Un anno dopo le nuove relazioni Cuba-Stati Uniti

by JM Arrugaeta e Orsola Casagrande | 18 Dicembre 2015 7:37

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Dopo oltre cinque decadi di politiche aggressive da parte degli USA contro la rivoluzione cubana, la notizia presupponeva senza dubbio l’avvio di una nuova epoca per quello che riguarda non solo entrambi i paesi ma anche le ampie ripercussioni tanto nella geopolitica della regione quanto a livello internazionale.

Indubbia inoltre la ripercussione sul carattere “simbolico” di questo avvenimento: la resistenza ostinata e prolungata del piccolo paese caraibico contro le vecchie pretese di controllo e intervento del poderoso vicino del nord.

Una prima lettura, derivata direttamente dalle parole dei due mandatari, che costituiscono per molti versi le fondamenta di questa nuova tappa, è quella dell’esplicito riconoscimento, da parte del governo degli Stati Uniti, del fatto che la politica di aggressione (e i tentativi di sconfiggere la rivoluzione) é stata un fracasso totale e perció la tenace posizione cubana di difesa della sua sovranitá e una costante denuncia dell’aggressore é risultata vincente.

Ciononostante al di lá di questa prima e legittima conclusione, le dichiarazioni dei vari funzionari nordamericani in questi mesi, riconoscono apertamente che la pretesa USA di cambiare l’attuale sistema sociale, economico e politico cubano rimane in piedi ed è di fatto il suo principale obiettivo: a cambiare dunque sarebbe la via per raggiungere tali propositi.

In effetti a partire dal 17 dicembre 2014 si è avviato un nuovo processo di relazioni e scambi tra i due paesi. Come ogni processo anche questo é per definizione dinamico e in movimento e i risultati finali dipenderanno in una certa misura da posizioni politiche e accordi ufficiali peró anche da fenomeni sociali, fattori economici, evoluzioni culturali e di contesto regionale che chiaramente possono rafforzare o indebolire le posizioni di ciascuna delle parti. E’ per questo che oltre a seguire, evidentemente, con attenzione gli incontri ufficiali, gli accordi pubblici, i progressi e gli ostacoli di questa agenda comune sará imprescindibile cercare di vedere – come dicono i cubani – “dietro la facciata”, per scoprire e analizzare fattori cruciali che vanno al di lá di quello che “fa” notizia.

I dodici mesi trascorsi dall’annuncio del 17 dicembre 2014 sono dunque una buona “scusa” per guardare indietro, definire e analizzare i progressi concreti in punti e temi bilaterali, le principali misure concrete prese da ciascuna delle parti, le posizioni e l’agenda dell’uno e dell’altro. Questo primo anniversario peró ci dá anche la possibilitá di offrire alcune opinioni, segnalare fenomeni sociali e culturali, economici, che influenzano la dinamica di entrambe le societá sia come sfide che come opportunitá.

Un anno é un tempo lungo o corto, dipende dal punto di vista: il bicchiere puó essere considerato mezzo pieno o mezzo vuoto.

Ognuno trarrá le sue conclusioni. Noi di GR abbiamo l’ambizione di proporvi letture che speriamo interessanti, analisi e punti di vista che possono aiutare a comporre un mosaico che é necessariamente ancora tutto da comporre.

La costruzione di nuove relazioni Cuba-USA non è solo una questione politica-economica: si tratta infatti anche delle relazioni tra due società e di queste con il loro contesto regionale e internazionale.

Editoriale del magazine internazionale  Global Rights – Numero 1, dicembre 2015.  

Il magazine è sfogliabile o scaricabile gratuitamente sul sito globalrights.info[1] 

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