Primo passo per ripulire l’aria Già si litiga sugli stanziamenti

Primo passo per ripulire l’aria Già si litiga sugli stanziamenti

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ROMA Un decalogo di misure, una task force che ne controlli l’applicazione, una centrale unica di acquisti dei mezzi pubblici e riorganizzazione dei fondi con 405 milioni per la strategia di medio periodo contro lo smog nelle grandi città. Un complesso di stanziamenti che, nel tempo, dovrebbe avvicinarsi al miliardo. I fondi disponibili subito, però, sono i 12 milioni di euro destinati agli enti locali per incentivare l’uso di mezzi pubblici con biglietti scontati.
In più un decreto allo studio per rottamare i veicoli diesel più inquinanti. Così il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intende «porre fine alla Babele dei provvedimenti anti smog». E, dopo giorni di stop alle auto e polemiche, conclude la riunione al ministero con un risultato politico unitario: un protocollo firmato a nome dei Comuni dal presidente dell’Anci, Piero Fassino, e a nome dei governatori dal presidente della conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini, che «invita fortemente» tutti ad adottare le stesse misure. Di più non può. I sindaci hanno autonomia nel decidere sulla salute pubblica. E dai presidenti di Puglia e Lombardia, arrivano le prime polemiche. Michele Emiliano accusa il governo di avere usato i fondi europei destinati a ridurre le emissioni per il Jobs act. E Roberto Maroni lamenta che «servono tre zeri in più». Dura la controreplica di Galletti: «Se si sperava di risolvere in questa riunione il problema del trasporto su ferro e su gomma beh, questo non c’è stato». Anche se il ministro avrebbe dato ascolto alle richieste di Maroni e Bonaccini di stanziare un nuovo fondo, in un decreto ad hoc da discutere a gennaio, con cui finanziare un bonus destinato a chi rottama i veicoli ante 2005 e acquista un’auto a basse emissioni.
Vario il pacchetto di misure che dovrebbero scattare dopo il settimo giorno di sforamento dei valori. Giù di 20 km orari la velocità in città e di due gradi la temperatura in casa. Sconti sui mezzi pubblici. Misure che mostrano qualche criticità di attuazione: dalla segnaletica da adeguare ai comportamenti dei singoli da controllare. Il ministro assicura: «Verranno attuate attraverso un comitato di coordinamento fra sindaci delle città metropolitane e presidenti di Regione, presieduta dal ministro». Nel pacchetto anche le linee guida di un piano strategico triennale che incentiva i mezzi pubblici meno inquinanti e l’efficientamento energetico degli edifici. Per la prima volta «c’è una strategia nazionale», evidenzia soddisfatto Fassino. E Bonaccini avverte: «Se vogliamo vincere la sfida, servono comportamenti virtuosi da tutti i cittadini».
Il punto più spinoso, quello dei soldi, Galletti lo ha affrontato armato di slide: 405 milioni del collegato ambientale e dal fondo Kyoto (dei gas a effetto serra) riguardano la mobilità sostenibile, reti di ricarica elettrica, efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, riqualificazione degli uffici della pubblica amministrazione centrale. Altri 500 milioni circa riguardano misure approvate dalla legge di Stabilità, quindi attivabili nei prossimi anni, e vanno dall’efficienza energetica degli edifici pubblici alla proroga dell’ecobonus al 65% per l’edilizia pubblica, dall’acquisto centralizzato, in capo alla Cassa depositi e prestiti, di mezzi pubblici in leasing per conto delle Regioni, agli incentivi al trasporto merci su ferro e mare, al disincentivo dei mezzi di trasporto inquinanti.
«Ottimo lavoro. Tanta concretezza. Zero demagogia», twitta il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Lega e 5 Stelle, Verdi e Italia Unica, Codacons e Aci che parlano di misure «inadeguate», «acqua calda».
Virginia Piccolillo


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 Credo che si debba partire da un punto fisso e imprescindibile: attuare la volontà  dei cittadini ed eliminare dal computo della tariffa il 7%, ovvero la percentuale che dà  profitto ai gestori. La stagione democratico-partecipativa che ha ad oggetto il bene comune acqua volge oltre lo straordinario esito del referendum abrogativo.

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