Usa, la rivolta dei neri scontri e 200 arresti Obama domani a Dallas

by ALBERTO FLORES D’ARCAIS, la Repubblica | 11 Luglio 2016 15:31

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DALLAS  Venti agenti feriti, oltre duecento arresti, minacce alla polizia, scontri. Neanche la domenica ha interrotto le manifestazioni spontanee che da tre giorni si susseguono in diverse città degli Stati Uniti per protestare contro l’uccisione di cittadini Usa afro-americani da parte di agenti della polizia bianchi. A Saint Paul, Minnesota, dove Philando Castile era stato freddato mentre si trovava in auto con compagna e figlia e la cintura di sicurezza allacciata, i manifestanti hanno bloccato l’Interstate 94 (bloccata per alcune ore in entrambe le direzioni) e hanno lanciato contro gli agenti bottiglie molotov, petardi, fuochi d’artificio e sassi. Manifestazioni organizzate dal movimento Black Lives Matter (le vite dei neri contano) ci sono state a Detroit, San Francisco (dove è stata bloccata la rampa del Bay Bridge) e Denver , in Colorado,dove gli attivisti hanno programmato un sit-in di 135 ore, un’ora per ogni afroamericano ucciso dalla polizia nell’ultimo anno. Proteste in piazza anche a Baton Rouge, Louisiana, davanti al negozio dove vendeva cd Alton Sterling, il nero ucciso da due agenti dopo essere stato bloccato a terra. La polizia ha arrestato alcune decine di persone, tra loro anche un esponente di primo piano di Black Lives Matter, Deray McKesson, ex candidato sindaco a Baltimora e volto ormai molto conosciuto anche nazionalmente per le sue apparizioni in tv, poi rilasciato su cauzione. Da Madrid, ultima tappa del suo viaggio europeo (che termina in anticipo sul previsto per permettere al presidente di essere a Dallas martedì per i funerali pubblici degli agenti uccisi), Barack Obama è tornato a parlare di quanto accaduto nella metropoli texana. «Le violenze contro la polizia sono inaccettabili, si rivoltano automaticamente contro le cause difese dai manifestanti, anche se sono le migliori possibili. È necessario che tutte le parti parlino e si ascoltino perché sono convinto che gli americani vogliono che migliori il rapporto tra la polizia». A Dallas il capo della polizia rivela che Micah Xavier Johnson, il killer dei 5 agenti, stava progettando attentati e attacchi molto più grandi.

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