Alta tensione sui mercati Europa giù, Wall Street sale

by Marco Sabella, Corriere della Sera | 15 Gennaio 2016 9:48

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Una seduta di «decoupling», vale a dire di andamento divergente, tra le Borse europee e i principali indici azionari nordamericani. Dopo un arretramento superiore al 2% nella seduta di mercoledì ieri il Dow Jones ha chiuso in rialzo dell’1,41% e l’S&P500 dell’1,6%. Si sono mossi invece in direzione opposta i principali listini europei che provenivano, al contrario, da una seduta positiva.
A Piazza Affari il Ftse Mib è scivolato dell’1,67% , Parigi del -1,8% e Francoforte, come Milano, cala del -1,67%. Diverge, in Europa, anche l’andamento di settori come le auto, in caduta libera, e l’energia, che insieme alle materie prime tenta invece un parziale recupero.
Vediamo le auto. Il tono generale all’andamento del settore è stato dato dal nuovo scandalo sulle emissioni inquinanti che riguarderebbe Renault (dopo Volkswagen). Il titolo della casa francese (che smentisce le accuse) è sceso del 10,2%. Ma hanno influito molto anche i dati negativi provenienti dalla Russia. Sulla scuderia Fca, titolo che da solo ha perso il 7,9%, in calo a 6,84 euro, ha pesato infine la notizia di una causa da parte di una catena concessionaria statunitense. Male anche Exor, la controllante, giù del – 7,3% e Ferrari, che in Piazza Affari ha concluso con una perdita del 4,6% a 38,2 euro.
In direzione opposta si sono mossi i titoli dell’energia. Eni, in calo da gennaio del 7,47% sull’onda dei continui minimi del prezzo del greggio (ieri il brent ha chiuso a 30,50 dollari al barile, +o,7%) ha registrato un rialzo dell’1,4%.
Più consistenti i recuperi delle società petrolifere statunitensi che a metà seduta segnavano rialzi intorno al 5%. Mentre a Londra Anglo-American, colosso mondiale delle materie prime ha fatto un balzo del 13,6%, e Bhp Billiton del 6,4%.
Di fronte a un andamento così contrastato, l’indice Vix che misura la volatilità è in calo del 4,6% ma si mantiene a quota 24, una soglia molto superiore alla media di lungo periodo. Più tranquillo, per contro, il mercato del reddito fisso, con lo spread Bund-Btp a 107 punti (era 105) e il rendimento del Btp decennale all1,58% (contro l’1,57 del giorni precedente).
La turbolenza dei mercati si limita quindi alle Borse, contrassegnate dal 2 gennaio da un arretramento del 5-7% di tutti i principali indici azionari globali. «Non dobbiamo dimenticare che anche le prime sedute del 2015 avevano seguito un andamento analogo», ricorda Corrado Cominotto, responsabile delle gestioni azionarie di Banca Generali.
A giudizio del fund manager la forte volatilità delle Borse mondiali è condizionata in primo luogo dalla discesa delle quotazioni del petrolio «che sembra prezzare una recessione globale, mentre al contrario le previsioni macro dei maggiori istituti di ricerca economica stimano una crescita del Pil mondiale del 3,4%», aggiunge.
Marco Sabella
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