USA: proposta di legge per indagare la connessione tra psicofarmaci e suicidi dei veterani

USA: proposta di legge per indagare la connessione tra psicofarmaci e suicidi dei veterani

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(Di Kelly Patricia O’Meara, Pubblicato dal CCHR)

Il Deputato della Florida David Jolly, determinato a capire le ragioni che stanno dietro al numero impressionante di veterani che si tolgono la vita, ha presentato una legge per ottenere un riesame dei decessi di veterani che si sono suicidati negli ultimi cinque anni, studiando i farmaci psicotropi prescritti ai veterani al momento della loro morte.

Il Citizen Commission for Human Rights – un’associazione USA imparentata col nostro Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) – applaude la proposta di Legge di Prevenzione al suicidio dei Veterani (HR 4640). Mentre molti studi e recensioni sono stati condotti da vari enti governativi per determinare le cause dietro l’aumento del numero di suicidi tra veterani e militari, questa proposta di legge mette finalmente in discussione in modo specifico i trattamenti psichiatrici a base di psicofarmaci – ormai divenuti il cardine delle cure psichiatriche.

I dati: 22 veterani si suicidano ogni giorno, un sesto dei veterani assume regolarmente almeno uno psicofarmaco, le spese per la salute mentale del Dipartimento dei Veterani sono aumentate da meno di 3 miliardi di dollari nel 2007 a ??quasi 7 miliardi di dollari nel 2014.
Le prescrizioni di psicofarmaci sono aumentate del 700% dal 2005 al 2011 (un aumento 30 volte più veloce rispetto alla popolazione civile), l’80% dei veterani con diagnosi PTSD (Disturbo post traumatico da stress) sono stati trattati con psicofarmaci (antidepressivi per un caso su dieci).

Quest’ultimo dato riveste particolare importanza perché gli antidepressivi riportano le avvertenze della Food and Drug Administration (FDA – autorità farmacologica statunitense) riguardo l’alto rischio di effetti collaterali: suicidio, aggressività, ansia, mania e comportamento anormale, solo per citarne alcuni. Nel caso in questione, il dato è davvero preoccupante: secondo la FDA questi farmaci comportano un non trascurabile rischio di suicidio per i giovani sotto i 25 anni – proprio la fascia di età del 41% dei militari americani.

Sebbene questa proposta di legge sia rivolta essenzialmente ai casi di suicidio, può anche far luce sul comportamento violento / omicida esibito da un numero crescente di personale in servizio e veterani. I dati sono ancora più sconvolgenti: Ivan Lopez, autore del massacro di Fort Hood (3 morti e 16 feriti) era in cura con antidepressivi e altri farmaci per trattare una forma di ansia; Bradley Stone, ex combattente in Iraq accusato di avere ucciso dei membri della sua famiglia, era in cura con l’antidepressivo Trazodone (in Italia “Trittico”) e l’antipsicotico Risperidone; e Aaron Alexis, autore del massacro all’Arsenale della Marina (dodici morti e otto feriti) era in cura con Trazodone.

MedWatch, la base dati in cui FDA memorizza le segnalazioni sugli effetti negativi dei farmaci, ne ha raccolte più di 14.000 tra il 2004 e il 2012 sugli effetti collaterali violenti degli psicofarmaci. Molti di questi non sono mai stati studiati in combinazione fra loro: molti dei cosiddetti “cocktail” di psicofarmaci non sono mai stati approvati dalle agenzie regolatrici del farmaco. Al contrario, ci sono 22 avvertenze pubblicate da varie agenzie nazionali di farmacosorveglianza, riguardo gli effetti collaterali di molti psicofarmaci. Tra questi citiamo mania, ostilità, violenza, comportamenti anomali, tendenza al suicidio e anche idee omicide.

Il nuovo disegno di legge, finalmente richiede di rivedere:

  • il numero di veterani morti per suicidio, con una sintesi che include età, sesso e razza;
  • un elenco dei farmaci loro prescritti, e riscontrati nei sistemi di tali veterani al momento della loro morte, e una sintesi di diagnosi mediche che hanno portato alla prescrizione di tali farmaci;
  • il numero di casi in cui questi veterani assumevano contemporaneamente più farmaci;
  • la percentuale di questi veterani con esperienza di combattimento o traumi;
  • strutture sanitarie per la cura dei veterani con un elevato rapporto fra prescrizioni e tassi di suicidio;
  • raccomandazioni per migliorare la sicurezza e il benessere dei veterani.

Secondo il deputato Jolly, firmatario di questa proposta di legge, “Ogni 65 minuti un veterano perde la propria vita, e questo è inaccettabile. Occorre determinare se esista una relazione tra il suicidio e i trattamenti … se alcuni degli psicofarmaci normalmente prescritti per problemi come PTSD o depressione possano avere influenzato la decisione di un veterano di perdere la propria vita.”

In Italia il fenomeno non assume le stesse drammatiche proporzioni, ma esiste. Ne parlano la rivista ufficiale del Carabinieri (1) e uno studio di sociologia (2).

Anche se l’impegno militare italiano nei vari teatri di guerra è molto inferiore a quello americano, secondo un rapporto dell’Osservatorio Epidemiologico della Difesa (3) la minore rilevanza dei suicidi sembra essere legata a una minore tendenza a diagnosticare questi fantomatici disturbi mentali come il PTSD.

Note:

  1. http://www.carabinieriditalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=32:fenomeno-dei-suicidi-cosa-sta-succedendo-nellarma&catid=16&Itemid=109
  1. http://www.enricopozzi.eu/pubblicazioni/La%20Critica%20Sociologica/suicidio_militari.pdf
  1. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-10-14/stress-combattimento-dati-poco-credibili-reduci-italiani-072251.shtml?uuid=ABDquJW

 

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus



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