Le carte. La manager « Mandrake » e le società che pagavano le compagne dei politici

by Federico Berni e Cesare Giuzzi, Corriere della Sera | 17 Febbraio 2016 12:40

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Milano Paoletta Canegrati dieci anni fa s’è ritrovata, non si sa come, a guidare l’azienda della quale era una semplice impiegata. E oggi dietro al suo nome si nasconde una galassia di aziende, che negli ultimi 15 anni s’è aggiudicata quasi tutte le gare ospedaliere per le cure odontoiatriche. L’imprenditrice Canegrati è una che sa stare nell’ombra stringendo le alleanze giuste: «In un anno sarà entrata una volta negli uffici della Regione», dice Mario Longo, il braccio destro del presidente della Commissione lombarda sulla Sanità. Eppure i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano la fotografano proprio con Longo in un bar nei dintorni del Pirellone, o mentre passeggia fuori dalla sede del Consiglio regionale. Lei, 54 anni, capelli biondi, modi spicci e dialetto milanese, non nasconde le sue doti: «Va bene che sono brava e sono Mandrake» anche se «sulle acque non mi viene ancora molto bene camminare».
È lei, casa in via Durini alle spalle del Duomo, a «scrivere» i tariffari delle prestazioni odontoiatriche lombarde. Sempre lei a stringere alleanza con il presidente della Commissione Salute lombarda, l’ex senatore leghista Fabio Rizzi, fedelissimo del governatore Roberto Maroni. Lo fa — secondo le accuse dei pm di Monza Donata Costa e Manuela Massenz — attraverso una tangente da 50 mila euro, pagando consulenze fittizie e facendo entrare in società fittiziamente le compagne di Rizzi e Longo (entrambe ai domiciliari). Un «sistema Canegrati», come scrive il gip Emanuela Corbetta, basato su «rapporti confidenziali, amicizie, corruzioni e forte sostegno della politica all’esterno». Il tutto per mettere le mani sui servizi «privatizzati» delle cure odontoiatriche (indagato anche Pietro Caltagirone). Un modo di agire — aggiunge il gip — che ha determinato uno «spazio di manovra privo di alcun limite, idoneo a lasciare il cittadino privo di qualsiasi tutela».
Nell’aprile 2014 il dirigente amministrativo dell’ospedale di Melegnano, Patrizia Pedrotti (domiciliari) scoppia in lacrime al telefono quando l’imprenditrice gli comunica che il figlio sarà assunto nella sua azienda: «Venerdì viene, firma il contratto, lunedì comincia. Gli ho detto per me non ci sono figli e figliastri, tu fai il tuo mestiere». Paola Canegrati — il responsabile degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano, Massimiliano Sabatino, la chiama affettuosamente «cucciolo» — è convinta d’essere una «benefattrice», imprenditrice lombarda cresciuta dal niente capace di lavorare venti ore al giorno: « De Paola ghe n’è vuna, tute l’altre son nesuna », scherza al telefono. «Spero che le persone capiscano che tipo sono, perché penso che a far del bene si riceva sempre del bene. Sono un cane che abbaia, ma non morde». È ancora lei che, come dice lo stesso Longo in un’ambientale, ha «finanziato al 100% la campagna elettorale per Rizzi». E non solo, perché nelle 223 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, si parla anche di finanziamenti per un candidato leghista in Veneto e di contatti con l’ex assessore regionale Mario Mantovani (poi arrestato in un’altra indagine per turbativa d’asta): «Gli piacerebbe entrare a fare parte di questa grande famiglia», racconta la manager.
L’indagine dei carabinieri inizia nel 2013 seguendo i movimenti del compagno dell’imprenditrice, Pietro Gino Pezzano, ex direttore dell’Asl di Monza, dimessosi dopo la pubblicazione di sue fotografie con uomini della ‘ndrangheta ai tempi della maxi inchiesta Infinito/Crimine. In quei giorni arriva anche la denuncia di Giovanna Ceribelli, componente del collegio sindacale dell’ospedale di Desio e Vimercate. È lei a raccontare la «presenza anomala» dell’imprenditrice dietro tutte le società che si sono aggiudicate gli appalti per l’odontoiatria. Le gare — scopriranno poi gli investigatori — erano state «confezionate su misura» per le aziende del gruppo Odontoquality di Arcore.
Mandrake considera Longo uno che «prende i soldi» mentre «io lavoro». Ma non può farne a meno: «Questo m’aiuta, questo serve». In cambio di favori gli paga le spese per l’imbiancatura di casa. L’Istituto stomatologico di Milano è la struttura ospedaliera più importante per le cure odontoiatriche («stiamo parlando di 74 medici»). Il «sistema Canegrati» prova ad entrare negli appalti, ma i dirigenti sono orientati ad affidarsi agli svizzeri di Xenon. C’è un primo intervento della coppia Longo-Canegrati che non raggiugne il risultato. Allora si muove direttamente il presidente Rizzi: «È intervenuto pesantissimo — dice Longo —. Hanno capito che è meglio non mettersi contro». Che il sistema non sia del tutto trasparente lo dice, intercettato, ancora una volta Longo: «Il mio mercato di riferimento è la Paola Canegrati. Detto tra me e te, se io continuo portano via o lei o me».
Federico Berni e Cesare Giuzzi
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