Contrordine: il tunnel Tav si farà

Contrordine: il tunnel Tav si farà

Loading

FIRENZE Contrordine: il sottoattraversamento dell’alta velocità, con doppio tunnel sotto un buon pezzo di Firenze, si farà. Però cambia il percorso, e probabilmente sarà sacrificata la stazione sotterranea griffata Norman Foster nell’area degli ex Macelli. Paradossalmente l’unica parte del progettone ferroviario-urbanistico già in costruzione, e costata centinaia di milioni. Ma i tanti utenti dei Frecciarossa – compresi gli “eccellenti” – e soprattutto i poteri economici che gravitano intorno al triangolo d’oro espositivo e congressuale della Fortezza Da Basso, non erano affatto convinti dell’ubicazione della stazione Foster. Distante meno di due chilometri dalla centrale Santa Maria Novella ma considerata periferica, nonostante il passaggio ai Macelli di una nuova linea tramviaria in fase di realizzazione, pronta all’inizio del 2018.

Visto l’esito dell’incontro “tecnico” romano, con i vertici del gruppo Fs padroni di casa e un parterre de roi in salsa toscana con Luca Lotti e Riccardo Nencini, Enrico Rossi e Dario Nardella, viene da pensare che i dubbi e i ripensamenti dei giorni scorsi siano stati una variante del gioco “poliziotto buono, poliziotto cattivo”. Con il sindaco Nardella (e Matteo Renzi) a far la parte di chi avrebbe voluto cancellare il costosissimo sottoattraversamento. E il presidente toscano Rossi con il viceministro Nencini a ribadire invece che tutto era già stato deciso da anni, e che non si poteva certo fermarsi ora.
A colpire piuttosto, ma l’ultima parola sarà il piano industriale di Ferrovie atteso a settembre, è il cambio del progetto originario, con un doppio tunnel definito “meno invasivo”, e quindi con un nuovo percorso. Sul punto, Enrico Rossi non sembra suggestionato: “Per noi al momento il progetto resta quello già approvato. Si è discusso su una ipotesi diversa, che però conferma sia il sottoattraversamento che la separazione dei flussi tra alta velocità e i treni regionali. Per noi questo è fondamentale per tenere fermi i nostri interessi che sono quelli dei pendolari, degli studenti e dei cittadini che ogni giorno prendono il treno. Comunque a settembre ce la presenteranno, e su questa ci riserviamo di dire in maniera definitiva la nostra”.
A preoccupare il presidente toscano è il timore di veder ripartire le procedure burocratico amministrative legate al nuovo progetto. Con il conseguente, ennesimo rallentamento dei lavori. Del resto a tutt’oggi, fra la sacrosanta inchiesta della magistratura sulle disinvolte modalità dei lavori appaltati fino al 2013, e la questione delle terre di scavo (inerti o rifiuti?), che però secondo i fan della grande opera è stata superata grazie a un recentissimo Dpr, non è stato scavato nemmeno un metro del doppio tunnel.
Quanto alla stazione Foster, valgono le parole dei vertici di Ferrovie a fine incontro: “Per le altre stazioni fiorentine saranno avviati interventi di riqualificazione, mentre per il progetto Foster è stata positivamente valutata l’opportunità di procedere a una rivalutazione tecnica del progetto”. Che al momento vede agli ex Macelli una gigantesca buca profonda 40 metri, costata parte dei circa 700 milioni di euro spesi fino ad oggi nel progettone del gruppo Fs.
Mentre Cgil Cisl e Uil danno la loro benedizione, il comitato No tunnel Tav non si dà per vinto: “Ci sono venti prescrizioni già in fase di rilascio della Via. C’è l’impatto sulla falda nelle zone delle Tre Pietre, dei Macelli e di Campo di Marte, dove i livelli della acque sotterranee sono pericolosamente sbilanciati e le presunte ‘mitigazioni’ previste insufficienti. Ci sono i danni previsti dallo scavo in appartamenti e monumenti. E c’è uno smaltimento/utilizzo delle terre di scavo, con l’aumento vertiginoso dei costi, che neppure i recenti adeguamenti normativi sono riusciti a contrastare”. C’è infine il progetto alternativo di superficie elaborato anni fa da un gruppo di docenti dell’ateneo, riproposto anche nei giorni scorsi. Ma mai preso in considerazione dal “centrosinistra di governo”, fiorentino e toscano, che ha sempre approvato il sottoattraversamento.

SEGUI SUL MANIFESTO



Related Articles

“Spagna e Portogallo, zero sanzioni”

Loading

La Commissione Ue sancisce il disavanzo eccessivo dei due Paesi: “Sforzi insufficienti”. Ma sposa la linea morbida. La decisione finale al consiglio Ecofin di martedì, in arrivo nuove raccomandazioni

“Non controllate i telefonini sono una parte del corpo” Privacy, sentenza storica negli Usa

Loading

Il dispositivo del verdetto emesso dalla Corte Suprema segna una rivoluzione “Un tesoro di informazioni personali. Per perquisirli ci vuole un mandato”

Ponte di Messina, la grande opera a rischio di «super penale» Può costare allo Stato 800 milioni

Loading

ROMA — Andrebbe riletta, la lettera con la quale Altero Matteoli aveva replicato il 6 luglio a un articolo del Corriere che aveva segnalato ancora una volta il tremendo ritardo infrastrutturale dell’Italia rispetto ai principali Paesi europei. Un articolo, chiosava il ministro, dai «toni disfattistici», a cui si aggiungeva un rimarchevole «scetticismo» circa l’effettiva realizzabilità  di opere come il ponte sullo Stretto di Messina.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment