Sud resta indietro

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Gli sgravi contributivi alle assunzioni a tutele crescenti pompano l’attivazione di nuovi contratti. Secondo gli ultimi dati dell’Inps, pubblicati ieri, le assunzioni a tempo indeterminato sono in crescita: nei primi nove mesi del 2015 — dice l’Osservatorio sul precariato dell’istituto — i nuovi rapporti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di contratti a termine) sono stati 1,7 milioni, a fronte di 1,23 milioni di cessazioni, con un saldo positivo nell’anno di 469.393 contratti stabili.

Se si fa il confronto con lo stesso periodo del 2014 (quando la variazione fu positiva per 98.046 unità) nei primi nove mesi del 2015 il dato è stato migliore di 371.347 unità. «Gli ultimi dati Inps — ha commentato il premier Matteo Renzi — sono il segno di una novità». La crescita dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è legata soprattutto all’esonero triennale dai contributi previdenziali per le assunzioni stabili fatte quest’anno. Tra gennaio e settembre hanno usufruito del beneficio oltre 906.000 lavoratori, il 55% degli assunti a tempo indeterminato nel periodo.

Il vantaggio è stato utilizzato soprattutto per i lavoratori del Nord (il 46,2% del totale dei contratti con esonero) mentre quelli del Sud e delle Isole per i quali è stato chiesto lo sgravio sono il 31,7% del totale. Se si guarda alle assunzioni stabili complessive (escluse le trasformazioni) a fronte di un +34% medio totale, il Nord Ovest e il Nord Est segnano rispettivamente un +42,3% e un +51,3% mentre il Sud e le Isole registrano rispettivamente un +20,2% e un +15,5%.

Sul Sud esprime preoccupazione la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso sottolineando che quest’area «va sommergendosi»: «In questo Paese non ha diritto di parola — ha affermato Camusso — chi la mattina non recita: “Che bello, abbiamo un po’ di contratti a tempo indeterminato in più». Chiara la polemica contro il presidente del consiglio e la corte “renziana”.

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel lavoro privato (sempre escluse le trasformazioni) hanno riguardato soprattutto gli operai (960.917 su 1.330.964) ma l’aumento più consistente rispetto al 2014 si è avuto per gli impiegati con un +60% (da 219.132 a 350.890) mentre l’incremento per gli operai si è limitato al 27%.

L’Inps segnala (ma è un fenomeno che avevamo già visto questa estate) anche il boom della vendita dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, sono stati venduti 81,3 milioni di voucher per il pagamento di prestazioni di lavoro accessorio dal valore nominale di 10 euro con un aumento del 69,3% sullo stesso periodo del 2014.

I dati diffusi dall’Inps sui nuovi contratti stabili «dopo tanti trimestri di segni meno sono finalmente positivi, in questo Paese iniziamo ad avere qualche cifra positiva su occupazione, produzione industriale e anche i consumi», ha commentato dal canto suo la segretaria generale della Cisl, Anna Maria Furlan, presente ieri all’assemblea organizzativa della Fim Cisl, la categoria dei metalmeccanici impegnata nel rinnovo contrattuale. Ma poi Furlan ha aggiunto che «tutto questo non basta»: «Sono posti di lavoro in più, però dobbiamo creare le condizioni per far trovare lavoro anche ai tre milioni di disoccupati, cosa che si fa solo con la crescita».



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