Carrai, la marcia indietro sull’intelligence

ROMA «Oggi di noi sanno più Google, Amazon e Facebook di quanto sappiano Guardia di Finanza, Carabinieri e servizi segreti messi insieme». Così parlava Marco Carrai lo scorso agosto al Meeting di Rimini, l’evento annuale di Comunione e liberazione. Tutte le informazioni che passano sulle piattaforme digitali (100 miliardi di miliardi di dati ogni anno) sono i Big Data, il settore del quale dovrebbe occuparsi l’amico fraterno di Matteo Renzi nell’ambito della sua consulenza col governo. Incarico a lungo rinviato, com’è successo anche l’altro ieri, tanto che a Palazzo Chigi non si esclude un passo indietro di Carrai, ovvero la rinuncia a entrare nello staff di Renzi. Il premier lo ha fatto capire sottolineando più volte, in conferenza stampa, che «la campagna mediatica contro sta influendo sulla decisione di Carrai. Non so se abbia cambiato idea ma io lo voglio ancora con me». Non scherzava. Un messaggio inviato soprattutto all’amico, infastidito per il fuoco di sbarramento che ha indebolito il suo ruolo fino a ridurne poteri e confini e, dicono, anche per la gestione maldestra della vicenda, culminata nei continui slittamenti del via libera.
Related Articles
Ast. Il governo in carica. Contro gli operai
Ast di Terni. La polizia carica il corteo che vuole raggiungere il ministero. Per terra insanguinati rimangono due lavoratori e due sindacalisti. A via Molise un pomeriggio di tensione con tre vertenze che si accavallano. In difesa delle acciaierie, delegazione sotto l’ambasciata tedesca. Ma in un attimo parte l’agressione delle forze dell’ordine. Poi la lunga trattativa
Storie di tango e di fango Dai bassifondi al Vaticano
LE RELAZIONI PERICOLOSE TRA LA CHIESA E LA DANZA ARGENTINA
Pio X preferiva la furlana, ma non trovava così peccaminoso il nuovo ballo. A dispetto di Benedetto XV. E c’è anche chi ne ha svelato la dimensione mistica Un papa che ama il tango. E se fosse questa la vera novità legata all’elezione di Francesco I?
Europei e poliglotti: lo staff minimalista del Professore
ROMA — Per mettere giù la sua agenda Mario Monti ha chiamato a raccolta la sua squadra più stretta di collaboratori. E non si fa fatica a credere che molte pagine del programma annunciato ieri le abbia scritte di suo pugno. Non c’era infatti tempo per allargare troppo il team di esperti da consultare.