Slovacchia, l’estrema destra torna in parlamento

by Jakub Hornacek, il manifesto | 8 Marzo 2016 9:13

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Le elezioni, che si sono svolte in Slovacchia sabato 5 marzo, hanno restituito un’immagine del piccolo Paese del centro Europa assai diversa da quella raccontata dai sondaggi. A trionfare è il premier uscente Robert Fico, il cui partito Smer-Sd però perde più di sedici punti scendendo al 28%. Resta stabile l’area del centro-destra con il partito liberal-conservatore SaS arrivato secondo con 11,7% delle preferenze. Il nuovo movimento Siet (Rete) dato a lungo al secondo posto raccoglie poco più del 5% ed è la più piccola formazione del Parlamento slovacco.

A festeggiare sono invece le formazioni dell’estrema destra, che avranno all’Assemblea nazionale slovacca un’ampia e articolata rappresentanza. Rientrerà tra gli scranni parlamentari il Partito nazionale slovacco, che ha raccolto quasi il 9% dei suffragi. Il Partito era rimasto fuori dal Parlamento nel 2012 ed era considerato una degli alleati più probabili di Smer-Sd. Festeggia anche il movimento anti-gender Sme Rodina dell’imprenditore Boris Kollar (6,6%) nato sull’onda del fallito referendum sulla famiglia. Ma la sorpresa più grande (e più amara) è il successo del Partito del Popolo – Slovacchia nostra (Lsns) guidato dal governatore di Banska Bystrica Marian Kotleba. Il partito, che ha preso l’8%, infatti non nasconde nostalgia per lo Stato slovacco, l’entità fantoccio fatta nascere dal Terzo Reich dopo lo smembramento della Cecoslovacchia, e ha posizioni molto vicine alla destra neonazista.

Il successo di Lsns è del tutto inaspettato: tutti i sondaggi, prima della moratoria scattata il 18 febbraio, davano il partito lontano dalla soglia di sbarramento del 5%. «L’area del consenso a Kotleba c’era già prima delle elezioni, è un risultato che non arriva dal nulla, anzi è il frutto di un’attività mirata», ha commentato Pavel Haulik dell’agenzia di sondaggi Mvk, secondo cui il partito di Kotleba avrebbe riattivato la sua comunicazione con gli elettori a poche settimane del voto. I partiti di estrema destra quindi raccolgono nel nuovo Parlamento 40 seggi su 150.

In questa situazione diventa molto difficile per il premier Fico trovare una maggioranza. Il presidente Kiska ha già dato un mandato esplorativo al premier uscente, che è stato penalizzato dalla sua stessa strategia. Smer-Sd ha infatti puntato la sua campagna elettorale sul tema dei rifugiati tappezzando il paese con cartelloni con l’effige di Fico e un sintetico «Proteggeremo la Slovacchia». Su questa scia si sono quindi inseriti con successo i partiti di estrema destra, che a differenza di Fico possono vantare un’autentica estraneità rispetto a Bruxelles, che Fico attacca con veemenza praticamente ogni giorno. Il travaso non sarà stato così netto come consigliano le coincidenze dei numeri (Smer perde il 16,5%, Partito nazionale slovacco e Lsns guadagnano il 16%), ma resta l’ampia responsabilità del premier slovacco su come abbia gestito la crisi dei rifugiati di fronte all’opinione pubblica del suo Paese.

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