La protesta gay allo show di Grillo

La protesta gay allo show di Grillo

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ROMA «Re buffone». «Giuda a 5 Stelle». «Neodemocristiano». Dopo tanti «Vaffa» allegramente inviati negli ultimi anni, stavolta tocca a Beppe Grillo prenderne qualcuno. È il «Vaffa day Gay», che si materializza all’improvviso al teatro Brancaccio di Roma, dove il comico/politico va in scena con il suo «Grillo vs Grillo». Il Movimento è accusato di aver deciso di dire no al supercanguro, il taglia emendamenti del Pd sulle unioni civili. Mossa repentina presa per «difendere la democrazia» ma che, di fatto, rischia di affossare il disegno di legge Cirinnà.
Grillo entra da una porticina laterale, con una maschera da gorilla. Una volta dentro, a sorpresa, prima dello spettacolo lascia il microfono aperto: «So che fuori c’è una manifestazione sulle unioni civili, ma se qualcuno vuole parlare qui gli do il microfono». Mossa astuta per evitare contestazioni durante lo show. Dentro, però, ci sono davvero due manifestanti, ai quali una signora ha regalato due biglietti che avanzavano. Sono Alessandro Scurti e Klaus Mondrian, del gruppo gay di nuotatori «Pesce». Parla Mondrian: «Voi avete i diritti noi no, voi ci state affossando». Viene subissato di fischi: «Ignorante, vergogna, non hai capito niente». Parla un militante a 5 Stelle, avvolto in una bandiera arcobaleno: «Ho la doppia tessera, da radicale e da 5 Stelle e sono per la legge». Il tempo è scaduto, Grillo interviene: «Ora fatemi fare lo spettacolo». E via, con il copione e con l’ologramma.
Fuori c’erano una ventina di militanti gay. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center regala sveglie ai parlamentari che arrivano: «Svegliatevi, è l’ora dei diritti». Roberta Lombardi dialoga con lui pacatamente, poi si allontana e per errore fa partire una chiamata: il display si accende, la scritta recita «Gianroberto Casaleggio». Roberto Fico si difende: «Noi siamo al 100 per 100 con voi, è il super canguro che non va». Marrazzo attacca: «Il Movimento non può dire di volere le unioni civili e poi al momento di votarle, fare da sponda alla Lega, che a Milano è inquisita per tangenti».
Passa Enrico Montesano, con berretto. E poi Michele Santoro, con in tasca il nastrino arcobaleno. Perché in tasca? «Per rispetto dello spettacolo. Però, pur condividendo in linea di principio il no al supercanguro, dico che questa legge è troppo importante. E quindi sto con i manifestanti».
Grillo, nelle ore precedenti, aveva provato un diversivo in due mosse. La prima, contro la «tassa sulle vedove», ovvero l’intervento sulle pensioni di reversibilità. La seconda contro il presidente emerito Giorgio Napolitano, definito su Twitter un «furbetto»: «La tessera c’è, lui no. Ora pensione: accompagnatelo al Pincio a dare il becchime ai piccioni». Sul blog, però, si registrano ancora le proteste della base. C’è chi attacca — «Democrazia fa rima con Ipocrisia» — e chi commenta laconico: «È finito tutto»
Alessandro Trocino


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