Uno stop per Finmeccanica in India Il governo cancella le commesse

Uno stop per Finmeccanica in India Il governo cancella le commesse

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ROMA L’intenzione del governo indiano di inserire Finmeccanica in una lista nera, escludendola da qualsiasi tipo di fornitura, arriva a mezzo stampa. Il ministro della Difesa di New Delhi, Manohar Mikkar, parla con la principale agenzia indiana Press Trust of India e fa sapere di avere avviato la procedura di inserimento di Finmeccanica-Leonardo (nuovo nome del gruppo guidato da Mauro Moretti) nell’elenco delle aziende che non possono avere rapporti commerciali con l’amministrazione indiana. «Ovunque ci sia accesso al capitale di Finmeccanica e delle controllate, tutte le richieste di offerta saranno chiuse. Sono molto chiaro», dice Mikkar. Una presa di posizione a corredo di rapporti diplomatici già molto altalenanti tra l’Italia e l’India. Tanto più alla luce del ritorno a casa, appena tre giorni fa, del marò Salvatore Girone. Anche se il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, si affretta a ribadire che «non c’è nessun collegamento tra la vicenda dei due marò e la commessa di Finmeccanica in India. Non si è mai discusso di compensazioni». A monte c’è, soprattutto, l’inchiesta sull’appalto da 560 milioni di euro per la fornitura di elicotteri AgustaWestland (società controllata di Piazza Montegrappa) da parte di Finmeccanica all’aeronautica militare indiana. Una vicenda che risale al 2010, quando il vertice di Finmeccanica era nella mani di Giuseppe Orsi. L’inchiesta intanto ha proseguito il suo corso con l’archiviazione della posizione della capogruppo Finmeccanica, nel caso delle controllate AgustaWestland Ltd e AgustaWestland spa l’esito finale ha portato al patteggiamento e, tra l’altro, alla confisca di 7,5 milioni di euro come prezzo del reato presupposto di corruzione. Nel processo di appello sono arrivate le condanne per corruzione internazionale e false fatturazioni: nelle settimane scorse oltre ad Orsi è stato condannato l’ex amministratore delegato di AgustaWestland, Bruno Spagnolini. La mossa del governo indiano, del resto, si inserisce nel solco delle prese di posizioni unilaterali di New Delhi, analoghe a quella che tre anni fa ha portato alla sospensione del contratto di fornitura degli elicotteri, con tanto di escussione delle garanzie per un importo pari a circa 225 milioni di euro.

A complicare la situazione contribuisce lo scontro politico interno, con il premier indiano Narendra Modi che in più occasioni ha insinuato il coinvolgimento nella vicenda degli elicotteri AgustaWestland di Sonia Gandhi, presidente del Congresso nata e cresciuta in Italia prima di scegliere l’India come patria adottiva. Un clima avvelenato da presunti dossier e informazioni riservate sulla stessa famiglia Gandhi. Terreno difficile, insomma, per concludere affari e siglare contratti chiamandosi Finmeccanica. La società, una volta ricevuta la notizia di essere destinata alla black list, ha preso «atto delle dichiarazioni del ministro Parrikar, pur non avendo ricevuto alcuna comunicazione formale da parte delle autorità preposte». Certo è che il caso India pesa e in Borsa, in una seduta positiva per il listino milanese, il titolo Finmeccanica lascia sul terreno un calo dell’1,5%. Ragione per cui nella nota ufficiale viene spiegato che «l’esposizione del gruppo Finmeccanica Leonardo sull’India è estremamente limitata perché da anni non viene incluso alcun nuovo ordine». La società aggiunge, tra l’altro, che l’ordine per la fornitura di siluri con un contratto di 300 milioni di euro «non è mai stato formalizzato». L’obiettivo del gruppo, che rivendica di essere risalito nella classifica internazionale delle aziende impegnate nell’anticorruzione, rimane quello di trovare «una soluzione condivisa e trasparente in grado di fare chiarezza sulle iniziative in corso e sulle opportunità future di business».

Andrea Ducci



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