Pressing per riformare i voucher

Pressing per riformare i voucher

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ROMA Si apre il fronte voucher nella maggioranza che sostiene il governo e in particolare all’interno del Pd. Perché la linea scelta dall’esecutivo di rendere tracciabile l’uso del ticket lavoro per combattere gli abusi che si nascondono dietro il loro boom (+66% solo nell’ultimo anno) non è la stessa della minoranza che punta ad una correzione legislativa assai più profonda giocando, come altre volte, con la sponda dei sindacati. «Tocca alla politica, al Parlamento e al Pd prendere l’iniziativa e andare oltre gli annunci ha scritto sul suo blog sull’Huffington Post, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, esponente di punta della minoranza anti-renziana del partito -. C’è tempo fino a fine di giugno per modificare il decreto attuativo del Jobs act che regola la materia. È sufficiente, anche in questo caso, riportare l’Italia in Europa e tornare a limitare l’uso dei voucher agli “small jobs” riconducendo la retribuzione annuale massima al limite originario (era di 3.000 euro lordi l’anno, è salita a 7.000, ndr). È necessario assicurare la tracciabilità dei voucher con procedure certificate». Questa è l’impostazione che ha seguito pure Cesare Damiano, anch’egli della minoranza democrat, nella sua proposta di legge con l’obiettivo di tornare alla versione iniziale dei voucher, prima che venissero estesi a tutti i settori produttivi e innalzati i tetti retributivi. Insomma molto di più di quel che ha annunciato l’esecutivo che intende «stringere i bulloni», come ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per limitare ed evitare il più possibile «le furbate». Una strategia che si dovrebbetradurre entro giugno nella tracciabilità del voucher. In sostanza il datore di lavoro dovrà comunicare all’ispettore, o con un sms o con una email, che quel giorno, in quelle ore precise, farà ricorso alla prestazione di quel determinato lavoratore. Questo sarebbe sufficiente secondo il governo ad evitare quel che accade su larga scala: il datore di lavoro acquista i voucher e fa la comunicazione solo quando si presenta l’ispettore in azienda, in molti casi dopo un incidente sul lavoro (cresciuti di oltre il 200% tra i voucheristi). Dietro al massiccio uso dei voucher si nasconde infatti un ampio ricorso al lavoro nero. Che il governo pensa di poter contrastare senza modificare le ultime normative (prima la legge Fornero poi il Jobs act). C’è la difesa dell’istituto dei ticket lavoro e pure l’idea che, al netto delle violazioni di legge, abbia prodotto buoni risultati. La minoranza del Pd, invece, ritiene che con la caduta delle assunzioni a tempo indeterminato per effetto della riduzione degli sgravi contributivi (scesi al 40%) possa nuovamente allargarsi l’area del precariato. Tesi che la Cgil porta alle estreme conseguenze con la raccolta di firme per un referendum abrogativo dei voucher stessi. Partita più che mai aperta.



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