Ballottaggi, le venti sfide decisive Successo in chiaroscuro per Grillo

Ballottaggi, le venti sfide decisive Successo in chiaroscuro per Grillo

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ROMA Si è votato in 1.342 Comuni ma l’attenzione dei partiti è focalizzata soprattutto sulle 25 grandi città di cui 7 capoluoghi di Regione. Nelle aree metropolitane, il Pd e il centrosinistra conquistano un sindaco al primo turno (Cagliari) e vanno al ballottaggio in due città contro i grillini (Roma e Torino) mentre sfidano il centrodestra al secondo turno in altre tre (Bologna, Milano, Trieste). Solo a Napoli, il candidato del Pd non parteciperà al ballottaggio.

Negli altri capoluoghi di provincia, la sfida «classica» centrodestra-centrosinistra si ripeterà il 19 giugno altre 12 volte (17 in tutto, considerando i capoluoghi di Regione). In un caso (a Carbonia) un Pd in vantaggio se la deve giocare con i grillini. Invece, a Salerno e a Rimini, il centrosinistra ha vinto al 1°turno mentre ha perso a Cosenza ed è fuori dai giochi anche a Latina e a Isernia. I grillini conquistano molti ballottaggi in Sicilia (Caltagirone, Vittoria, Alcamo, Giarre, Favara) e sull’isola vengono fermati solo a Canicattì.

Per l’analisi dei voti di lista i calcoli si complicano non poco perché in molte città i partiti consolidati (esclusi i grillini) hanno preferito «oscurare» in parte i rispettivi simboli per lasciare spazio alle liste civiche.

Dunque, i grillini «volano» tra il 29 e il 35%, ma solo a Roma e a Torino dove sono il primo partito, tengono a Bologna e in Sicilia mentre deludono fortemente a Napoli e a Milano, dove perdono molti punti rispetto alle politiche del 2013.

Tuttavia, anche se considerato al netto delle liste civiche, il Partito democratico si confermerebbe il primo partito su scala nazionale. Ma, su 25 capoluoghi, il Pd migliora la sua posizione rispetto al 2011 soltanto in cinque città (Milano, Cagliari, Varese, Rimini, Caserta) mentre perde posizioni a Napoli, Roma, Trieste, Torino e Bologna.

Forza Italia va molto bene solo a Milano e arranca in tutta Italia (con un vero crollo a Torino dove si ferma al 4,65%) pur confermandosi il primo partito del centrodestra. La Lega fa il pieno in Lombardia (però a Milano incassa la metà di FI). Fratelli d’Italia avanza a Roma con la spinta di Giorgia Meloni. I verdiniani (Ala), ora alleati con il Pd, ottengono appena l’1,42% a Napoli e partecipano al disastro del Pd a Cosenza, dove Mario Occhiuto (centrodestra), strappa la vittoria netta la primo turno. Sinistra italiana va male, da Torino a Roma, e guadagna un solo ballottaggio: a Sesto Fiorentino contro il Pd.

Dal Nazareno, quartier generale del Pd, il segretario Matteo Renzi, pur dicendosi «non contento», lancia messaggi quasi rassicuranti sui numeri del suo partito che è «saldamente in testa, intorno al 40% in molti Comuni, la cifra magica dell’Italicum». E si attribuisce la vittoria in quasi mille Comuni su 1.300. Una lettura dei dati corretta dalla minoranza del Pd con il «mago dei numeri», il senatore alessandrino Federico Fornaro, che (sempre considerando i dati netti del Pd senza quelli delle liste civiche) argomenta quanto segue: «Il Pd non supera il 40% in nessun capoluogo. Supera il 30% solo a Bologna, Rimini e Ravenna e lo sfiora a Milano e a Torino. Nei sette capoluoghi di Regione, il Pd, rispetto al 2011, è sceso dal 26,1% al 21,6%». Emorragia di voti a Roma, dove il Pd passa dai 267 mila 605 voti del 2013 (elezione di Marino) agli attuali 200.180, che poi sono circa la metà del bottino incassato dal M5S. Il dato politico dice però che laddove il centro sinistra si è presentato unito, con perimetri di coalizione ben definiti, il Pd è andato bene(+1,3% a Milano, +11,2% a Cagliari). Male, invece, a Napoli (-4,9%), Roma (-9,1%), Trieste (- 4,9%), Torino (-4,7%).

Interessante il dato della Lega in Lombardia dove, a parte il risultato di Milano, il Carroccio conquista 35 sindaci (14 uscenti e 18 nuovi) su 85 paesi in cui si è votato. Il segretario regionale Paolo Grimoldi segnala poi che, grazie alla Lega, il centrodestra è ora in maggioranza in 46 Comuni lombardi e all’opposizione in 39.

Tra i piccoli partiti, i socialisti di Riccardo Nencini vanno male nei grandi centri ma riescono ad eleggere sindaci a Montefiascone, Città di Castello, Cassano Ionico, Caprarica, Montegrotto. E anche a Stella, città natale del socialista Sandro Pertini.



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