Grillo ci ripensa, adozioni a rischio

Grillo ci ripensa, adozioni a rischio

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Deputati del movimento contro: «Scelta penosa» Ma ora i voti per le adozioni potrebbero non esserci. Lo stralcio diventa un’ipotesi concreta. Che Renzi potrebbe ’subire’ volentieri. E così evitare i capricci dell’alleato Alfano

Contrordine grillini: sulle unioni civili Grillo concede libertà di voto. Per i militanti a cinque stelle e per la ’rete’, il fulmine a ciel sereno arriva dal blog del comico. Da ieri mattina un post pensoso ragiona sulla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner. Un punto «in cui le sensibilità degli elettori, degli iscritti e dei portavoce MoVimento 5 Stelle sono varie», scrive il leader. Che ora ha cambiato idea «in seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce M5S». L’indicazione ai senatori che da martedì affronteranno il voto del ddl Cirinnà a Palazzo Madama è «libertà». Grillo l’ha decisa e ora la concede ai suoi, stracciando senza indugio la consultazione online che si era svolta nell’autunno del 2014 sulle unioni civili, conclusa con la vittoria del sì: ma «non era presente alcun accenno alle adozioni». E siccome, appunto, Grillo ha deciso, una nuova votazione non serve: «Perché su un tema etico di questa portata i portavoce M5S al Senato possono comunque, in base ai dettami della loro coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia il risultato delle votazioni». Dario Fo  a stretto giro di posta si schiera con lui.

La parola coscienza fa ingresso nel vocabolario grillino ed è subito terremoto. In pochi giorni il movimento è passato dalla minaccia di non votare il ddl Cirinnà in caso di mediazioni al ribasso da parte del Pd, all’ammissione di qualche dissenso sul tema delle adozioni (la settimana scorsa in una riunione i senatori Ornella Bertorotta e Sergio Puglia avevano ammesso la loro difficoltà a votare sì) alla libertà di voto. Che però manda all’aria il fragile pallottoliere con cui la legge doveva passare. Grillo forse annusa l’aria del paese, favorevole alle unioni civili ma meno alle adozioni: «Gli italiani si spaventano», aveva detto Casaleggio. O forse tenta una mossa per tenere uniti i senatori: il dissenso sul tema è più ampio di quanto non era fin qui filtrato. Il rischio era l’affossamento della stepchild al voto segreto con figuraccia massima dei grillini. Tant’è che ieri l’appello dei senatori per il sì lanciato su twitter da Paola Taverna (#iovotosì), fino a sera aveva raccolto solo dodici adesioni. Poche, molto poche rispetto ai 35 senatori del gruppo. Ma nei gruppi il gesto d’imperio non va giù: «Un patetico tentativo a non spingersi oltre», twitta la deputata Chiara Di Benedetto. Sulla rete intanto è rivolta. L’accusa è sanguinosa ed è quella di tradimento, perfetto frutto di anni di beffe contro l’idea stessa (costituzionale, ma i grillini non l’hanno mai digerita) di libertà di coscienza: «I portavoce non possono avere libertà di coscienza perché votano in rappresentanza della coscienza collettiva», scrive un ’cittadino’; «Avete buttato nel cesso il principio cardine», un altro; «Loro voteranno secondo la loro coscienza ma non secondo la volontà dei cittadini che li hanno eletti», un terzo. Obiezioni da allievi modello dell’educazione civica a 5 stelle. Il rischio è che il contraccolpo si senta nelle città dove a giugno si va al voto. Ne sarebbero preoccupati in particolare il candidato bolognese Massimo Bugani e la torinese Chiara Appendino.

Al senato il cambio di fronte dei grillini innesca una reazione a catena. Ora il rischio è quello di mandare all’aria il ddl Cirinnà che non può più contare sul bacino certo dei 35 voti grillini per far passare l’art. 5, proprio quello che regola le stepchild. Il ministro Alfano esulta e twitta: «Si riapre la partita. Potrebbe saltare l’intera legge». In realtà quello che va a rischio sono le adozioni. Almeno per la strada della legge: quella giudiziaria invece sarebbe spianata: ieri le famiglie Arcobaleno hanno annunciato che «il tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto u’altra adozione “in casi particolari” (la stepchild adoption) a favore di due minorenni con due mamme». Al senato invece il fronte stava perdendo pezzi. La settimana scorsa il senatore Tonini, cattolico ma favorevole al testo Cirinnà, aveva lanciato l’idea dello stralcio in un provvedimento da approvare in tempi certi. La proposta non aveva trovato grandi accoglienze nell’area centrista e cattolica. In compenso aveva fatto saltare i nervi ai laici del suo partito.

Ieri il capogruppo Luigi Zanda e la vice di Renzi Debora Serracchiani hanno cercato di minimizzare l’impatto del contrordine grillino: «La decisione di Grillo di lasciare libertà di voto sui punti delicati del ddl sulle unioni civili è giusta», ha detto il primo, «Diamo ai grillini il benvenuto nell’età adulta della politica», la seconda. Ma la preoccupazione che alla fine lo stralcio delle adozioni diventi l’unica strada per approvare la legge comincia ad essere molto concreta: la somma dei possibili nuovi dissensi grillini con quelli già conosciuti (35 del Pd, 7 del gruppo delle autonomie, più tutta la destra moderata e non) comincia ad essere un numero pericolosamente alto. Il Pd non sponsorizzerà lo stralcio delle adozioni. Ma potrebbe ’subirla’ per portare comunque a casa legge. Risparmiandosi le turbolenze che, anche bluffando, il partito di Alfano minacciava, dopo il (presunto) successo del Family Day, sabato scorso. Per Renzi tutto sommato potrebbe persino essere una soluzione augurabile.



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