Flessibilità per le spese anti terrorismo La proposta della Commissione europea

by Ivo Caizzi, Corriere della Sera | 21 Aprile 2016 9:23

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BRUXELLES – La spinta emozionale dei sanguinosi attentati terroristici a Parigi e Bruxelles può generare maggiori margini di flessibilità nell’applicazione dei vincoli di bilancio previsti dal Patto di Stabilità e di crescita dell’Ue. Lo ha fatto capire la Commissione europea annunciando la sua proposta di scorporare le spese per la sicurezza nel caso di «eventi eccezionali», come potrebbero essere i rischi di avanzata dei kamikaze jihadisti nei Paesi membri.

Nella comunicazione dell’istituzione di Bruxelles sulla strategia per una politica comune di sicurezza, la richiesta ai governi di attuare valutazioni flessibili sui conti pubblici è stata giustificata con la necessità di «fronteggiare eventi al di fuori del controllo dei governi quando si considerano le spese direttamente relative a tali minacce». In pratica la attuale possibilità di chiedere flessibilità per gli investimenti produttivi co-finanziati dall’Ue, per affrontare i costi iniziali delle riforme strutturali o per fronteggiare l’emergenza migranti, verrebbe estesa a quanto gli Stati devono spendere in più per rafforzare la sicurezza dei cittadini davanti alla minaccia del terrorismo jihadista.

L’Italia, che ha chiesto di beneficiare delle tre forme già previste di flessibilità, potrebbe chiedere questa ulteriore concessione perché, dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles, Roma e Milano sono risultate nella lunga lista di città europee dove sarebbe necessario intervenire per ridurre i rischi. Lo stesso pacchetto anti-terrorismo proposto dalla Commissione europea (incentrato sullo scambio di informazioni tra i servizi segreti nazionali, il potenziamento delle strutture di intelligence, azioni contro la diffusione incontrollata delle armi, maggiore coordinamento presso l’agenzia comunitaria Europol, ecc.) prevede aumenti dei costi a carico degli Stati membri.

L’estensione della flessibilità di bilancio alle spese per la sicurezza rientra in una più ampia ridiscussione del Patto di stabilità e di crescita, che con i suoi vincoli non viene più considerato attuabile da Italia, Francia, Portogallo, Spagna e vari altri Paesi membri a causa della lunga crisi economica internazionale. Nell’Eurogruppo/Ecofin informale dei ministri finanziari , in programma domani e sabato ad Amsterdam, è in agenda la discussione di una semplificazione dei complicati meccanismi di valutazione degli attuali parametri. E i Paesi con difficoltà nei conti pubblici intenderebbero utilizzare questo procedimento per ottenere maggiori margini di spesa per rilanciare crescita e occupazione.

Ivo Caizzi

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