Summit dei banchieri centrali pronto lo scudo anti-speculatori

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Mario Draghi sarà stasera in Portogallo, a Sintra, ad inaugurare il Forum annuale della Bce, e parlerà per la prima volta dal referendum britannico di giovedì scorso che ha già scatenato un uragano sui mercati. Ufficialmente il presidente della Bce dovrebbe rivolgere soltanto un saluto di benvenuto ai banchieri centrali, agli economisti e ai rappresentanti delle istituzioni internazionali che convergeranno a 30 chilometri da Lisbona per due giorni di intensi dibattiti. E’ chiaro che quest’anno i colloqui saranno totalmente monopolizzati dalla Brexit. Non ci sarà, però, il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xhiaochuan, che aveva fatto sapere venerdì scorso di monitorare da vicino la situazione e di essere pronto ad intervenire, ma di aver bisogno di maggiori elementi per decidere.

Elementi che potrebbero arrivare già oggi proprio a partire dalle borse asiatiche, per ragioni di fuso le prime a dare il tono alle giornate finanziarie globali e che sono girate di umore nero sin dall’ufficializzazione del risultato britannico. Da quella giornata che ha mandato un fumo duemila miliardi di dollari di valore sulle Borse, i principali banchieri centrali del mondo sono a strettissimo contatto. E Draghi, in particolare, lo è costantemente con i rappresentanti dei governi e delle principali istituzioni internazionali. Il momento richiede coesione e reattività e i primi ad averla sempre dimostrata, nei momenti più cupi come il crollo di Lehman Brothers, sono i banchieri centrali.

Martedì, dopo la sua relazione a Sintra, un aereo riporterà Draghi a Bruxelles, dove avrà riunioni prima del più difficile Consiglio europeo di sempre, quello che discuterà non di un ingresso, ma dell’abbandono di un Paese dalla Ue. Anche la Bce si era premurata venerdì, subito, di far sapere che è pronta ad iniettare liquidità in grado di far funzionare i mercati e sostenere eventualmente le banche in difficoltà. Le banche centrali staranno attentissime a scongiurare sia tonfi eccessivi in Borsa, sia smontamenti eccessivi delle valute, dopo il crollo della sterlina di venerdì scorso ai minimi da trent’anni. Soprattutto, l’attenzione di tutti è puntata sull’ancora fragile mondo bancario.

Un concetto ribadito nel fine settimana dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, riunita per la relazione annuale. E’ stata la prima occasione per un incontro de visu tra i maggiori banchieri centrali dopo la Brexit e prima di una delle più complesse settimane dall’inizio della Grande crisi. Tra gli altri erano presenti l’americana Janet Yellen e il giapponese Haruhiko Kuroda ed entrambi saranno anche a Sintra. Non ci sarà, invece, il governatore della Bank of England, Mark Carney: il suo intervento era atteso per mercoledì, improbabile che si sposti da Londra.

Al termine della riunione, il direttore generale della Bri Jaime Caruana ha precisato che bisogna prepararsi ad una fase di «incertezza e aggiustamento» sui mercati e che l’esito del referendum si è già tradotto in un’«elevata volatilità sui mercati». Caruana ha espresso fiducia nel fatto che le banche centrali, abituate ormai a sfoderare armi non convenzionali nei momenti più bui, «hanno tutti gli strumenti per farlo anche ora». Tuttavia nella relazione annuale – redatta prima della Brexit e con un vago sapore da piccolo mondo antico – si legge che le banche centrali si sono assunte compiti troppo gravosi, che il loro mandato è ormai «troppo esteso».



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