Venezuela. Il chavismo scommette sulle piazze, l’opposizione sui sondaggi

Venezuela. Il chavismo scommette sulle piazze, l’opposizione sui sondaggi

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Tutto è pronto, in Venezuela, per le parlamentari di oggi. Sono chiamati a votare 19.496.296 aventi diritto maggiori di 18 anni. Per il periodo 2016–2020, si eleggono 167 deputati all’Assemblea nazionale (164 per le entità federali e 3 per le rappresentazioni indigene).

Ci sarà un ribaltamento negli equilibri politici? L’opposizione, riunita nel cartello Mesa de la Unidad Democratica (Mud), scommette di sì e confida sui sondaggi internazionali che, a ridosso della campagna elettorale, durata dal 13 novembre al 3 dicembre, la davano al 60%. Attualmente, la Mud ha 65 deputati, il governativo Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e i suoi alleati ne hanno 99, poi ci sono i due seggi del partito indipendente Patria para Todos (Ppt).

Il chavismo conta invece sulle piazze, sull’appoggio dei settori popolari, visibile nei comizi e nella campagna dell’«uno per dieci», durante la quale ogni militante si è impegnato a moltiplicare i voti. Ieri, il numero delle persone che avevano sottoscritto il proprio impegno aveva superato i 7 milioni. I risultati potrebbero quindi ridare fiducia a un modello politico basato sull’inclusione sociale, riconfermato finora per 18 elezioni su 19 (una sola persa di misura, il referendum costituzionale del 2007). Ma il voto è segreto e le urne riservano sempre sorprese: non in termini di frode, giacché la revisione dei seggi elettorali, alla presenza degli osservatori nazionali e internazionali, è stata accurata, e il sistema di voto – automatizzato e segreto — unanimemente riconosciuto come ultrasicuro. Le sorprese, piuttosto, possono arrivare dagli indecisi, dal voto-castigo o dalla reazione scomposta dell’opposizione, che ha rifiutato di sottoscrivere l’impegno fra le parti e agita le destre internazionali, ringalluzzita dalla vittoria di Mauricio Macri in Argentina e dall’appoggio pesante dei falchi di Washington.

Maduro si è impegnato a riconoscere i risultati. Lilian Tintori, moglie del leader di Voluntad Popular, Leopoldo Lopez — condannato per le violenze dell’anno scorso (43 morti e oltre 800 feriti) – ha moltiplicato le presenze sulla scena internazionale e, dal Paraguay, ha dichiarato: «Il 6 dicembre possono succedere due cose, o vince l’opposizione, o c’è frode«. Per sostenere questa tesi, la Mud ha invitato in Venezuela le figure internazionali più avverse al chavismo: ex presidenti pronti a dare lezioni nonostante la pessima prova data nel proprio paese in termini di giustizia e diritti umani. Dopo l’elezione di Maduro, che si è imposto con scarso margine di voti, rispetto all’altissimo gradimento sempre registrato dal suo predecessore, il candidato sconfitto delle destre, Henrique Capriles Radonski, ha invitato i suoi a «sfogare l’arrabbiatura»: e il saldo è stato di 11 chavisti morti, incendi e devastazioni.

In questi giorni, il Comitato vittime delle guarimbas ha chiesto agli ex presidenti di essere ricevuto, finora senza esito. Intanto, hanno già preso posto gli invitati ufficiali della Unasur, che ieri hanno incontrato i giornalisti e le autorità elettorali, certificando la correttezza del processo di voto. Presenti nei paesi anche gli osservatori dell’Alba, l’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America.
I segnali di preoccupazione non mancano, in conseguenza degli appelli dell’opposizione oltranzista a settori influenzabili delle Forze armate: nello stato di Cojedes, sei persone sono morte fulminate nel tentativo di sabotare la rete elettrica. Manuel Diaz, un dirigente di opposizione legato alle mafie del lavoro è stato ucciso da una banda concorrente ad Altagracia di Orituco durante un atto di campagna al quale presenziava Lilian Tintori. I responsabili del crimine sono stati arrestati, ma intanto si era già scatenata una campagna internazionale per accusare il Psuv.

Un altro candidato di opposizione, Miguel Pizarro, ha denunciato un attacco alla sua carovana nel Petare (est di Caracas, zona governata dalla Mud). In questi giorni, è però stato arrestato Manuel Furelos, capo della polizia del municipio Sucre (Polisucre). Video e testimonianze mostrano il commissario e un consigliere comunale di Voluntad Popular, Edmundo Rada, dare ordini a un gruppo di motorizados (motociclisti), inizialmente fatti passare per attivisti dei collettivi di quartiere che appoggiano il governo. Furelos è noto per essere un ammiratore di Posada Carriles, agente Cia anticastrista pluriomicida rifugiato a Miami.

Il presidente Maduro ha assicurato che sarà il primo a riconoscere i risultati. La sfida in atto trascende però quella di un appuntamento elettorale. Prive di programma e di morale, le destre venezuelane hanno come unico obiettivo quello di riprendersi i privilegi persi, fidando sulle debolezze e gli errori del chavismo e su una congiuntura internazionale che vede il continente in recessione e il prezzo del petrolio sempre al ribasso. I paesi della Opec non hanno accettato le proposte di Venezuela e Ecuador di regolare il prezzo del barile.

Accompagnando i 9 punti di programma sottoscritti dai deputati socialisti (40% di donne e grande rinnovamento generazionale), Maduro ha promesso che approfondirà la rivoluzione. «Per costruire la pace – ha detto – dobbiamo liberarci della borghesia che ha fatto la guerra al popolo. Lo dico alle donne che sono state vittime della guerra economica: oggi sono disposto a fare molto di più per un processo di radicalizzazione della rivoluzione economico-produttiva, però dobbiamo vincere domenica e dare una lezione alla borghesia parassitaria. Sarebbe triste se il popolo venisse sconfitto dalla guerra economica. Volete arrendervi ai parrucconi? Mai. La consegna è: unità, lotta, battaglia e vittoria».



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