Lanciare il sasso per vedere l’effetto che fa: i conti sballati di Renzi

Lanciare il sasso per vedere l’effetto che fa: i conti sballati di Renzi

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Legge di stabilità. Corte dei Conti e Bankitalia: ecco i «nodi irrisolti» e le «occasioni mancate» di una manovra finanziaria piena di tagli e tasse. Devastante previsione della Uil: i tagli alla sanità porteranno all’aumento delle tasse per 13 milioni di italiani in 9 regioni

Lan­ciare il sasso per vedere l’effetto che fa. Non è una can­zone di Jan­nacci, è l’esordio della legge più impor­tante dello Stato ita­liano: la legge di sta­bi­lità. Dopo i tec­nici di Senato e Camera, ieri la Corte dei Conti e Ban­ki­ta­lia, auditi ieri dalle com­mis­sioni bilan­cio di Camera e Senato, hanno for­nito un ritratto scon­cer­tante della mano­vra finan­zia­ria pre­sen­tata dal governo Renzi. Niente di nuovo: è ini­ziato il gran ballo che ci por­terà all’anno pros­simo, in una giran­dola di mezze verità, dati iper­bo­lici, appros­si­ma­zioni, bul­li­smi isti­tu­zio­nali, caos.

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I dati: Che gufi que­sti tec­nici: un dos­sier demo­li­sce la legge di stabilità

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Un ele­mento è chiaro, al momento: l’eliminazione della Tasi-Imu sulla prima casa è «senza fisio­no­mia» per la magi­stra­tura con­ta­bile. «Andrà atten­ta­mente valu­tato come si distri­buirà tra gli enti il rein­te­gro dei fondi della Tasi sulle prime case». In altre parole: il taglio delle tasse equi­vale all’aumento dei tic­ket, del fisco locale, in par­ti­co­lare nelle regioni in disa­vanzo sani­ta­rio. Si pre­vede inol­tre la tas­sa­zione sulle seconde case. «La prin­ci­pale fonte di finan­zia­mento mano­vra­bile da parte degli enti riguarda le abi­ta­zioni diverse dalla prima — ha detto il pre­si­dente della Corte dei Conti Raf­faele Squi­tieri — La mag­gio­ranza dei ser­vizi indi­vi­si­bili for­niti dai comuni gra­verà di regola sui non resi­denti» che «non sono in grado di ope­rare il “con­trollo poli­tico” sull’operato degli ammi­ni­stra­tori attra­verso il voto». In poche parole, ecco defi­nito il con­te­nuto sociale della visione sociale ren­ziana: pri­vi­le­giare i pro­prie­tari, pena­liz­zare coloro che non hanno il prin­ci­pale diritto di cit­ta­di­nanza in Ita­lia: pos­se­dere una casa.

Per la Corte dei conti la mano­vra di Renzi e Padoan «manca di fisio­no­mia» e «lascia nodi irri­solti» pra­ti­ca­mente su tutto: clau­sole di sal­va­guar­dia, con­tratti pub­blici, pen­sioni. Per il rin­novo dei con­tratti ser­vi­vano 2 miliardi e 5 a regime, il governo ha messo a dispo­si­zione solo 300 milioni «equi­va­lenti alla sola cor­re­spon­son­sione dell’indennità di vacanza con­trat­tuale». In gene­rale, la stretta dram­ma­tica sul turn-over, ripor­tato al 25%, accen­tuerà il pre­ca­riato nella pub­blica ammi­ni­stra­zione, l’invecchiamento dei dipen­denti e com­pli­cherà il rias­sor­bi­mento delle pro­vince. Sul fronte cal­dis­simo dei tagli alla sanità, i magi­strati con­fer­mano un altro dato che raf­for­zerà lo scon­tro in corso con le regioni: «Valu­tando gli 800 milioni neces­sari per l’adeguamento delle pre­sta­zioni ai nuovi Lea — sostiene la Corte dei Conti — l’incremento del fondo nazio­nale sarà solo di 500 milioni nel 2016» e non del miliardo annun­ciato. In gene­rale la mano­vra «sconta il carat­tere tem­po­ra­neo di alcune coper­ture e il per­ma­nere di clau­sole di sal­va­guar­dia rin­viate al futuro». Un’occasione man­cata è stata defi­nita la «ste­ri­liz­za­zione» delle ali­quote Iva che il governo dovrebbe invece riformare.

Uno stu­dio del ser­vi­zio poli­ti­che ter­ri­to­riali della Uil è utile per dare corpo alle con­se­guenze deva­stanti dei tagli alla sanità, adom­brate anche dalla Corte dei Conti. Se tutte le nove regioni (Pie­monte, Ligu­ria, Lazio, Abruzzo, Cam­pa­nia, Molise, Cala­bria, Puglia, Sici­lia) in defi­cit sani­ta­rio aumen­tas­sero al mas­simo con­sen­tito le ali­quote Irpef regio­nali (fino al 3,3%), a causa del taglio al fondo sani­ta­rio, si rischiano nel 2016 aumenti medi del 47,4% (221 euro medi pro capite) per oltre 13 milioni di con­tri­buenti. Stra­bi­liante l’aumento in Puglia: +114,7% (367 euro medi in più), in Sici­lia dell’85,2% (+316 euro), in Abruzzo +72,2% (288 euro in più), in Cala­bria +69,6% (282 euro in più) fino al Lazio: solo + 8,2 per 52 euro. è la dura legge dell’austerità.

Nel corso della sua audi­zione, il vice diret­tore gene­rale di Ban­ki­ta­lia, Luigi Federi Signo­rini ha ripro­po­sto la cri­tica, ormai clas­sica, alla legge di sta­bi­lità: «Le misure che ridu­cono il carico fiscale sui fat­tori della pro­du­zione appa­iono meglio in grado, rispetto ad alleg­ge­ri­menti delle impo­ste sul patri­mo­nio, di innal­zare la cre­scita anche nel medio periodo». In altre parole, invece di can­cel­lare le tasse sulla prima casa, meglio sfor­bi­ciare quelle sul lavoro. Quanto alle misure sull’aumento del tetto del con­tante, «gli effetti macroe­co­no­mici sono senza evi­denza empi­rica». Ban­ki­ta­lia cri­tica inol­tre la tem­po­ra­neità delle deci­sioni sugli «incen­tivi con­tri­bu­tivi alle assun­zioni e quelli agli inve­sti­menti, e sono già pre­vi­ste per l’anno pros­simo, men­tre l’azione strut­tu­rale è pre­vi­sta dal 2017». Ban­ki­ta­lia sostiene che la ridu­zione del debito pub­blico pre­vi­sta nel 2016 è un obiet­tivo che non dev’essere «man­cato». «La ripresa si è avviata, ma resta neces­sa­rio con­so­li­darla. Sono ancora ele­vati i rischi pro­ve­nienti dall’economia globale».

Mag­gio­ranza e governo sta­reb­bero lavo­rando su un inter­vento più inci­sivo per il Sud, sull’aumento della per­cen­tuale degli sgravi per i neoas­sunti (al momento al 40% per tutti) e sull’anticipo del taglio dell’Ires in certe zone. Ipo­tesi legate alle coper­ture e alla com­pa­ti­bi­lità con le norme euro­pee con­tro gli aiuti di stato.



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