Più tempo ai Caf per presentare il 730 Autonomi, reddito medio a 28 mila euro

Più tempo ai Caf per presentare il 730 Autonomi, reddito medio a 28 mila euro

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ROMA Il prodotto interno lordo nel 2014 è diminuito dello 0,3% ma, nonostante la recessione, il reddito medio dichiarato da 3,6 milioni di contribuenti soggetti agli studi di settore (- 0,8% sul 2013) è aumentato del 3,1% rispetto all’anno prima. Lo spiega il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, che ieri ha pubblicato sul sito i dati sugli studi di settore, il meccanismo che stima i ricavi dei lavoratori autonomi e dei professionisti. A causa della crisi, per 193 studi di settore si è tenuto conto dell’impatto negativo della congiuntura sui ricavi mentre 68 studi sono stati oggetto di vera e propria revisione. Il dicastero ha messo online anche le statistiche relative alle dichiarazioni Iva, sempre riferite al periodo d’imposta 2014, e la rielaborazione dei dati Irpef per reddito prevalente.

Proroga del 730

Nel frattempo, la presidenza del Consiglio, ha firmato il dpcm che concede più tempo ai Caf virtuosi per la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi. In particolare, Caf e professionisti abilitati che, al 7 luglio (scadenza originaria) avranno trasmesso all’Agenzia delle Entrate almeno 80% dei modelli presi in carico, potranno smaltire il resto entro il 22 luglio. Anche l’anno scorso c’era stata una proroga simile e l’Agenzia delle entrate aveva esteso il termine a lavoratori dipendenti e pensionati che inviano la precompilata autonomamente. Resta da vedere se anche quest’anno sarà così.

Studi di settore

Nel 2014, dai 3,6 milioni di contribuenti soggetti a studi di settore (65% persone fisiche) sono stati dichiarati ricavi medi di 197.500 euro a testa, con un calo dell’1,3% rispetto all’ano precedente. Il reddito medio è invece risultato in aumento, pari a 25.900 euro per le persone fisiche (+ 2,2%), a 37 mila euro per le società di persone (+ 4,1%) e a 26.700 euro per le società di capitali ed enti (+ 12,3%). In media per tutti i soggetti a studi di settore è stato di 27.947 euro.

Professionisti al top

Guardando all’attività esercitata, la classifica dei redditi è guidata dai professionisti, con 41.600 euro, anche se in calo dell’1,2% sul 2013. Al secondo posto il settore manifatturiero (32.400 euro con un aumento dell’11,7%), seguito dai servizi, con 24.400 euro (+ 3,9%). Il reddito più basso risulta quello del commercio con appena 19.100 euro nonostante sia cresciuto del 9% rispetto al 2013.

Altro dato che risalta riguarda le società di capitali, che pur dichiarando la metà del totale dei ricami assoggettati agli studi di settore, registrano solo il 16% del totali dei redditi. Al contrario, le persone fisiche, pur dichiarando solo il 27% dei ricavi o compensi totali, risultano con il 61% dei redditi. «Queste quote percentuali — osserva in una nota il Dipartimento delle Finanze — riflettendo la specifica struttura produttiva delle diverse forme giuridiche dei contribuenti, sono in linea» con quanto evidenziato l’anno precedente.

Congrui e non

Il confronto tra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui mostra differenze molto forti. I contribuenti congrui sono quelli i cui ricavi sono uguali o superiori a quelli stimati dagli studi di settore e hanno dichiarato in media un reddito di 44.560. Quelli non congrui sono invece risultati in perdita in media per 730 euro.

Lavoratori dipendenti

La rielaborazione dei redditi Irpef mostra invece un’elevata variabilità rispetto al datore di lavoro. Quelli che lavorano per una persona fisica hanno dichiarato il reddito più basso: 9.700 euro. I dipendenti di società di persone hanno invece avuto un reddito medio di 13.890 euro, che sale a 21.040 euro per chi è alle dipendenze della pubblica amministrazione. Il reddito medio più alto si registra per i dipendenti delle società di capitali , con 23.630 euro. Un’ulteriore conferma che, in genere, si guadagna di più nelle grandi aziende.

Iva

Sono 5,3 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2014, che ha risentito dell’aumento dell’aliquota dal 21 al 22% scattato nell’ottobre del 2013. L’Iva di competenza è infatti salita dell’1,7%.



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