Ufficiali giudiziari caos pignoramenti “Famiglie più deboli ora con meno tutele”

by BARBARA ARDU’, la Repubblica | 13 Maggio 2016 19:00

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ROMA Sarà un autunno caldo sul fronte degli sfratti. Ne è certo Giuseppe Marotta, ufficiale giudiziario a Milano. Tutta colpa del decreto legge approvato il 3 maggio del 2016 e che dovrebbe essere pronto per l’estate. Tra le righe c’è un particolare che è sfuggito a molti e che potrebbe innescare una pioggia di sfratti veloci e poco tutelati in un Paese dove già è emergenza casa. Sono esclusi gli inquilini morosi. Per loro non cambia nulla. La “stortura” è solo per chi abita in una casa acquistata con un mutuo, di cui ha smesso però di pagare la rata. E la “stortura” è che gli ufficiali giudiziari non si occuperanno più di questi casi, che verranno trattati direttamente dai custodi giudiziari. E c’è una bella differenza.

«I custodi sono dei privati – spiega Marotta –. Fino a oggi prima di poter vendere l’immobile pignorato i custodi devono aspettare un nostro via libera. Sia chiaro non è una questione di difesa del lavoro, la differenza è di sostanza. Noi siamo soggetti terzi, dipendenti dello Stato, i custodi giudiziari sono avvocati, notai, professionisti delle aste, il cui solo interesse è vendere il prima possibile per incassare la parcella. Dunque siamo di fronte a un gigantesco conflitto di interessi».

Non è la stessa cosa trovarsi sull’uscio di casa l’ufficiale o il custode giudiziario. Il primo, come rappresentante dello Stato è garante anche di diritti, dei minori, degli anziani, degli ammalati. Il custode non ha compiti di tutela. Il decreto ha passato in pratica un colpo di spugna sull’articolo 605 e seguenti del codice di procedura civile. Con il nuovo decreto il pignoramento diventerà “immediato”. Il custode può chiamare le forze dell’ordine per sgomberare, subito.

«Mi sembra un favore fatto alle banche – accusa Marotta – e proprio in un momento di crisi economica che ha acuito i problemi delle famiglie». E’ pieno di artigiani e di piccoli imprenditori costretti a chiudere, gente rimasta indietro con le rate, tant’è che è stato istituito un fondo di tutela per la cosiddetta morosità incolpevole. «Gli ufficiali giudiziari – spiega Marotta – ne tengono conto. Entrano in casa per notificare il provvedimento del giudice, ma poi ascoltano anche i problemi di chi de- Togliendo di mezzo gli ufficiali giudiziari il rischio è anche vedere snaturata la legge nazionale che affida agli enti locali la tutela dei soggetti più deboli. Nel Comune di Milano è stato firmato un accordo tra Prefettura, associazioni degli inquilini, assistenti sociali che insieme cercano di risolvere le situazioni più drammatiche. Giuseppe Marotta è da vent’anni che fa sfratti. Lo scorso anno ha pubblicato anche un libro «Sfrattati», che racconta un lavoro forse tra i più duri da un punto di vista psicologico. E le sue preoccupazioni sono tali che come membro dell’Associazione ufficiali giudiziari in Europa, ha chiesto un incontro al governo.

Lo scopo? Chiedere una modifica prima della conversione in legge del decreto. Per ora ha incontrato Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, ma è stato un buco nell’acqua. A scrivere il decreto, ha chiarito l’onorevole Ferri a Marotta, non è stata la Commissione giustizia del Senato, ma Finanze. E il punto di vista dell’onorevole? «In parte Ferri condivideva le nostre preoccupazioni, ma ci ha anche ricordato qual è lo scopo del decreto, velocizzare le procedure di sfratto. Noi ufficiali giudiziari siamo accusati da tempo di metterci troppo tempo a sfrattare la gente». Certo su 69mila sfratti l’anno c’è comunque un arretrato che supera le 250mila unità.

Il prossimo passo di Marottasarà bussare alla porta dei senatori della Commissione Finanze. Tanto per lui trovarsi davanti a un uscio chiuso cui dover bussare è pane quotidiano.

 

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