Medici uniti contro Renzi: il 16 dicembre sciopero di 24 ore

Medici uniti contro Renzi: il 16 dicembre sciopero di 24 ore

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Legge di stabilità. La protesta contro i tagli stabiliti dalla legge di stabilità: «Basta con la gestione contabile della salute e alla precarietà». “Mettere fine alla caccia alle streghe che prevede solo sanzioni e multe contro i medici”. Contro il governo si annuncia un secondo sciopero generale e altre iniziative di lotta

Scio­pero di 24 ore di tutte le cate­go­rie dei medici mer­co­ledì 16 dicem­bre. Tutte le sigle più rap­pre­sen­ta­tive, dalla fede­ra­zione dei pedia­tri (Fimp) a quella dei medici di base (Fimmg), dall’Anaao che rap­pre­senta i diri­genti ai sin­da­cati con­fe­de­rali, scen­de­ranno in piazza con­tro il «grave e per­du­rante disa­gio cau­sato ai cit­ta­dini» dai tagli decisi dal governo i sin­da­cati non esclu­dono un secondo scio­pero gene­rale e altre ini­zia­tive di pro­te­sta. Sono que­ste le prime con­se­guenze con­crete dei tagli alla Sanità con­si­de­rata solo «come una gestione con­ta­bile». I medici chie­dono inol­tre di «met­tere fine all’intollerabile cac­cia alle stre­ghe che pre­vede, pana­cea di ogni pro­blema legato all’erogazione delle pre­sta­zioni sani­ta­rie, sem­pre e solo san­zioni e multe a nostro carico». Alla gestione tec­no­cra­tica cor­ri­sponde infatti una visione puni­tiva e iper­di­sci­pli­nante della pro­fes­sione medica che altera e dram­ma­tizza il rap­porto con i cit­ta­dini. I sin­da­cati col­gono un altro aspetto della tra­sfor­ma­zione in corso: que­sta poli­tica, ormai con­so­li­data negli anni, pre­vede «l’uso inten­sivo del lavoro pro­fes­sio­nale, l’abuso dei con­tratti ati­pici che elu­dono gli obbli­ghi pre­vi­den­ziali e ridu­cono la sicu­rezza delle cure».

I tagli alla sanità pro­du­cono pre­ca­rietà. Non solo: mira allo sfrut­ta­mento inten­sivo degli assunti, e al rispar­mio sui loro sti­pendi, come in tutta la pub­blica ammi­ni­stra­zione. Nella legge di sta­bi­lità il governo intende rea­liz­zare due mosse: da un lato, blocca il tur­no­ver e così «lascia al palo le spe­ranze dei gio­vani e dei pre­cari»; dall’altro lato, pro­roga il blocco dei con­tratti di lavoro e delle con­ven­zioni «sotto le men­tite spo­glie di un finto finan­zia­mento». Que­sta gestione del lavoro si inse­ri­sce nel qua­dro dei tagli e della dismis­sione del ser­vi­zio pub­blico sani­ta­rio. I medici par­lano di «defi­nan­zia­mento pro­gres­sivo che tagli ser­vizi e per­so­nale, riduce l’accesso alle cure» e di «fede­ra­li­smo inap­pro­priato che ha fatto la sanità a pezzi».

«Il motivo prin­ci­pale dello scio­pero — argo­menta Mas­simo Cozza, segre­ta­rio nazio­nale Fp Cgil Medici — è il taglio delle risorse della sanità, che porta una sem­pre minore pos­si­bi­lità di rispon­dere ai biso­gni dei cit­ta­dini. Que­sto è ini­ziato da diversi anni, e con que­sta nuova legge invece di 115 miliardi per la sanità ce ne sono 111. A que­sto si aggiun­gono i tagli pro­gram­mati dal 2017 al 2019 per le Regioni, che si riper­cuo­te­ranno sulla sanità». Oltre al pro­blema del sot­to­di­men­sio­na­mento, il fondo sani­ta­rio nazio­nale è già impe­gnato per i nuovi Lea, per il piano vac­cini e per altri pro­getti varati dal mini­stero. E que­sto com­prime ancora di più le già esi­gue risorse a dispo­si­zione del sistema, In più dal fondo andranno tro­vate le risorse per il rin­novo dei con­tratti. «Gli altri anni quando c’era il rin­novo nel pub­blico impiego i fondi per medici e infer­mieri erano aggiun­tivi rispetto al fondo sani­ta­rio — aggiunge Cozza -, men­tre in que­sta legge di sta­bi­lità c’è un mec­ca­ni­smo per­verso per cui si tol­gono soldi che sareb­bero neces­sari alle pre­sta­zioni per il rin­novo del con­tratto. È dif­fi­cile dire quante risorse ser­vi­reb­bero, ma per il pub­blico impiego la cifra chie­sta dal sin­da­cato è 150 euro».

La situa­zione, già cao­tica, sarà pre­sto aggra­vata dal rece­pi­mento della diret­tiva euro­pea sugli orari dei medici che stabilirà11 ore di riposo sulle 24 ore di lavoro e un monte straor­di­nari set­ti­ma­nale non supe­riore alle 48 ore. In que­sto qua­dro «ser­vi­reb­bero 4-5mila nuove assun­zioni» cal­cola il sin­da­ca­li­sta, men­tre il governo blocca di nuovo le assunzioni.

Nel mara­sma ieri si è fatta sen­tire la mini­stra della salute Bea­trice Loren­zin. L’esponente di Ncd si è detta «dispia­ciuta» per la pro­te­sta e si augura che si possa fer­mare. Non si è pro­nun­ciata sul modo però e, anzi, ha aggra­vato la situa­zione poi­ché ha con­fer­mato la fidu­cia nell’operato del suo governo. «Non mi stan­cherò mai di dire che in que­sti anni di crisi eco­no­mica in cui il Ser­vi­zio Sani­ta­rio Nazio­nale è stato for­te­mente stres­sato, il com­parto abbia dato tan­tis­simo e si sia dimo­strato estre­ma­mente respon­sa­bile». Que­sta leg­gen­da­ria capa­cità di auto-controllo sta venendo meno davanti ai tagli lineari che inci­dono sulle cure, sulle per­sone e sulle professionalità.

*** Dos­sier tagli alla Sanità

Sanità agli sgoc­cioli per tagli (21 gen­naio 2015)

La Camera ha votato 2,35 miliardi di tagli alla Sanità (5 ago­sto 2015)

Tagli alla sanità, pazienti dop­pia­mente fre­gati (7 ago­sto 2015)

Le Regioni: «Basta tagli alla sanità» (11 set­tem­bre 2015)

Tonino Aceti: «Renzi taglia le pre­sta­zioni sani­ta­rie per finan­ziare l’abbattimento delle tasse» (24 set­tem­bre 2015)

Lo strappo delle regioni sulla Sanità. E spunta l’aumento di tasse e tic­ket (23 otto­bre 2015)



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