L’aereo dirottato tra falso esplosivo e selfie

L’aereo dirottato tra falso esplosivo e selfie

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Un uomo passa i controlli all’aeroporto di Burg Al Arab, Alessandria D’Egitto. Nel filmato ripreso dalle telecamere di sicurezza lo si vede avanzare calmo, passare sotto il metal detector, lasciarsi perquisire e andare oltre.

È lui, Mustafa Seif Eldin, classe 1957, nato al Cairo e sposato con una cipriota, padre di quattro figli. Passato il varco, quel tizio magro e alto si piazza da qualche parte a preparare la scena della sua giornata da protagonista. Probabilmente si infila in un bagno e si mette addosso una cintura esplosiva, con fili in bella vista e un giaccone scuro che la possa nascondere.

Tutto finto, ma questo si saprà molte ore dopo quando, dopo aver minacciato il pilota di farsi saltare in aria, Mustafa Seif Eldin lo costringe a un cambiamento di rotta. Non si va più al Cairo, meta del volo. Si vira verso l’aeroporto di Larnaca, a Cipro. Stato di allerta generale. Si attivano le misure antiterrorismo, si teme il peggio, si organizza la macchina dei potenziali soccorsi. Ma il dirottatore comincia con la prima sorpresa: fa scendere la maggior parte dei 55 passeggeri a bordo (di Paesi arabi) lasciando sull’aereo gli occidentali. Parte la trattativa per il rilascio degli ostaggi ma più passa il tempo più quel dirottamento sembra non avere né capo né coda. Non si capisce, soprattutto, che cosa chiede esattamente quell’uomo che, si scopre, ha diversi precedenti penali per rapina, truffa, falsificazione di documenti, sostituzione di identità e droga.

La sola cosa che sembra certa è che lui vuole che chiamino sua moglie, deve consegnarle una lettera. La donna poi arriva ma non si conosce il suo ruolo nella consegna della busta. La situazione è talmente incerta che sul finire della mattinata viene dato per dirottatore Ibrahim Samaha, docente del Cairo. È lui stesso a chiamare le tv: «Sono un passeggero rilasciato, non c’entro». La svolta arriva alle 14: Mustafa si fa scattare una foto con un ostaggio, libera i passeggeri rimasti e si arrende. Lo arrestano. Ma non per questo si chiarisce tutto. Il ministro degli Esteri cipriota, Alexandros Zenon, dice che è «psicologicamente instabile». E parte la girandola delle ipotesi sui motivi del dirottamento: forse per amore, perché voleva riavvicinare la moglie separata, si dice all’inizio. Ma no: nella lettera si chiede la liberazione di donne detenute in Egitto. Il premier egiziano Ismail sostiene invece che l’uomo abbia chiesto incontri con rappresentanti dell’Unione Europea. Oggi forse ne sapremo di più.

Giusi Fasano



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