Referendum, il quorum non c’è E scoppia la lite dentro il Pd

Referendum, il quorum non c’è E scoppia la lite dentro il Pd

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ROMA Referendum No Trivelle senza quorum. Consultazione popolare non valida, nonostante la valanga di Sì (86,4%, circa 12 milioni di voti contro quasi 2 milioni di no ). E dal Partito democratico, che aveva puntato sull’astensionismo per scongiurare che la vittoria del sì interrompesse le concessioni senza scadenza per l’estrazione di gas e petrolio, il deputato renziano Ernesto Carbone ha inviato un sonoro «Ciaone…» a quasi 14,5 milioni di italiani (il 32,1% del corpo elettorale) che si sono recati alle urne. Con una coda di veleni proprio dentro il Pd: «Prima dicevano quorum — ha scritto Carbone —. Poi il 40%. Poi il 35%. Adesso, per loro, l’importante è partecipare #Ciaone».

Nella domenica del quorum mancato per 18 punti di affluenza, i presidenti di Camera e Senato sono stati tra i primi a votare. «La partecipazione è un valore», ha detto Laura Boldrini. E Pietro Grasso è andato oltre: «Sono affezionato all’idea di esprimere un voto…». In prima fila anche gli ex premier Romano Prodi ed Enrico Letta mentre Silvio Berlusconi non ha votato. Alle 12, quando l’affluenza era dell’8,34%, il fronte dell’astensione ha preso coraggio. L’ufficio del portavoce del presidente del Consiglio ha fatto subito sapere che Renzi sarebbe sceso in sala stampa alle 23.05, ad urne chiuse. Poi intorno alle 17, sulla Rete, è iniziata a circolare la frase incriminata: partita su input di Palazzo Chigi anche se il «Ciaone» sarebbe farina del sacco di Carbone. Alle 18, il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, spiegava: i dati sull’astensionismo «sono migliori delle nostre aspettative». Poi Renzi su Twitter: «A chi chiede come mai non twitto sul referendum: rispetto fino all’ultimo il silenzio elettorale».

Alla 19, per il fronte No Trivelle la doccia gelata era già abbondante: col 23,48% dei votanti pure chi non ha pratica con l’aritmetica si è convinto che la partita era persa. Anche se in serata tanti italiani si sono recati al seggio, compreso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha votato intorno alle 20.30 a Palermo. Tra i partiti e dentro il Pd, poi, sono partite le polemiche. «Ciaone fa rima con cialtrone», ha detto Nicola Frantoianni (Sinistra italiana). «Ciaone? Arrivederci ad ottobre», ha chiosato Peppe Civati (Possibile). Duro il senatore dem Miguel Gotor: «Imbarazzante. Con la battaglia per l’astensione al referendum, con tanto di irrisione per chi vota, il Pd sta lasciando, apparentemente senza rimpianti, la bandiera della questione morale e quella della partecipazione civica al M5S. È un errore strategico che rischiamo di pagare caro». A Torino, Milano, Bologna e Roma le medie dei votanti sono più alte di quella nazionale. Quorum raggiunto in Basilicata (50,3%). A Ravenna, cuore del sistema offshore, ha votato il 28,5%.

Dino Martirano



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