La Svezia prepara 80 mila rimpatri Naufragio nell’Egeo: 10 bambini morti

by Alessandra Coppola, Corriere della Sera | 29 Gennaio 2016 9:10

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Dalla Svezia dovranno andare via 80 mila richiedenti asilo bocciati, la Finlandia ne rimpatrierà 20 mila, l’Olanda discute un piano per rimandare indietro i migranti a bordo dei traghetti, di nuovo verso la Turchia. Sono annunci, in alcuni casi solo vaghe idee, ma danno il senso di una politica dell’accoglienza ai profughi che pure in Paesi di storica e consolidata apertura sono ormai in fase di revisione verso il basso.
Il colpo più duro viene da Stoccolma, che per bocca dello stesso ministro dell’Interno prevede di fatto un rimpatrio di massa: 60 mila richiedenti asilo la cui domanda non è stata ritenuta ammissibile, «ma la cifra potrebbe arrivare fino a 80 mila». Le espulsioni avvengono di norma a bordo di aerei di linea, ma Ygeman ha spiegato che per un rimpatrio così massiccio sarà necessario far ricorso a voli speciali. Nell’arco di molti mesi, naturalmente, se non di anni.
È il segno di una crescente difficoltà per il governo socialdemocratico svedese. Il Paese, che conta meno di 10 milioni di abitanti, solo nel 2015 ha accolto 163 mila richiedenti asilo. La media delle domande di protezione internazionale bocciate, ha sottolineato il ministro, è del 45%, per cui è legittimo attendersi oltre 70 mila dinieghi. L’apertura ai dissidenti politici o ai profughi di guerra è nel dna della sinistra scandinava, Stoccolma conta decenni di politiche di aiuto, impostate dallo storico premier Olof Palme. Dai cileni perseguitati da Pinochet ai rifugiati del conflitto nella ex Jugoslavia.
L’arrivo in questi ultimi anni di centinaia di migliaia di profughi dalla Siria, dall’Iraq, dall’Eritrea, sta mettendo a dura prova un sistema finora rodato ed efficiente. L’uccisione della giovane impiegata Alexandra Mezher, accoltellata martedì da un ragazzino straniero in un centro per minori non accompagnati a Göteborg, ha esasperato le polemiche. Sul sovraffollamento delle strutture, e alla fine sull’impossibilità di far fronte a un flusso di arrivi così imponente. Il conteggio svedese tra richieste e dinieghi è simile a quello di Helsinki, che gestisce numeri più bassi e calcola però di aver fatto entrare una percentuale inferiore di migranti che davvero avranno diritto alla protezione internazionale: uno su tre, 20 mila su 32 mila domande presentate nel 2015 dunque saranno negative, e diventeranno rimpatri. La questione urgente al momento nelle acque dell’Egeo è un’altra: continuano i naufragi e le stragi. Ieri mattina 25 persone, tra cui 10 bambini, sono annegati al largo dell’isola di Samo. Poche ore più tardi, la Marina militare italiana ha condotto un’operazione di soccorso tra la Libia e la Sicilia, recuperando sei corpi senza vita, ma salvando anche 74 persone.
Alessandra Coppola

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